Buon divertimento!
La domenica del venerdì della dura
legge del gol
Tanto prima o poi doveva arrivare di
nuovo per periodo dell'anno in cui in campionato si scontrano
Cagliari e Juventus, succede sempre almeno due volte all'anno. Tanto
prima o poi doveva arrivare il periodo in cui mi sento come un nero
ad una riunione del Ku Klux Klan, come già ebbi a dire. Vivere a
Cagliari da juventina, non è facile, non è per niente facile. Ma
che Juve e Cagliari si scontrino due volte nell'arco di 10 giorni è
quanto mai raro. Tra coppa Italia e campionato ben due scontri in 10
giorni che sono andati come sono andati: bene per la Juve e male per
il Cagliari. Innanzitutto si gioca a Parma e mi/vi risparmio i miei
commenti sulla vicenda. Spero solo vivamente, prima o poi, che il
Cagliari uno stadio vero -e non un ammasso di tubi- ce l'abbia, per
la squadra, per i tifosi e per la città. Quella di venerdì è stata
una partita spettacolare sotto diversi punti di vista, primo fra
tutti il modo in cui è arrivata la vittoria. Io ho passato una
settimana terrificante a causa del raffreddore, sono stata senza
voce, senza forze e con un acquario in testa, ma a causa di tanti
impegni non sono riuscita né a riposarmi, né a fermarmi. Così il
mio programma di venerdì era esattamente quello di vedere la partita
svaccata sul divano con la pizza in una mano e la birra nell'altra.
Solo che la partita è iniziata ma la pizza non era arrivata. In
sostanza ho cenato in cucina senza vedere la partita per la durata di
un giro fatto nel circuito di Sepang da Valentino Rossi. Tempo che
però è stato sufficiente per perdermi il rigore assegnato al
Cagliari. E che minchia!!! Manco un minuto e mezzo e la Juve è sotto
di un gol??? Ma com'è possibile? Ci ho messo 5 minuti a capire che
era stato dato un rigore, anche perché non facevano vedere nessun
replay. Cioè, non è che non fosse concepibile per me che Buffon
avesse potuto prendere un gol dal Cagliari (o meglio, per i primi 20
millesimi di secondo ammetto che l'ho pensato...), ma come cavolo era
possibile che fosse successo tutto così velocemente? Poi ho capito
che era un rigore e, siccome non sono portata a dubitare subito a
meno che non si tratti del Milan, ho pensato ad un fallo ben
evidente. Certo che però mi aspettavo che la Juve ci mettesse così
tanto a recuperare anche perché, ammettiamolo, dopo il rigore Buffon
non ha più fatto una parata!!! La Juve ha continuato a cercare il
gol per tutto il primo tempo, compresa un'azione di Quagliarella che
viene abbracciato affettuosamente da Astori (Davidinooooo, ma che
fai????) in area di rigore. E a questo punto partono i sospetti...
Caressa e Bergomi infatti si stupiscono che l'arbitro non conceda il
rigore, ma non tanto per il fallo in sé, quanto per il fatto che “se
ha concesso quello di prima al Cagliari, deve concedere anche
questo!!”, urlano scandalizzati i due (e Bergomi è palesemente
interista!). Mhmmm, aspetta un secondo... Ma che rigore ha concesso
l'arbitro al Cagliari? Un rigore del cacchio, ecco che rigore ha
concesso!!! Non che non ci fosse un fallo in area (io non l'ho
visto...), ma il rigore è stato molto molto molto generoso. Ecco
quindi spiegato perché i due commentatori si chiedevano perché
l'arbitro non desse il rigore e non espellesse Astori (se avesse dato
il rigore, avrebbe ammonito Davide per la seconda volta)... E vabbé,
può capitare! Comunque, finisce il primo tempo e la Juve è sotto.
