Anche
questo 2012 sta volgendo al termine e Natale si avvicina.
Per me,
il Natale è sempre stato un periodo particolare, con le sue luci, gli odori, le
speranze, l’attesa, il freddo, il fuoco del camino…
Da
bambina lo vivevo con trepidante attesa, perché sapevo che avrei passato,
almeno qualche giorno, con i miei nonni.
I miei
nonni paterni vivevano “in continente”. Si diceva così (qualcuno un po’ più
anziano ancora lo dice), quando si parlava di città che non stavano in suolo
sardo. Tutto ciò che si trovava fuori dall’Isola, era “in continente”.
Il mio
nonnino si preoccupava per tempo di andare all’agenzia di viaggi per fare i
biglietti (in quel periodo non c’erano mica Ryanair e internet). Quando tornava
a casa con quei magici foglietti, telefonava per comunicarci le date.
Già da
settembre, iniziavo a fare il conto alla rovescia…
Non
vedevo l’ora di farmi coccolare da lui.
Mio
nonno aveva l’aria burbera e severa ma sapeva essere così affettuoso e dolce.
Dolce come la meringata che preparava per me e per i miei cugini. I miei cugini
non erano anche suoi nipoti, ma erano sempre coinvolti nella preparazione o
quanto meno nella mangiata, della meringa.
Una
meringa gigante! Lui montava a neve ben ferma non so quanti bianchi d’uovo, poi
aggiungeva lo zucchero e poi, giusto per dargli colore, anche un po’ del
tuorlo. Aveva un sapore che non si può nemmeno descrivere…
Metteva
al centro del tavolo il piatto con questa miniatura di Monte Bianco e ci dava
un cucchiaino a ciascuno.
Che buffi
eravamo, con quei baffi bianchi da dopo abbuffata!
Poi, un
anno, non so bene per quale motivo, i miei genitori e i miei zii organizzarono
di partire tutti insieme per passare il Natale “in continente”, a casa dei miei
nonni.
L’attesa
era eccitantissima!
Ma il
mio nonnino non ha aspettato che noi arrivassimo; ha raggiunto gli angeli,
qualche giorno prima di quello che sarebbe dovuto essere un meraviglioso
Natale.
Forse è
per questo che, per me, quello natalizio è un periodo di malinconia.
Non
riesco a viverlo con quella sensazione di eccitante attesa, con la gioia e la
spensieratezza di fanciulla.
In
questo periodo dell’anno, mi sento, più che mai, una bambina sperduta che
vorrebbe tanto sedersi sulle ginocchia del suo nonnino, annusare ancora quel profumo
muschiato di dopobarba e farsi una bella scorpacciata di meringa.
Cyan
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