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L'appartamento tedesco. Tutti i colori di una cronaca tedesca

Bolle di sapone

Nel bel pomeriggio soleggiato dello scorso mercoledì ho avuto il piacere di partecipare al Grillparty di fine corso di tedesco nel prato che costeggia il fiume Neckar.
L'accampamento è stato stabilito poco dopo il ponte che collega la Bismarckplatz con la sponda nord della città, in un punto dove erano a disposizione diversi grill e dove non mancano i raccoglitori di rifiuti (anche interrati). Ognuno ha portato qualcosa da mangiare (salsicciotti, pasta, pane, verdure, frutta ecc.) o da bere (birrà, tè, coca cola ecc.), ma anche un simpatico diversivo come le bolle di sapone, che hanno catturato, come era ovvio, l'attenzione di tutti quanti facendo tornare bambini pure coloro che sono vecchi dentro.
La serata è stata particolarmente interessante e molto istruttiva non tanto per i dialoghi surreali con i colleghi di corso ma piuttosto per la possibilità di osservare i giovani heidelbergesi in libera uscita.
Francamente non ho mai visto tanti giovini assieme non fare niente, o forse sì...E' appena concluso l'anno scolastico e quelle frotte di adolescenti pre-universitari si sono riversati lungo il Neckar per fare baldoria e ostentare il proprio ego tra canti, chiacchierate e giochi, dei quali alcuni prossimamente entreranno nel novero delle competizioni olimpiche, come il lancio della bottiglia contro altre bottiglie, rigoramente tutte quante piene.
C'era chi ha pure avuto il coraggio di gettarsi in acqua per qualche nuotata, infischiandosi del passaggio non dei battelli turistici o dei motoscafi o dei pedalò ma delle chiatte che trasportano durante il giorno contenair da un porto all'altro lungo il corso del fiume. Quando si dice il richiamo della natura...
Nonostante il baccano le anatre, che vivono in quel tratto del Neckar, non hanno avvertito nessun disturbo, anzi. Prima del tramonto si sono fatte largo tra la gente e si sono buttate in acqua per l'ultimo bagnetto.
Un ricordo di quella serata, al di là dell'effetto fotocopia nel look dei ragazzi (pantaloncini corti al ginocchio e camicia oppure maglietta) tali e quali ai manichini dell'Hauptstrasse, è sicuramente un saluto liberale di un giovane a due amiche: tornando da un breve giro in compagnia di un'altra il prode ha salutato le due, che erano di spalle, con una bella pacca sonora sul sedere data all'unisono. Le due fanciulle non hanno fatto una piega. E neanche l'altra. Il galletto aveva la cresta ben alta. Provatelo anche voi e fatemi sapere come viene accolto in quel di Cagliari.
La settimana è stata preceduta, però, da altri due episodi veramente epici che si sono svolti all'interno del nostro appartamento tedesco.
Il primo è stato il tentativo, non riuscito, di mandare a fuoco il forno da parte di Elisabeth.
E' stata un poco sbadata e ha lasciato bruciare nel corso di un paio d'ore, o nell'arco di notte (il mistero resterà), del pane fatto con le sue manine sante.
Quando mi sono svegliato ho sentito uno strano profumo nella mia stanza. Ho pensato che avessero cucinato qualcosa e lasciato le finestre chiuse così da far penetrare e stagnare quell'odore acre in tutta l'abitazione.
No, la cucina era una bolgia con Elisabeth anima persa pasticciata di ingredienti vari e a piedi nudi che cercava di riparare ai danni e rimettere in ordine. Poverina, le sarà capitato perchè impegnata a salvare qualche paziente ormai in rigor mortis da una vita.
Alla vista di un fornello ancora acceso al massimo, ho chiesto se lo stesse usando per caso. Lei, distoltasi per un attimo dalle sue imprese, ha risposto con mirabile e rara educazione di no dandomi, così, il permesso di spegnarlo e sfruttarne la piastra che irradiava un tale calore solare da far bollire l'acqua per il mio tè pure senza ulteriore energia.
Il secondo è un fantastico aneddoto relative alle pulizie di un frigo. Quello di Sandokan, che ormai dietro la sua Perla di Labuan si è perso di strada e non sa più distinguere un veliero da una motocicletta, e di...Elisabeth. Sì, ancora lei. La nostra eroina!
Elisabeth, cento ne fa e una ne pensa.
Forse non lo sapete ma è bravissima a fare le pulizie. Sul serio. Quando è il suo turno di facende domestiche la casa risplende. Ora mi domando, però, come faccia. E francamente, forse, è meglio che non l'apprenda...
La scorsa domenica mattina mi sono svegliato e mi sono recato per prima cosa in bagno. Come apro la porta sento un'odore di aglio. Cosa sarà mai? Sì, eccolo. Anzi, eccoli! I mazzi di aglio che un giorno avevo ammirato incastonati nel ghiaccio del frigo di Sandokan e di Elisabeth. Ero rimasto affascinato. Una lastra di ghiaccio di spessore di circa 5 cm per una lunghezza di circa 45 cm con questi agli che la impreziosivano. Ora erano lì, nel bagno, dentro il box della doccia ancora incastonati nel ghiaccio. 
Nella sera del sabato precedente Elisabeth, novella Cerentola, si era gettata a capofitto, non paga dell'impresa del forno (o della cucina o dell'appartamento ?) non andato a fuoco, nello sbrinamento del frigo suo e del tigrotto malesiano.
Dovendo disfarsi di quei due blocchi la Divina ha avuto la geniale idea di buttarli dentro la doccia. Onestamente veramente brillante. Non a caso fa un superdottorato in una prestigosa università europea e non della Paflagonia. Il piccolo difetto della sua trovata è, però, che, pur ammenttendo come valida la soluzione del bagno ed errata quella del lavandino della cucina, non ha aperto l'acqua per farli sciogliere più rapidamente e che, per tanto, sono rimasti lì, integri e maleodoranti d'aglio, per tutta la notte con l'aglio stesso in loro compagnia.
Alla vostra fantasia, cari lettori, il proseguo della storia...
E' il momento dei saluti e dei ringrazimenti.
A voi lettori e alle due madrine della Stronzea che hanno ospitato questa serie di resoconti, più o meno reali e personali, da HD.
E' l'ultimo post perchè chiude l'Appartamento tedesco. 
E' in programma, infatti, il trasferimento in uno nuovo per la settimana prossima.
"E allora ci sarà una seconda serie?" 
L'autore andrà, poi, in vacanza.
"Ma tornerà?" "Quando?"
Non è un addio.
Ma neanche un arrivederci.
E' soltanto un "Tschüss". O se preferite "Ciao"

Paul_Blau_Vierzig

Commenti

  1. Red vuole ringraziare di cuore Paul Blau Vierzig per i suoi racconti dall'appartamento tedesco e per la sua partecipazione alla rassegna stronza... sperando in una seconda serie!

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