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A message to you, Rudy (from Pink)

Mi approprio indegnamente del titolo di questa canzone degli Smiths per qualche riga di lettera a chi, assieme a Nižinskij e a Baryšnikov, ha segnato per sempre la mia passione più grande, ovvero la danza.

"Aveva il carisma e la semplicità di un uomo della terra e l'arroganza intoccabile degli dei"
(M. Baryšnikov)

 
Un messaggio per te, quindi, Rudy. 
Qualche giorno fa è andato un onda un film-documentario di Claudio e Dino Risi (si, proprio quel Dino Risi) sul periodo che passasti alla Scala. Che meraviglia. Mi ricordo il mio primo incontro con te. La mia maestra era fissata con l'educarci all'ascolto della musica classica e ci proponeva periodicamente delle "sperimentazioni educative". Partimmo da Beethoven, poi passammo all'Uccello di Fuoco, finché un giorno arrivasti tu assieme a Margot Fonteyn. L'idea della maestra era di farci vedere "Il lago dei cigni" e francamente non mi andava tanto, "Che noia" pensavo. Ma no. C'eri tu Rudy, eri tu nello splendore più estremo, quasi violento. La musica si può cantare, suonare, immaginare, sentire, ma in quel momento io l'ho vista. Grazie a te io ho visto la musica. Ci sarebbe stato da mettersi lì ad urlare come John Belushi "Ho visto la luce!!!". E invece te ne stavi andando. Sapevi di essere malato, eppure ancora danzavi. Te ne sei fregato del decadimento del tuo corpo splendido (Milva disse di te che avevi un culo spettacolare), anche davanti alle critiche più pressanti sulla potenza che veniva meno. Sappi che questo non ha intaccato il tuo mito, come il ballare coi Muppets. Resta uno dei pezzi più belli della storia della televisione, Rudy. Tanti artisti devono dirti grazie, a partire da Bolle che scegliesti per la parte di Tadzio in "Morte a Venezia", ma ad un livello più basso tutti i danzatori maschi ti devono tanto. Hai dato dignità ai ruoli maschili, da semplici porteurs li hai elevati a personaggi. Prima di te Albrecht era "quello che è il personaggio maschile di Giselle", poi è stato il Principe. Certo, un po' sei stato personaggio anche tu: eri straordinariamente dotato di talento, bellissimo e con una storia personale alle spalle da prima pagina visto che ti era impedito dal governo russo di tornare a casa, come non potevi emergere? Così, extraterrestre dal pianeta della danza, ti sei fatto ammirare dai terrestri. Il caratteraccio era un dettaglio, anche quel "quid" a renderti unico e volubile come ogni vero Artista. Carmelo Bene diceva che la gente avrebbe dovuto pagare con la vita per vedere i suoi spettacoli, se potessi vederti anche io adesso da vivo una volta sola, una, qualche anno lo darei Rudy. Mi dispiace soltanto non averti potuto apprezzare degnamente mentre ancora c'eri, ma aver "consacrato" le mie lezioni di danza al tuo ricordo. Sapere che apparteniamo allo "stesso mondo" mi rende fiera e orgogliosa, anche se tu sei il padrone di casa e io il tappetino del bagno. Sporco, per giunta. Me ne frego delle critiche della Fracci, Rudy, io me ne frego. Sono passati quasi 20 anni da che te ne sei andato, e fu il giorno che sancì il mio passaggio dall'essere bimba all'essere donna. Non me lo dimenticherò mai. L'Epifania che tutte le feste si porta via, si portò via te e un pezzo di me. Grazie comunque Rudy, ovunque tu sia. Per salutarti ti mando il mio pezzo preferito. 
Ciao Rudy!
Pink!

P.s.: Ma alla fine era vero che avevi una liason con Freddy Mercury?


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