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La ricetta della felicità by Violet


Forse perché sono la più vecchia del gruppo, forse perché il mio colore non è “puro” come quello di Red, ma vive di commistione e di contaminazioni (del rosso e del blu, per diversi motivi, i miei, anzi i nostri - sempre e solo con la mia immancabile Red! - colori preferiti!), forse per temperamento contradditorio, contestatario e problematico (in sardo c’è una parola magnifica che mi descrive bene: “Arrevescia”), ma io non la conosco la ricetta della felicità. Anzi, non la voglio conoscere. Perché la felicità è quell’istante che ti prende all’improvviso e ti fa sentire vivo, ti fa brillare gli occhi, battere forte il cuore; ti fa venire voglia di condividerla, di gridarla a tutti la sensazione che ti è sbocciata dentro, ché è troppo grande da contenere, troppo forte per te solo; e, contemporaneamente ne diventi gelosa, hai paura che si spaventi e possa scappare o che qualcuno la veda, la prenda e la porti via lontano… e allora stai zitta zitta, ma chi ti incontra te la legge negli occhi e sul volto. Se la felicità è questo, e per me lo è, come si fa a contenerla in una ricetta e, magari a mettersi a cucinarla? Al massimo così si può ottenere il successo, la serenità, la completezza di una vita in equilibrio… ma la felicità? Lei no, arriva. Sta a te assaporarne la presenza e farle gli occhi dolci perché si trattenga con te il più a lungo possibile. E poi narrarla e condividerla, perché si possa diffondere, sentendosi a casa e ospite gradita!
Ci ho pensato e ho concluso che una felicità “così” non posso non raccontarla anche a voi! Ecco alcuni degli innumerevoli, preziosissimi incontri che ho avuto con lei.
Un giorno sei sulla metro, è circa mezzogiorno e ti sembra una fine mattinata come tante. Ma tu sei curiosa e, sapendo benissimo di che colore sia la punta delle tue scarpe, perché le hai scelte tu stessa con cura anche quella mattina prima di uscire di casa, non ti perdi nella loro contemplazione, come tanti sembrano fare, ma scruti attentamente fuori dal finestrino alla ricerca di… beh non è importante cosa si cerchi, ma cosa si trovi. Ed io quella mattina trovai una nuvola che portava in sé tutti i colori dell’arcobaleno! No, non un arcobaleno. Una nuvola. Sapevo dell’esistenza del fenomeno, ma non l’avevo mai visto. Che meraviglia! L’ho raccontato per giorni, il cuore che batteva forte, a tutte le persone che conosco e che sapevo potessero capire. Ho sognato di sentire un amico lontano perché doveva sapere anche lui. Mi brillano gli occhi ancora solo a ripensarci. Ecco per me questa è la felicità!
Quando ti mettono per la prima volta tra le braccia la tua sorellina piccina piccina. E tu la guardi e sai che non c’è e non ci sarà mai al mondo una bimba bella come lei. Questa è la felicità.
Quando tuo figlio, e non importa che l’abbia partorito tu, ti dice: “Grazie, mammina, per avermi accompagnato. È bello condividere anche le piccole cose”. Questa è la felicità.
Una notte passata in bianco a fianco di una sorella che russava con in testa i bigodi, ché il giorno dopo si sarebbe sposata. E pensare che, almeno lei, sapesse di far la cosa giusta. Questa è la felicità.
Quando mi arrivarono gli sms che annunciavano la nascita dei miei nipotini. Anche allora non stavo nella pelle e cercavo qualcuno con cui condividere. O quando li ho visti per la prima volta, e li ho presi in braccio, perdendomi per sempre in loro. Questa è la felicità.
Quando spiego a Sabrina cosa sia la “polvere di fata” e un “pensiero felice” e che servano per volare; e che non può volare chi si siede dalla parte destra del tavolo, perché c’è un impedimento fisico alla cosa. E lei sorride e dice di sì. Questa è la felicità.
Quando senti il profumo della terra che sale dal suolo assetato alle prime gocce di un temporale estivo. E la mattina ti alzi, c’è una temperatura umana e tu sei viva. Questa è la felicità.
Le due e mezzo di notte, quando lasci la panchina dei giardini dietro casa, dopo una bella chiacchierata, anzi “crastulada”, di ore con un amico speciale. Hai voglia che la serata sia appena iniziata, ma devi mandarlo via, con ancora mille cose da dire, perché, oltre a parlare avete saputo ascoltare insieme il silenzio. Non vuoi dormire, perché desideri che sia già il mattino successivo, quando aprirai la posta elettronica per scrivere solo “Buongiorno! …e grazie!”. Questa è la felicità.
Quando succhi dalla cannuccia, ridendo di qualunque “vicino” avventore del locale, l’ultima goccia del tuo strameritato e agognato mohito in compagnia di Red. Questa è la felicità.
E poi c’è il sole, il mare, il maestrale, i laghi di montagna, la finestra del castello del parco di Laconi, una lettera, un viaggio, una nuova città, una telefonata, un regalo, un sorriso, un incontro, i ricordi, sapere che la malinconia dura solo un attimo, le rondini, i fenicotteri rosa stagliati sul cielo scuro della sera, le stelle, la luna, la notte, la prima alba del nuovo anno, i tramonti, una sorpresa, aiutare qualcuno, una chiesa silenziosa, i sogni, i desideri, un libro, scoprire che una nuova conoscenza è già un’amicizia, vecchie foto, il cimitero di Bonaria, i successi delle persone che hai vicino, le conquiste dell’umanità, i racconti dei vecchi e le parole dei saggi… e tanto tanto altro ancora… Questa è la felicità! 

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