Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il sole sorge alle 7:39 e tramonta alle 17:03.
Luna: Luna gibbosa crescente. Il 27 di dicembre sarà luna piena.
Onomastici: Tantissimi auguri a tutte coloro e tutti coloro che
portano il nome di: Dagoberto, Ivo, Servolo
(23 dicembre); Adele (di Pfalzel), Delfino, Irmina, Rachele (24
dicembre); Natale, Natalina e Natalino, Eugenia (di Roma), Susanna (25 dicembre); Stefano,
Dionigi, Zenone, Zosimo (26
dicembre); Giovanni (apostolo,
evangelista, amico di Gesù), Teodoro
e Teofane (27 dicembre); Caterina
(Volpicelli), Gaspare (28
dicembre); Tommaso (Becket), Davide (re), Marcello, Martiniano (29
dicembre); Ermete, Eugenio (di Milano), Felice (I papa), Giocondo (di Aosta), Raniero
(30 dicembre).
Il Santo: Il 29 di dicembre la Chiesa ricorda Davide, re d’Israele un migliaio di anni prima di Cristo. Fu il
padre di Salomone, il re più grande e saggio che la storia di Israele ricordi e
che i libri della Bibbia narrino. Il giovane Davide sconfisse Golia, gigantesco
combattente dell’esercito filisteo, che spadroneggiava sulla Palestina di
allora. A lui, la Bibbia attribuisce diversi salmi: per questo, è patrono di
musicisti, cantanti, poeti.
Il nome: Questa settimana vi suggerisco il nome Davide, antico e
regale. È, infatti, un nome di origine ebraica e appartenne ad uno dei più
grandi re della storia del popolo di Dio. Deriva da Dawidh, che significa “diletto,
amato” e quindi assume un significato più ampio di amato da Dio, e il re Davide lo fu realmente! Il suo numero
fortunato è il 4; il suo colore il blu; la sua pietra portafortuna è il
diamante; il metallo ad esso corrispondente è l’oro. È un nome molto usato in
Italia, dove lo portano più di ottantatremila
uomini, cioè circa lo 0,14% della popolazione. Si classifica al centoseiesimo posto tra i nomi più
comuni. La sua distribuzione nel territorio del nostro Paese è piuttosto
uniforme, anche se maggiore nel Nord Italia, con una punta in Valle d’Aosta, dove troviamo l’8,1% di
tutti i Davide d’Italia. Davide: determinato, ammirato, vitale, innovatore,
esilarante!
Compleanni storici: Yutaka Yu
Yamamoto, il babbo di Pollon ed altri, per intenderci, nacque il 24
dicembre 1946. Auguri!!!
Questa settimana accadde: Per i grandi ed i piccini: il 27 dicembre
1908 uscì il primo periodico a fumetti italiano. Si trattava del Corriere dei Piccoli e nacque come
supplemento del Corriere della Sera.
La notizia del giorno… un anno dopo: (per la saga più amata da Violet: papa, chi più re di me?) San
Sperate. Un corso per produrre papa reale (Unione Sarda, Edizione del 27
dicembre 2011, p. 25).
Feste e ricorrenze: Il 27 di dicembre è la Festa dell’amicizia e degli amici. Un po’ la festa di tutti noi, di
chi è, o almeno si impegna ad essere, un amico sincero, giorno dopo giorno!
Auguri a Violet, che conosce e pratica quest’arte. Auguri a tutti gli amici!!!
…e dedichiamoci un pensiero piccolo piccolo, ma palpabile…
Curiosità: Vi chiederete: come, Violet si è scordata che il 25 di
dicembre è Natale? Naturalmente no! Tutti sappiamo che è Natale, ve ne ho
parlato lo scorso anno, ed abbondantemente. Ho scritto la mia letterina per
Babbo Natale, i consigli per i regali che vi hanno parlato di me, di ciò in cui
credo e di cosa pensi di questa festa… e poi seguite la Rassegna in questi
giorni: non vi lasceremo soli!
Il Lama racconta: Sapete che mi
raccontavano, quando chiedevo del significato del Solstizio d'Inverno? Mi dicevano che un tempo, quando si giungeva al
culmine delle notti, il sole si fermava nel cielo, per tre lunghi giorni. Tre
giorni in cui la corsa nel cielo era impercettibile, tre giorni in cui non si
lavoravano i campi, si faceva il minimo indispensabile
per gli armenti, non si intraprendevano viaggi o commerci. Si attendeva, pazienti, che la corsa dell'astro del
giorno ricominciasse. E in quell'attesa si raccontavano storie attorno al fuoco, e si rispondeva alle mille
domande che ogni giovane membro del clan ritenesse di porre. E siccome una delle richieste che veniva fatta più di
frequente in quei giorni riguardava proprio il senso di quell'attesa così insolita nella vita di un clan celta, una
sera il Bardo più anziano prese così la parola: “Il tempo è un fiume che scorre, una ruota che gira. Avete goduto delle
corse nei prati fioriti, delle danze attorno ai grandi covoni d'orzo, avete raccolto
le sorbe e le zucche nella danza delle foglie cadenti.. ora è il tempo di
lasciare alla terra il suo
riposo, è tempo di interrare il seme e di riparare gli attrezzi. Anche il Sole
ha rallentato la sua corsa, ed è
quasi immobile nel cielo.. ma non è morto. Come non è morta la terra. Sapete, non è un caso che noi contiamo
i giorni partendo dalle notti. Cresciamo nel buio ventre delle nostre madri,
così come i semi germogliano
sepolti nella terra, coperti dalla neve. Così anche la ruota dell'anno rinnova
il suo ciclo partendo dal freddo e
dall'oscurità. La terra ha dato frutto, è stanca, prosciugata, ha bisogno di
accogliere le foglie e gli steli morti
delle messi e dei grandi Alberi, e dalla loro decomposizione estrarre rinnovato
nutrimento ed energia. Dalla morte nuova vita, da ciò che viene scartato la
fertilità dei futuri raccolti. Il sole
attende di riprendere a crescere la sua corsa nel cielo. E la sua attesa ci è
utile perchè ci dona il tempo di riflettere sul nostro operato passato, su come
migliorare le cose, su come lasciare andare ciò che non ci serve ed affrontare il fardello dei giorni armati solo
dell'essenziale. Mentre attendiamo pazienti, nuovi membri del
clan crescono nel grembo delle loro madri, delle vostre madri. Le pecore sono gravide di agnelli, le ghiande mettono
radici, e i grandi abeti continuano imperturbabili ad aprire i loro aghi e a
scrollarsi di dosso la neve. La quercia
dorme, l'agrifoglio mostra le sue bacche rosse e lucenti. Alban Arthuan, la Luce di Artù.. il nuovo sole è una
piccola fiammella, ma brilla nitida nell'oscurità. Nel buio più profondo, non la speranza, ma la promessa del nuovo sole, del
Sol Invictus, che rialza il capo dall'ombra e torna a salire nel cielo. Come potete dire che è un tempo sopito, questo che
ribolle di esistenza sommersa? Questo è
un tempo per lasciar riposare la zappa, ed affilare la mente” (Racconto del Solstizio d’Inverno, Arth,
amico della Rassegna Stronza).
Così parlò zio Gecob: Aspettami alla meridiana lunare, Caravaggio.
È un posto dove il debole può entrare nel forte.
Così aggiunse Violet: Auguri, Arth! È solo dei grandi uomini fare
regali, e non riceverli, il giorno della loro festa. Grazie!
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