Inizia il primo tempo e la Juve continua ad essere sotto, i giocatori
del Cagliari picchiano come scagnozzi della mafia russa e della
Yakuza messi assieme. Fioccano cartellini su cartellini, da ambo le
parti in effetti, ma qualche giocatore del Cagliari rischia di
beccarsi più e più volte il secondo, tipo Murru o Ariaudo... Poi ad
un certo punto, sugli sviluppi di un calcio d'angolo per la Juve
(che, ricordiamolo, è ancora sotto di un gol...) Nainggolan decide
che Asamoah stava rischiando di sbattere su un palo e lo spinge
letteralmente lontano dalla palla che, se colpita, sarebbe entrata al
95%. Minchia, questo è rigore, cazzo!!! No, invece non lo è,
l'arbitro non fischia! Ma vaffaaaaaaaaaaaaaaaa... Che palle! E vabbè,
può capitare! Porca vacca però! Strappiamo almeno un punto! Pochi
minuti dopo Astori viene espulso per doppia ammonizione, e con lui
anche Pulga per proteste. Tié! Insomma, per una volta una buona
azione dell'arbitro. Dopo di ciò, Del Fabro fa fallo su Giovinco e
stavolta è rigore davvero. Ma chiaramente, come da tradizione
recente juventina, Vidal lo sbaglia... Smadonno a più non posso per
l'ennesima volta mentre tutti attorno a me se la ridono alla
grandissima. Ma vaffaaaaaaaaaaa sto cazzo!!! (Moltiplico le
finezze...). E poi entra Matri... Conte butta in campo l'ex morto che
il Cagliari fa risorgere! Prima di rapina segna il pareggio e poi
addirittura raddoppia! Oh, nel giro di pochi minuti la Juve passa da
1-0 a 1-2 e mi scoppia la risata allucinante!!! Ahahahahahaha!!! Roba
da tenersi la pancia e ridere rotolando sul divano! Sembra un sogno,
ma invece è proprio così! Non solo il gol dell'ex, ma la doppietta
dell'ex che non segnava da un anno praticamente! Ahahahahhahaha!!! Mi
dispiace, mi dispiace seriamente per Red, per Violet, per tutti i
miei concittadini, amici e tifosi del Cagliari, ma io sono scoppiata
a ridere e non riesco a smettere manco adesso che ci ripenso!
Perdonatemi e fucilatemi! Poi... E poi niente, arrivano 6 minuti di
recupero, che forse sarebbe stato meglio se fossero stati 5, in cui
Vucinic spinge in rete un gol già fatto di Giovinco. 1-3! Il
Cagliari ha giocato molto bene bastonate a parte, questo va detto. Ma
sapete come si dice? “E' la dura legge del gol, fai un gran bel
gioco però...”, “prendila così, non possiamo farne un
dramma...”, “cosa vuoi che sia, passa tutto quanto, basta un po'
di tempo e ci riderai su”, “forse qualcosa s'è salvato, forse
non è stato tutto sbagliato, forse era giusto così, forse, ma
forse, ma si!”. Mi vengono in mente solo citazioni musicali un po'
canzonatorie, ma cosa ci posso fare? Io sono seriamente contenta,
visto come è andato poi il resto della giornata: l'Inter che perde e
va a -10, la Juve che fa il nuovo record di punti conquistati in un
anno solare, il Napoli penalizzato e con Cannavaro squalificato per
due mesi. Eeeh, insomma... Un gran bel Babbo Natale, non c'è che
dire! Quello che non capisco è perché Cellino abbia da recriminare
sull'arbitraggio. Ma abbiamo visto la stessa partita? Cioè, cosa gli
è sfuggito? Il Cagliari recrimina su un presunto fallo di mano di
Vidal, fallo che non c'è! Per esserci, il braccio deve ampliare
l'area del corpo, ma quello di Vidal era attaccato alla pancia per
proteggersi da un'eventuale pallonata. Quindi, Cellino che cacchio
dici??? Insulti la Juve dicendo che non ha voluto giocare a Cagliari,
peccato che la Lega avesse già spostato tutto a Parma, e poi hai il
coraggio di parlare di campionato falsato? No, vabbè... Il punto è
che c'è davvero gente che gli da retta, che crede che abbia ragione!
