SIGLA!!!
Sole: A Cagliari
(Sardegna, Europa, pianeta Terra, Sistema Solare, Via Lattea, Universo) il sole
sorge alle 7:23 e tramonta alle 17:00.
Luna: La luna è calante.
Il 5 di dicembre entrerà nel suo ultimo
quarto.
Onomastici: Tantissimi auguri a tutte coloro e tutti coloro che
portano il nome di: Abacuc (profeta),
Aurelia, Bianca (di Castiglia), Silverio
(2 dicembre); Francesco (Saverio), Birino, Sofonia (3 dicembre); Barbara,
Giovanni (Damasceno), Ada, Cristiano,
Cirano (4 dicembre); Consolata (di Pavia), Dalmazio, Saba (5 dicembre); Nicola,
Pietro (Pascasio), Asella (6 dicembre); Ambrogio, Fara, Serena (7
dicembre); Immacolata e Concetta (Immacolata Concezione della
Vergine Maria), Eucario, Macario, Sabina (8 dicembre); Anna
(madre di Samuele), Juan Diego (veggente
di Guadalupe), Siro (di Pavia), Vittore (di Piacenza), Valeria (9 dicembre).
Il Santo: Il 4 di dicembre la Chiesa ricorda Barbara, decapitata con la spada da Dioscoro, suo padre, il quale
venne poi colpito da un fulmine. Secondo la tradizione, Barbara viene invocata
contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. È patrona degli architetti,
dei minatori, dei moribondi, dei fucili e della polvere da sparo, dei Vigili
del Fuoco.
Compleanni storici: Buon compleanno ad Emilio Lussu, nato il 4 dicembre 1890.
Questa settimana accadde: Il 9 dicembre 1980 a Palermo fu fondato il
primo circolo Arcigay. Solo nel 1985
l’Arcigay divenne un’associazione a diffusione nazionale.
La notizia del giorno… un anno dopo: per la saga degli uccelli, anche questa settimana per voi una notizia
sui nostri amici pennuti! Fino a domenica – Uccelli di pregio, mostra alla
Fiera (unione Sarda, Edizione del 9 dicembre 2011, p. 23).
Feste e ricorrenze: Il 3 di dicembre si celebra la Giornata Europea per i Diritti delle Persone
Disabili.
Feste e ricorrenze private: Auguri al Cavalier Strutto che il 6 fa
l’onomastico. E a tutti i Nicola nostri fans e amici, by la Rassegna! Il 7
dicembre tanti tanti auguri a Gad (Lerner obviously) da parte di Red.
Curiosità: A partire dal 6 di dicembre inizia un mese dedicato ai
“doni”, da fare ai bambini e da scambiarsi, i segno di augurio, ricordo,
pensiero, riconoscenza. Il 6 di dicembre
è il primo appuntamento dedicato a questa tradizione: la festa religiosa a cui
è legata tale data è san Nicola,
vescovo di Myra, conosciuto nell’Europa del nord come Saint Nicholaus (da cui
Santa Claus, cioè Babbo Natale). È un santo molto antico e venerato sia dalla
Chiesa Cattolica che da quella Ortodossa, e che, secondo la tradizione, portava
regali ai bambini poveri della propria città. In particolare la leggenda narra
che donò tre mele a tre bambini poveri ed esse, nottetempo, si tramutarono in
oro. A Bari, in molti paesi del Sud Italia, della Grecia e in varie località
del Nord, accomunate dall’essere state parte dell’Impero Austro-Ungarico (Lecco,
Trieste, Gorizia, Belluno, Trentino ed Alto Adige, per restare in Italia), i
bambini ricevono piccoli doni in occasione della sua festa. La seconda data
dedicata ai regali è il 13 di dicembre,
Santa Lucia. Poi abbiamo i più
conosciuti e diffusi, Natale ed Epifania.
La matita rossa e blu: Ovvero: conosci l’italiano? Nella
segnalazione di oggi, però, si tratta di: conosci il sardo? Lo spunto Violet
l’ha avuto una mattina che aspettava la metro alla fermata “Centro Commerciale”.
