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Priorità by Red

Per qualcuno essere dei professionisti si manifesta nell’avere una targhetta su uno studio o su una scrivania. Il fatto di essere lavoratori seri lo dimostrano annoiando il mondo con lamentele sulla loro stanchezza, con orribili occhiaie e con abbinamenti di colori impossibili se non ributtanti.
Pensano che la passione per il proprio lavoro traspaia dal non avere altri argomenti, dall’affliggere la colazione o la cena dei colleghi con noiose e banali disquisizioni sul nulla.
Usano parole di cui nemmeno conoscono il significato e sbagliando i congiuntivi sottolineano il fatto che tu a colazione ridi di gusto, parli di calcio, moda o politica facendoti aria con un ventaglio perfettamente abbinato alle scarpe o al vestito, come se questo potesse significare una ridotta credibilità.
Io a volte non ci bado, ma ci sono giorni in cui ci penso e ripenso e non arrivo a capire. Non arrivo a capire che cosa una polo col colletto stirato male possa aggiungere alla professionalità di un uomo. Non arrivo a capire cosa un vestito a fiori o un paio di scarpe rosse possano togliere alla professionalità di una donna. Non arrivo a capire dove sta il confine tra superficialità e mala fede nel giudicare l’operato delle persone dal loro modo di vestirsi, di essere, di approcciarsi alla vita.
Personalmente credo che bellezza, grazia, gentilezza, leggerezza siano un dovere nei confronti del mondo. Credo, e non scherzo, che il copri occhiaie sia un investimento fondamentale nella vita di una donna, soprattutto nei suoi momenti più difficili, credo che il sorriso, quando non si offre da solo, sia un esercizio di volontà e coraggio imprescindibile per dimostrare il proprio rispetto nei confronti del genere umano.
Penso che la differenza vera tra le persone non stia nello scegliere tra un vestito bianco o verde militare, ma nel non aver mai paura di sporcarsi. La differenza non è tra le unghie lunghe o corte, ma nel non temere di spezzarle. La scelta non è se camminare con o senza i tacchi, ma se ci si vuol fermare alla prima stanchezza. La semplicità delle persone non sta nell’ostentare una sciatta banalità, ma nel rendere leggera la propria profondità quanto la propria frivolezza.
Quindi scusate se continuerò sempre a preferire il tavolo degli operai o degli studenti a quello dei colleghi-vipera, se dissimulerò ancora la mia stanchezza con ogni mezzo, se preferirò sempre un posto in una biblioteca con i comuni mortali, se la mattina baderò ai colori che mi metto addosso, se farò ancora più tardi la notte per avere le unghie laccate e scure in cantiere solo perché arrossirei nel mostrarle gialle di terra.
Forse è semplicemente una questione di priorità: per me la priorità è che il mio peso sul mondo sia lieve.
E siccome troppo spesso il sorriso, la leggerezza, la bellezza e la complicità femminile vengono, per invidia, dipinte come cose inutili o cattive io vi dedico (e vi consiglio di bervi) un bel Margarita di mezzanotte, se potete e lo meritate in compagnia di due belle streghe, una Rossa e una Mora.

Commenti

  1. Cara Red, onestamente non si può che concordare su quanto dici. Ovviamente nel senso! Sia per tutti "...il pretesto per approfondire un piccolo problema personale, di filosofia: su come trarre giovamento dal non piacere agli altri, come in fondo ci si aspetta che sia..."
    Amen

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  2. beh, imparare a trarre giovamento dal non piacere agli altri è fondamentale. Ma alla mancanza di rispetto io mi metterei a strillare scandendo bene la parola "ROSSO"

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  3. Le persone vuote parlano per dare aria alla testa! Una persona vuota puo' avere una laurea (o piu') conseguite col massimo dei voti, e una lista di masters piu' lunga di quella della mia spesa settimanale, ma non guarisce dalla banalita' e quindi bisogna lasciarla sguazzare in cio' che ama senza prestare attenzione ai cattivi odori che emana. Saro' cattiva, ma se c'e' una cosa che non apprezzo nel mondo dei grandi e' la cattiveria gratuita sul luogo di lavoro!!

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