Che la smetta Cellino di fumarsi gli spinelli in tribuna!
Ma comunque, la partita è andata bene,
io sono felice! Non mi resta che augurarvi un sereno Natale e un buon
2013!!!
La domenica del CHE PALLE!
“Non ce l’avete fatta a rubarci tre punti!”
“Non mi risulta che abbiamo mai rubato niente”
“Vorresti dire che abbiamo rubato noi?”
“Si gioca a calcio, si vince o si perde. Non c’è bisogno che qualcuno rubi qualcosa”.
Il mondo alla rovescia: uno juventino che attacca con la storia dei ladri o non ladri, e una focosa tifosa di una provinciale che butta acqua sul fuoco.
Che palle! Tre a uno contro i gobbi, dopo Trieste, Parma piena di bianconeri festanti! Pensa tu che felicità. E la cosa bella è che Red si riscopre Grisù in mezzo a una caterva di tifosi juventini che si arrabbiano e mettono fuoco sulle dichiarazioni di Cellino. Avete vinto, che volete da Red? È di buon umore la vostra beniamina, volete andarle per traverso più di quella carogna di Matri? Che palle!
Ma l’avete mai letto cosa pensa Red di Massimo “tagliategli la testa” Cellino? Ma a che ora e in che giorno l’avete sentita difendere il signorotto del Cagliari Calcio? Volete sapere cosa pensa Red di tutte le polemiche sull’arbitraggio? Lo sapete, non fate gli gnorri: Red pensa che “rigore è quello che arbitro fischia” e via dicendo con Boskov for ever end ever. Il che non vuol dire che Red non insulti gli arbitri: lei può urlare allo stadio cose come: “Cornuto di un Romeo, guarda che Giulietta se la sta spassando con Mercuzio!” o “Non si preoccupi signora, noi perderemo ma quello stanotte la passa attaccato a un gabinetto”. Queste cose valgono per la partita e per l’immediato dopo partita, quando gli animi sono eccitati e si è in trance agonistica anche seduti su un divano. Dopo di che, finché non si fa un discorso serio, tutto il resto è Muntari, ovvero un colossale fracassamento di palle. Se Red non si mette mai a scrivere su “rigore vero”, “episodio discutibile”, “fuorigioco inesistente” o “Gol fantasma” non è perché non pensi che gli arbitri sbaglino e a volte decidano le partite, non perché non conosca il regolamento e non sappia discutere sul millimetro del fuorigioco, né perché voglia fare la donna equilibrata, ma semplicemente perché è una palla colossale! Son discorsi che fanno ridere mezz’ora la domenica notte alla Domenica Sportiva mentre la palpebra scende e il telecomando in mano può far tacere le banalità più noiose. Se vogliamo parlare di campionati falsati parliamo di punire gli arbitri che sbagliano, di pensare a tornare alle 16 squadre o, meglio ancora a una A1 e A2 con play off, play out e senza scemenze su provinciali e grandi. Con un singolo episodio mi annoio, a morte. Scusate la lunga premessa ma stavolta mi ha annoiato questa storia, non la partita, non la sconfitta, ma il dopo partita. Il calcio è sport, è geometrie, estetica del gesto atletico e del movimento corale di una squadra, è litigata bonaria tra tifosi: è Violet che scherza sulle Pink terne, è Pink che ride cantando la dura legge del gol, è Red che augura malanni alle ginocchia di Matri e che si veste di rosso blu per tutto il giorno della fine del mondo per passare all’eternità senza essere scambiata per una Signora. Il calcio non è Red che viene cercata in discorsi sulla integrità mentale o morale di Cellino, o che viene informata che lo scudetto del 70-71 è stato comprato da Rovelli per poter impiantare la chimica in Sardegna e inquinare definitivamente la sua terra. Di queste polemiche ridicole se ne priva volentieri, che palle!
E adesso la partita!
Red non l’ha vista, ma ha tratto dall’andamento della stessa numerosi insegnamenti.
