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I consigli di Red per delle buone letture stronze, by Pink e Violet!



La cena per "is Animas" by Pink - 1 novembre 2011 


In Sardegna esiste la tradizione di lasciare, nella notte tra il 1° e il 2 novembre, la cena “po is Animas” che vengono a visitare parenti e amici. Si lascia perché così le anime, passando di casa in casa, possano trovare da mangiare e non tormentino gli abitanti della casa. Se entrate in una qualsiasi casa della Sardegna trovate una tavola imbandita di dolci tipici, pane e vino, ma mai spaghetti (sennò arriva Maria Puntaoru!!!) e oggetti appuntiti con cui is Animas potrebbero far del male agli abitanti della casa.


Così accadde una notte di tanti e tanti anni fa a casa di Maria Antonia. Maria Antonia era una donna forte, caratterialmente e fisicamente, temprata dalla vita e dalla guerra, che non si faceva certo spaventare dalle sciocche superstizioni. Eppure la cena per is Animas la lasciava sempre. Chissà che prima o poi il marito, morto tanti e tanti anni fa, non sarebbe passato a visitarla. Si era risposata, a dire il vero, ma non era molto sicura che Pippo fosse d'accordo.


Fece così anche quella sera. Imbandì la tavola, mise il pane e il vino, i dolci buoni come is pabassinas, le “ossa di morto” e il gattò, quindi si mise a dormire da sola. Il marito e il figlio, che lavoravano in un ristorante, sarebbero tornati soltanto molte ore dopo.


Il mattino seguente Maria Antonia si svegliò tranquillamente come sempre, pronta per sparecchiare la cena de “is Animas” come ogni anno. Chi ci crede infatti che le anime vengano veramente, a mangiare poi?! Ma assolutamente no! Si mette per consuetudine, per tradizione, ma il giorno dopo si toglie e via! Ma quello che vide Maria Antonia in cucina non era quello che lei si sarebbe aspettata di vedere. Il tavolo non era vuoto, ma c'erano i segni di un inconfondibile pasto. Dei dolci erano rimaste solo le briciole, i bicchieri avevano il fondo del vino e il pane era sparito. Le Anime!! Erano passate le Anime, ma veramente però! Maria Antonia fu presa dal panico: e se is Animas erano ancora lì perché non avevano gradito la cena? Se non fosse bastata?


“Eeeeeeefiiiisioooooooooooo! Efisiooooo, scirarindi!!! Is Animas! Funti passaras in Animas! Toooreeee, calandi 'e su lettu! Esti passau babbu! Toreeee, ma ti ses movendi?”


“Oh Maria, ma 'ta é?” rispose Efisio, il marito, ancora impastato di sonno


“Efisio, ariser'e notti appu postu sa xena po' is Animas, e immoi no c'esti prus nudda! Si funti pappau tottu! E chi funti ancora in dommu? E chi fanti mali a is pippius?” (pippius che erano Tore e un'altra figlia, la cui età superava per entrambi i 20 anni NdR)


“Oh Maria, ma 'ta pugnorara mi 'ndi frigara chi funti in dommu?”


“Certu, scumpudiu malarittu! Sesi sempri su proppiu, bah...”


Nal frattempo si era alzato anche Tore, il figlio e ascoltata la conversazione dei genitori pensò di placarli proponendo una preghiera alle Anime affinché se ne andassero e restassero in pace con tutti gli abitanti della casa. Maria Antonia si tranquillizzò e di tanto in tanto buttava un occhio al cielo con pura deferenza.


Efisio, dopo che la moglie fu uscita dalla stanza, si avvicinò a Tore: “Oh Tore, ascò a zietto poco poco... Mì di non dirglielo a tua mamma che la cena de is Animas ce la siamo mangiata noi ieri notte! Diacci mi 'nci fairi curri!”






Fatti raccontati in questa storia sono realmente accaduti. Questa è una delle leggende familiari che vengono raccontate ogni anno a casa di Pink!






Traduzione per i non sardofoni:


“Efisio! Efisio! Orsù, levati dal sonno al più presto! Stanotte passaron le anime pie dei defunti! Tore, deh, scendi dal tuo giaciglio! Tuo padre giunse dal mondo dell'oltretomba! Orsù Tore, devi sbrigarti!”


“Maria, per quale motivo mi svegliasti sì veentemente?”


“Efisio, ahimé, iersera disposi la cena per le pie anime dei defunti, me m'accorsi svegliandomi che sul desco non v'era più cibo alcuno! Esse si cibaron di ogni cosa. E se vagassero ancora per casa? E se disgraziatamente nuocessero ai piccoli?”


“Maria orsù, il fatto che esse soggiornino ancora presso la nostra magione mi lascia nella più marmorea indifferenza”


“Oh poffarbacco! Sei proprio una tal guisa di fellone!”
[...]
"Tore, rivolgi la tua attenzione alle mie parole. Non suggerire vilmente a tua madre che noi iersera ci nutrimmo coi cibi preparati per la visita delle Anime. Essa mi farebbe correre non poco!"





