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La ricetta della felicità: un anno dopo. By Red


Mi aaaaammmiiiiiii?
Mi amiiiiiii????

Tempo di ricorrenze, di compleanni, di bilanci, tempo d’estate, che come ormai avrete capito a Red, a me insomma, fa uno strano effetto di malinconia come fosse autunno. Dopo un anno abbiamo scelto lo stesso tema del nostro primo post, un po’ perché anche se facciamo le dure siamo due inguaribili romanticone e un po’ perché è vero che siamo felici, ma è vero anche che non è mai abbastanza! Allora mi sono riletta e dall’alto di ben dodici mesi di esperienza in più, devo dire che la ricetta che ho scritto il 22 luglio 2011 è una ricetta niente male. Ricapitoliamo gli ingredienti: vi dicevo che serve leggerezza, che bisogna essere sconsiderati, saper giocare, curiosità, umiltà, buon gusto, volontà, essere piccoli, dolore, vanità. Gli ingredienti di base credo ancora siano questi, ma si può far di meglio, si possono mettere molte altre cose nel mixer per fare la pozione.
Per essere felici bisogna avere una storia da raccontare, perché senza storie si spengono le luci e si diventa invisibili.
Per essere felici bisogna essere bambini, perché chi non ha occhi per vedere le fate non può sentirsi una di loro.
Per essere felici bisogna saper perdere, perchè la felicità è cambiamento e fantasia, e squadra che vince non si cambia. E poi bisogna sopravvivere al lunedì!
Per essere felice bisogna sapersi perdere, perché la felicità più emozionante è ritrovarsi, dopo un minuto, dopo un anno o dopo una vita.
Per essere felici ci vuole memoria, perché senza ricordi si rischia di non riconoscerla neppure la felicità.
Per essere felici serve un olfatto fino, perché la felicità è il profumo dei gelsomini, quello intenso del mosto, quello inconfondibile del mare, quello invitante del pane caldo.
Per essere felici serve delicatezza, perché la felicità si incontra in un fiore raccolto per strada, che sia infilato tra i capelli o sistemato con cura in un bicchierino in plastica da caffè, o in un fiore sparso in strada, per sa ramadura in una festa paesana.
Per essere felici bisogna stare attenti, perché la felicità è vedere la prima rondine di primavera.
Per essere felici ci vuole tempismo, perché un abbraccio dato con un secondo di ritardo perde più sapore che una birra tenuta aperta una notte intera. 
Per essere felici ci vuole risparmio energetico, perché si sorride di più con una cena a lume di candela che con le stelle nascoste dalle luci di un centro commerciale.
Per essere felici bisogna spogliarsi un po’, perché passi un velo di naturale pudicizia, ma quelli di falso pudore non si possono né vedere né sentire, se non per riderci su!
Per essere felici bisogna saper scegliere perché il troppo ti può distrarre mentre la felicità passa, bellissima e silenziosa come una vera lady.
Prendere gli ingredienti e sminuzzarli uniformemente, unire alla crema omogenea della ricetta di un anno fa. Quest’anno un terzo dell’intruglio cospargetevelo sul capo sperando che funzioni come polvere di fata, un terzo tenetelo per cambiare dimensione se passate dal paese delle meraviglie, un terzo… beh, lo sapete! Unite a ghiaccio, menta, succo di lime, rum bianco, zucchero di canna e soda, adagiatevi e bevete, miagolando, chiacchierando, mugolando, ridendo. E se non basta un bicchiere andranno meglio due!
P.S. poi qualcuno ti dice "sono tornata per un attimo a tutto ciò che mi basta per essere tuttora felice" e ti accorgi che anche quest'anno "mi ami" dei CCCP ha il potere di renderti felice.

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