Al fischio iniziale Red non era allo stadio: non a is Arenas né al suo amato sant’Elia. Parma era troppo lontana (Red vorrebbe tanto che la sua città avesse biblioteche, teatri e uno stadio. Vorrebbe cultura a Cagliari, il che vuol dire anche che preferirebbe mille volte uno stadio comunale in gestione alla squadra rispetto uno stadio privato stile Juventus: il calcio e lo sport sono di tutta la città!). In mancanza di stadio va a Buon Cammino, partecipando a una fiaccolata di solidarietà per i carcerati e le loro famiglie. In questa fase Sau si procura un rigore e Pinilla lo trasforma. Primo insegnamento: l’impegno sociale porta bene.
Red torna a casa e cena chiacchierando con la sua famiglia. Dalle notizie che legge scaricando la batteria del suo cellulare i gobbi se la fanno sotto, il primo e l’inizio del secondo tempo vanno bene. Fioccano ammonizioni, l’agonismo è alle stelle, il risultato non cambia e il gioco soddisfa. Vidal sbaglia un rigore. Secondo insegnamento: il calore familiare e il calore agonistico… insomma, il calore porta bene!
Red finisce di cenare e passa ad attaccarsi alla stufa, la batteria del cellulare inizia a pigolare. Astori è espulso per doppia ammonizione. In cucina accendono la radio. Pulga è espulso per proteste. Terzo insegnamento: cambiare troppo mentre si vince non porta tanto bene.
Il volto della partita cambia radicalmente. Quarto insegnamento: quel che i campioni d’Italia non riescono a fare in parità numerica fanno un pochino meglio con un uomo in più!
Entra Matri in campo. Red non è contenta. La carogna segna. Quinto insegnamento: gli ex vanno soppressi da piccoli.
Il Cagliari si stanca sempre di più, non ha più cambi, Ekdal ha i crampi, la Juventus ci bombarda la porta, Agazzi è troppo bellino. Sesto insegnamento: con qualche grado in più, che so io, giocando in una bella e soleggiata città di mare in un’isola magari verrebbero meno crampi e non dovremmo finire la partita pressoché in nove.
Sei minuti di recupero. Matri e Vucinic fanno due e tre. Red nemmeno dice le parolacce. Pink canta ridendo canzoni interiste. Settimo e ottavo insegnamento: I supplementari portano male (e se ne accorgeranno presto anche le ginocchia dei marcatori juventini) e Pink a volte ha gusti musicali agghiaccianti.
Tre fischi. Fine della partita. Nono insegnamento: il suono del fischietto è uguale per tutti, ma a volte è particolarmente fastidioso.
Poi il dopo partita: che palle! Che palle i silenzi stampa e che palle i fiumi di parole. Che palle le code di paglia che si sprecano e che palle non aver potuto applaudire il mio Cagliari dopo una prova difficile, finita male, ma sofferta, giocata, vissuta.
Chiudiamo l’anno con una brutta classifica, con una situazione difficile. Non mi piace quel che capita intorno alla società e allo stadio, che non mi sia mai piaciuto il presidente “Tagliategli la testa” non è un mistero e penso che queste pressioni esterne non facciano bene al nostro campionato. Eppure… questo Cagliari è il mio Cagliari! Abbiamo una rosa di gioiellini (che adoro Pattolino bello del mio cuore ve l’ho già detto?), un vivaio scoppiettante, un gioco che quando giochiamo siamo belli. E poi ci facciamo fregare da distrazioni, ingenuità, pasticci clamorosi. Ma questa squadra ha un cuore e un’anima grande così e io sono fiera di lei! Forse perché mi somiglia? Forse il rosso che ci accomuna ci rende magici e ci frega?
Infine si spengono le luci e si analizza la situazione e si capisce il vero perché siamo sempre più giù in classifica: porca miseria, da quand’è che non incontro Giggi Riva? Giggi, ci manchi!!! Decimo insegnamento: il Cagliari senza Giggi Riva è perduto, Rovelli o non Rovelli. Alla faccia dei presidenti passati, attuali e futuri, dei Maya che non hanno fatto finire il mondo sull’uno a zero e degli artigiani del calcio parlato.