La matita rossa e blu By Violet - 12 gennaio 2012

Conosciamo l’italiano? 
Il nostro quotidiano preferito, 
nell’edizione del 10 gennaio 2012, ci fornisce ancora diversi spunti per chiacchierare amichevolmente della nostra Lingua e di che uso converrebbe farne! Violet, innanzitutto, ringrazia sentitamente; indi, procede.
In “Cronaca di Cagliari”, come vi abbiamo segnalato nelle Breaking news di quel giorno, l’Unione Sarda titolava: “Stop agli sconti per single e bar all’aperto”. In “Quartu Quartieri”, invece troviamo: Corsi di pesca e lingua inglese. E se passiamo per la pagina “Oristano e Planargia” il titolo in evidenza è: Settore strategico ma sottotono.
Ho il sospetto che ci voglia un’altra rinfrescata sulla funzione e l’uso delle “congiunzioni”.
Le congiunzioni, all’interno della grammatica, sono parti invariabili del discorso, volte a definire una correlazione logica tra sintagmi o intere proposizioni, all’interno del periodo dove intervengono. Si tratta quindi di parole che svolgono una funzione di collegamento, la quale può avere caratteristiche “coordinanti”, in quanto effettua un collegamento tra più parole collocate sul medesimo piano logico e sintatticamente affini, o “subordinanti”, quando invece la congiunzione colloca due proposizioni facenti parte di un periodo su piani logici diversi, stabilendo così un rapporto di subordinazione che spinge l’una ad essere retta dall’altra, che automaticamente diviene reggente.
Fin qui la definizione della Grammatica. Noi oggi ci atterremo al primo caso, congiunzioni coordinanti, e ci limiteremo a sottolineare la prima parte della definizione, laddove parla di correlazione logica tra sintagmi e di parole sintatticamente affini.
Così vi invito a rileggere i titoli, alla ricerca degli spazi più ampi in cui la vostra mente possa muoversi, al fine di trovare una correlazione logica tra single e bar all’aperto, come anche quella tra i corsi di pesca e la lingua inglese, oppure come si possa essere contemporaneamente strategici, seppur sottotono. Vi confido che faccio non poca fatica a rintracciare dei nessi logici tra le coppie di sintagmi appena citate, eppure mi vanto di avere non poca fantasia! Starò invecchiando!?!
Martedì sera a “scoprire” queste perle non ero sola. Pink la sera del dieci di gennaio giaceva ammalata e Red “spulciava” il nostro giornale alla ricerca di un titolo degno delle migliori Breaking news da proporvi. Così mi sono offerta di darle una mano. Come spesso accade l’ilarità ci ha colte quasi subito all’apertura del giornale e ridevamo già di gusto quando ci siamo affacciate a pagina 17. Appena ritrovato almeno un poco del nostro proverbiale savoir-faire, ci siamo chieste più volte che nesso vi fosse tra i single e i bar all’aperto, ma, vi assicuro, pur avendo indagato ampiamente in tutti quei campi dello scibile umano nei quali vantiamo qualche competenza, dobbiamo confessarvi la nostra disfatta! Al massimo possiamo sbilanciarci nel dire che potrebbe esserci qualche correlazione tra single e bar: Magari i single frequentano i bar in percentuale maggiore rispetto a coloro che sono accompagnati, perché non è piacevole sorseggiare il caffé in perenne e triste solitudine. Oppure essi si ritrovano nei bar alla ricerca di conoscenze che permettano loro di porre dunque fine alla già citata solitudine. Ma perché la correlazione abbia da porsi proprio con i bar all’aperto, francamente, non ci è dato di comprenderlo. Se i nostri lettori volessero aiutarci, ve ne saremmo eternamente grate!
Naturalmente non ci siamo accontentate della prima notizia e siamo andate avanti nella lettura: nessuna edizione quotidiana del nostro Quotidiano può avere dei segreti per le vostre blogger preferite! E così siamo incappate anche negli altri titoli che vi ho citato all’inizio. E giù a ridere!
È stata un’impresa ardua trovare un fil rouge che leghi pesca e lingua inglese, ma grazie all’indispensabile contributo di Red (per cui il “filo” non poteva che essere rosso), penso di essere sulla retta via che ci porterà a svelare l’arcano. Ricordate la canzone Big Gim, di uno Zecchino d’Oro di alcuni anni fa (1976, per la precisione)? Dal testo si evince chiaramente che gli scozzesi sono i migliori allevatori di esche vive dell’Universo Mondo. Se poi durante l’addestramento si spiega “In english, of corse”, per filo e per segno all’adorato verme cosa debba fare una volta buttato in acqua e, insieme, per prepararsi adeguatamente alla gara di pesca, si beve un buon whisky, il risultato è garantito!
Grazie grazie grazie titolista dell’Unione Sarda per aver fatto riaffiorare tali bei ricordi della mia infanzia! Per voi, cari lettori, la promessa che, alla prossima Rassegna Stronza live, dopo The Global Economy vi insegneremo Big Jim. E Violet sarà la vostra specialissima Mariele Ventre (mi tocca ragazze, sono la più minuta del gruppo…)!


Parole parole parole
La parola di quest’oggi è dirozzare: rendere meno rozzo, meno grossolano. D’altra parte la Rassegna Stronza ce la mette tutta per contribuire a dirozzare questo nostro piccolo mondo! Continuate ad adottare anche voi, care lettrici e cari lettori, le parole e i lemmi della nostra magnifica lingua che più vi piacciono. La parola di oggi è già stata adottata, ma potete diventarne sostenitori o cercarne un’altra. Per farlo cliccate qui!  


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