Nel muro di fronte, qualche imbrattatore, che si firma “Alterego”, scrive così:
SUGUNNE MAMA RUA. Ora, volgarità gratuita a parte: è mai possibile che non si
abbia idea di cosa si dica e nemmeno di cosa si scriva? SU: articolo maschile
singolare. CUNN(U): nome comune di cosa. ‘E (=de): preposizione semplice. MAMMA
(non “mama”): nome comune di persona. TUA (non “rua”): aggettivo possessivo,
riferito a mamma.
Le buone maniere di ieri e di oggi: Le buone maniere esistono anche
sui mezzi pubblici? E si dovrebbero rispettare? Non vi sembri strano se Violet
intende dare una risposta affermativa a questa domanda e si accinge a spiegarvi
il perché. A Brescia, per esempio, è stato varato recentemente un nuovo
regolamento per coloro che viaggiano sui mezzi pubblici: esso si apre proprio
con alcune semplici regole di buona educazione che dovrebbero essere rispettate
da tutti. “La precedenza a sedere va riservata alle donne incinta e alle
persone con difficoltà motorie”. Io raccomanderei anche di cedere il posto alle
persone anziane, di non parlare a voce alta, di non insultare gli altri
viaggiatori né, tanto meno, il conducente. Aggiungerei di rispettare gli
sportelli per la salita e la discesa, la priorità di discesa nelle porte atte a
tutt’e due i movimenti, non intralciare il passaggio. E poi, perché non provare
a ricordarsi di essere in compagnia di altre persone? Non occupare più di un
posto a sedere, anche se il mezzo fosse vuoto: questo permette a chi sale di
non sentirsi rifiutato, né obbligato a chiedere che gli venga concesso, come
favore, il sacrosanto diritto a sedersi in uno qualunque dei posti disponibili
nel mezzo. Non mettere i piedi sui sedili: qualcun altro prima o poi andrà ad
occuparli e non è carino che li trovi insozzati da qualunque residuo lasciato
dalle suole delle scarpe altrui. Ancora più attenzione bisogna fare a non
poggiare i piedi agli appositi sostegni per le mani (dovrebbe bastare il
termine a farne intuire il motivo). Da ultimo, gli appositi sostegni, appunto:
perché monopolizzarli e ballarci la lapdance, mentre gli altri passeggeri crollano
al suolo a causa di una brusca frenata? Per praticare le buone maniere sui
mezzi pubblici, come vedete, bastano due semplici regole: la consapevolezza di
non essere soli al mondo e l’accorgersi di chi ci sta intorno. Alla prossima!
Il Lama racconta: Si racconta che l’8 dicembre di tanti anni fa un
giovane prete si preparava a dir messa presso un altare laterale di una chiesa
del centro di Torino. In quel momento entrò un ragazzo, sui 15 anni, e il
sacrestano gli chiese di andare a servire la messa al giovane prete. Ma, poiché
egli non sapeva farlo, prese la scopa per cacciarlo via. Il sacerdote lo fermò,
affermando che fosse suo amico e gli chiese di aspettarlo alla fine della
funzione perché doveva parlargli di cose della massima importanza. Fu così che
si ritrovarono nel cortiletto vicino alla chiesa e iniziarono a parlare. Al
sacerdote bastarono poche domande per capire che quel giovanetto fosse solo al
mondo: era orfano, lontano dal paese natio, solo in una città ostile per cercare
lavoro. Non sapeva scrivere, né leggere. Non aveva imparato le preghiere. Però
il prete scoprì che sapeva “fischiare”. Allora vide un lampo negli occhi del
ragazzo: un sorriso e divennero amici! Ma un prete, soprattutto a quei tempi,
rimane sempre un prete. Lo invitò a dire insieme un’Ave Maria, anzi la recitò
lui per tutt’e due. Dicono che così nacque l’oratorio. E raccontano che gli
oratori, dopo 171 anni, siano ancora un luogo per fischiare, sorridere insieme
e farsi tanti amici.
Così parlò zio Gecob: Ti
criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno
al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi
vivi, fai quello che ti dice il cuore. La vita è come un'opera di teatro, ma non
ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua
vita, prima che l'opera finisca priva di applausi.
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