Buon natale dalle Giggi's!!!
La domenica del CHE PALLE!
“Non ce l’avete fatta a rubarci tre punti!”
“Non mi risulta che abbiamo mai rubato niente”
“Vorresti dire che abbiamo rubato noi?”
“Si gioca a calcio, si vince o si perde. Non c’è bisogno che qualcuno rubi qualcosa”.
Il mondo alla rovescia: uno juventino che attacca con la storia dei ladri o non ladri, e una focosa tifosa di una provinciale che butta acqua sul fuoco.
Che palle! Tre a uno contro i gobbi, dopo Trieste, Parma piena di bianconeri festanti! Pensa tu che felicità. E la cosa bella è che Red si riscopre Grisù in mezzo a una caterva di tifosi juventini che si arrabbiano e mettono fuoco sulle dichiarazioni di Cellino. Avete vinto, che volete da Red? È di buon umore la vostra beniamina, volete andarle per traverso più di quella carogna di Matri? Che palle!
Ma l’avete mai letto cosa pensa Red di Massimo “tagliategli la testa” Cellino? Ma a che ora e in che giorno l’avete sentita difendere il signorotto del Cagliari Calcio? Volete sapere cosa pensa Red di tutte le polemiche sull’arbitraggio? Lo sapete, non fate gli gnorri: Red pensa che “rigore è quello che arbitro fischia” e via dicendo con Boskov for ever end ever. Il che non vuol dire che Red non insulti gli arbitri: lei può urlare allo stadio cose come: “Cornuto di un Romeo, guarda che Giulietta se la sta spassando con Mercuzio!” o “Non si preoccupi signora, noi perderemo ma quello stanotte la passa attaccato a un gabinetto”. Queste cose valgono per la partita e per l’immediato dopo partita, quando gli animi sono eccitati e si è in trance agonistica anche seduti su un divano. Dopo di che, finché non si fa un discorso serio, tutto il resto è Muntari, ovvero un colossale fracassamento di palle. Se Red non si mette mai a scrivere su “rigore vero”, “episodio discutibile”, “fuorigioco inesistente” o “Gol fantasma” non è perché non pensi che gli arbitri sbaglino e a volte decidano le partite, non perché non conosca il regolamento e non sappia discutere sul millimetro del fuorigioco, né perché voglia fare la donna equilibrata, ma semplicemente perché è una palla colossale! Son discorsi che fanno ridere mezz’ora la domenica notte alla Domenica Sportiva mentre la palpebra scende e il telecomando in mano può far tacere le banalità più noiose. Se vogliamo parlare di campionati falsati parliamo di punire gli arbitri che sbagliano, di pensare a tornare alle 16 squadre o, meglio ancora a una A1 e A2 con play off, play out e senza scemenze su provinciali e grandi. Con un singolo episodio mi annoio, a morte. Scusate la lunga premessa ma stavolta mi ha annoiato questa storia, non la partita, non la sconfitta, ma il dopo partita. Il calcio è sport, è geometrie, estetica del gesto atletico e del movimento corale di una squadra, è litigata bonaria tra tifosi: è Violet che scherza sulle Pink terne, è Pink che ride cantando la dura legge del gol, è Red che augura malanni alle ginocchia di Matri e che si veste di rosso blu per tutto il giorno della fine del mondo per passare all’eternità senza essere scambiata per una Signora. Il calcio non è Red che viene cercata in discorsi sulla integrità mentale o morale di Cellino, o che viene informata che lo scudetto del 70-71 è stato comprato da Rovelli per poter impiantare la chimica in Sardegna e inquinare definitivamente la sua terra. Di queste polemiche ridicole se ne priva volentieri, che palle!
E adesso la partita!
Red non l’ha vista, ma ha tratto dall’andamento della stessa numerosi insegnamenti.
