Rubrica dell'Almanacco
a cura di Violet
a cura di Violet
Cari amici, questa settimana diamo inizio alla seconda rubrica a cura
dell’Almanacco di Violet. Nell’attenta e curiosa lettura dei quotidiani, che
questo blog condivide quotidianamente con i suoi affezionati lettori, ci
rendiamo conto, ogni giorno di più, di quanto la nostra lingua sia vilipesa e
straziata. Così, alla scoperta dell’esistenza nell’“Almanacco del giorno dopo”
di una rubrica sulla lingua italiana, non ho saputo resistere e la propongo
anche a voi. Naturalmente rivisitata a mio modo.
Buona lettura! …e chissà che impariamo o ripassiamo qualche utile
regola, da applicare e praticare fin da subito!
Conosciamo
l’Italiano? A questa semplice domanda riesco a rispondere in uno e in un
solo modo: “I giornalisti italiani ignorano la grammatica della lingua che
utilizzano tutti i giorni per esprimersi”. E non si tratta solo di trovare qua
e là dei refusi ortografici, facilmente risolvibili se si ripristinasse nelle
redazioni la figura del correttore di bozze (utopia in tempi di crisi e tagli),
ma di un costante uso improprio delle più elementari regole grammaticali.
L’Unione Sarda di oggi, a pagina
5, titola così: Agricoltura, 41 milioni
a rischio. All’interno dell’articolo troviamo: “stanziamento di 243,6
milioni”. Capisco che possa essere questione di tempo e di spazio, cose non
secondarie nella stesura di un quotidiano, ma bisognerebbe pensare anche a chi
legge. Non so a voi, ma quando ero giovane mi si suggeriva in continuazione,
soprattutto da parte dei docenti di Italiano, di leggere libri e quotidiani per
migliorare nell’uso della lingua scritta. Faranno anche oggi i professori tale
raccomandazione a scolari e studenti? E con quali risultati?
Giova qui ricordare che i
“numeri” sono tali e sono costituiti da cifre in Aritmetica. Nella lingua italiana, scritta e parlata, svolgono la
funzione di Aggettivi numerali cardinali
e ordinali.
Quando vogliamo citare una data
ci esprimeremo in questo modo: Oggi è il
3 novembre 2011 oppure Oggi è il 3
novembre dell’anno 2011 o, ancora, Oggi
è il 3 di novembre. Se scrivo una lettera pongo la data in alto a destra e
la faccio precedere dal luogo in cui mi trovo: Cagliari, 3 novembre 2011 oppure Cagliari, 3-XI-’11. Questo è il solo caso in cui uso le cifre in
una composizione d’italiano. Il titolo del nostro Quotidiano preferito avrebbe
dovuto essere Agricoltura, quarantuno
milioni a rischio. E lo stanziamento sarebbe dovuto essere di duecentoquarantatré milioni e seicentomila
euro. Ma, eventualmente, quarantuno
milioni di euro a rischio. E questo perché “milione” e “miliardo” sono
sostantivi.
Ancora qualche esempio di forme
corrette: L’ho già detto tre volte. Ieri ho percorso dieci chilometri a piedi.
Con la dieta ho perso cinque chilogrammi
di peso. La prima guerra mondiale
ebbe inizio nel 1914. Leggi almeno
mezza pagina ma Ho mangiato una pera
e mezzo. Sono le due e mezzo. Usa ambo le mani, o entrambe le mani, ma entrambi
gli occhi. Cito la regola: per indicare la metà si usa mezzo che quando precede il nome, concorda con questo in genere e
numero; rimane invece invariato quando è unito al nome con la congiunzione e. Ultima regola: gli aggettivi numerali collettivi indicano
l’insieme di un determinato numero di cose; sono ambo, ambedue
(indeclinabili) e entrambi che al
femminile fa entrambe.
Parole
parole parole. In questa parte della rubrica vi propongo una parola
appartenente al ricco vocabolario della lingua italiana, che, ahimé, diventa
sempre meno frequentato. La parola di oggi: Accline.
Il suo significato: Inclinato verso il
basso; in senso figurato, invece, incline,
disposto. Come l’ho scelta? Attraverso il consiglio della Società Dante
Alighieri, che nel suo sito propone un’iniziativa molto interessante, Adotta una Parola. Iniziativa che La rassegna stronza ha già accolto e
sponsorizza caldamente. Red, Pink, Black e Violet hanno adottato una parola, e ne
sostengono altre. Voi amici lettori, che aspettate? Per adottare una parola clicca qui
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