Al fischio iniziale Red non era allo stadio: non a is Arenas né al suo amato sant’Elia. Parma era troppo lontana (Red vorrebbe tanto che la sua città avesse biblioteche, teatri e uno stadio. Vorrebbe cultura a Cagliari, il che vuol dire anche che preferirebbe mille volte uno stadio comunale in gestione alla squadra rispetto uno stadio privato stile Juventus: il calcio e lo sport sono di tutta la città!). In mancanza di stadio va a Buon Cammino, partecipando a una fiaccolata di solidarietà per i carcerati e le loro famiglie. In questa fase Sau si procura un rigore e Pinilla lo trasforma. Primo insegnamento: l’impegno sociale porta bene.
Red torna a casa e cena chiacchierando con la sua famiglia. Dalle notizie che legge scaricando la batteria del suo cellulare i gobbi se la fanno sotto, il primo e l’inizio del secondo tempo vanno bene. Fioccano ammonizioni, l’agonismo è alle stelle, il risultato non cambia e il gioco soddisfa. Vidal sbaglia un rigore. Secondo insegnamento: il calore familiare e il calore agonistico… insomma, il calore porta bene!
Red finisce di cenare e passa ad attaccarsi alla stufa, la batteria del cellulare inizia a pigolare. Astori è espulso per doppia ammonizione. In cucina accendono la radio. Pulga è espulso per proteste. Terzo insegnamento: cambiare troppo mentre si vince non porta tanto bene.
Il volto della partita cambia radicalmente. Quarto insegnamento: quel che i campioni d’Italia non riescono a fare in parità numerica fanno un pochino meglio con un uomo in più!
Entra Matri in campo. Red non è contenta. La carogna segna. Quinto insegnamento: gli ex vanno soppressi da piccoli.
Il Cagliari si stanca sempre di più, non ha più cambi, Ekdal ha i crampi, la Juventus ci bombarda la porta, Agazzi è troppo bellino. Sesto insegnamento: con qualche grado in più, che so io, giocando in una bella e soleggiata città di mare in un’isola magari verrebbero meno crampi e non dovremmo finire la partita pressoché in nove.
Sei minuti di recupero. Matri e Vucinic fanno due e tre. Red nemmeno dice le parolacce. Pink canta ridendo canzoni interiste. Settimo e ottavo insegnamento: I supplementari portano male (e se ne accorgeranno presto anche le ginocchia dei marcatori juventini) e Pink a volte ha gusti musicali agghiaccianti.
Tre fischi. Fine della partita. Nono insegnamento: il suono del fischietto è uguale per tutti, ma a volte è particolarmente fastidioso.
Poi il dopo partita: che palle! Che palle i silenzi stampa e che palle i fiumi di parole. Che palle le code di paglia che si sprecano e che palle non aver potuto applaudire il mio Cagliari dopo una prova difficile, finita male, ma sofferta, giocata, vissuta.
Chiudiamo l’anno con una brutta classifica, con una situazione difficile. Non mi piace quel che capita intorno alla società e allo stadio, che non mi sia mai piaciuto il presidente “Tagliategli la testa” non è un mistero e penso che queste pressioni esterne non facciano bene al nostro campionato. Eppure… questo Cagliari è il mio Cagliari! Abbiamo una rosa di gioiellini (che adoro Pattolino bello del mio cuore ve l’ho già detto?), un vivaio scoppiettante, un gioco che quando giochiamo siamo belli. E poi ci facciamo fregare da distrazioni, ingenuità, pasticci clamorosi. Ma questa squadra ha un cuore e un’anima grande così e io sono fiera di lei! Forse perché mi somiglia? Forse il rosso che ci accomuna ci rende magici e ci frega?
Infine si spengono le luci e si analizza la situazione e si capisce il vero perché siamo sempre più giù in classifica: porca miseria, da quand’è che non incontro Giggi Riva? Giggi, ci manchi!!! Decimo insegnamento: il Cagliari senza Giggi Riva è perduto, Rovelli o non Rovelli. Alla faccia dei presidenti passati, attuali e futuri, dei Maya che non hanno fatto finire il mondo sull’uno a zero e degli artigiani del calcio parlato.
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