Il conquistador da supermercato, ovvero: “ma non si nota che
non è aria?”
Ci sono mattine in cui una persona, di sesso femminile per
essere più precisi, si sveglia con la luna storta. Bambina, ragazza, donna,
giovane o vecchia che sia non importa: ci sono giorni in cui non si ha voglia
di uscire di casa, di parlare, e soprattutto di ascoltare. Purtroppo il mondo
non ruota intorno alle nostre lune, ed essendone consapevoli ci apprestiamo
comunque ad uscire, ci mettiamo un po’ di trucco che magari se non spaventiamo
i bambini è meglio, e ci lanciamo nell’impresa di sopportare il resto del
mondo. Ma la verità è che non ce la possiamo fare. O meglio, noi ce la potremmo
anche fare, ma l’intuito non è certo la dote di cui sono colmi gli uomini, e
così la nostra “lieve isteria” funziona come una calamita per i meravigliosi “conquistadores
da supermercato” (ma anche da autobus, treno, metropolitana, poste, banche, bancarelle,
piazze, musei…). Loro sono lì, splendidi splendenti, col sorriso dal dente appena
sbiancato, pronti a cogliere il nostro momento peggiore degli ultimi venti
anni, solo per guadagnarsi quel sentito “ma vaffanculo” che peraltro non
diremmo mai a un perfetto sconosciuto, eccezion fatta per gli automobilisti
incivili. No, non parlo della sottile galanteria/provoloneria che capita di
incontrare spesso e che si può scegliere se assecondare con civetteria o
ignorare fischiettando. Parlo della categoria dei conquistadores “professionisti”,
specializzati nel trovare il commento più inopportuno o la battuta più gelida:
loro ti vedono, ti puntano da lontano, e nel giro di dieci secondi hanno la
frase più sbagliata da dire, confezionata su misura per te. Le loro capacità
psicologiche hanno dello strabiliante, se riuscissero ad usarle in positivo e
con un intento preciso conquisterebbero il mondo. Invece? L’unico risultato
riconoscibile è quello di collezionare caterve di inviti ad andare in bagno (da
soli ovviamente).
La prova della loro capacità di sbagliare il momento la si può verificare in molti modi. Per esempio provate ad andare a Roma: dei proverbiali poliponi che girano in centro in cerca di
turiste, in settimane intere passate da sole non troverete traccia: si incontrano solo persone gentili e a modo, con cui scambiare due parole al bar o
al ristorante, o turisti che chiedono informazioni. Quand’ecco, in un
giorno di malumore epocale, li vedrete planare sulla vostra panchina in piazza
Navona, così, dal nulla! “Sei single?” “ sei scemo?”. Che siano affetti da miopia e confondano uno sguardo da lady
Machbeth che invoca gli spiriti per mutare la sua femminilità in crudeltà, con uno
da cerbiatta ammaliatrice? Chissà, certo è che non ne sbagliano una! In altri
casi sono quelli che si appiccicano in fila alla cassa al supermercato e
sbirciando dentro il tuo carrello commentano “che buona la panna montata!” o
che vedendo cinque bicchieri d’acqua (chiaramente non per te!) sul bancone del
bar ti chiedono se hai molta sete, o che, notando la tua non troppo
sviluppata altezza, si offrono come scalino vivente per farti arrivare meglio
alla cassa del “caddozzone”. Se non puntassero tutto sui nervi tesi la loro
perspicacia disarmerebbe chiunque e produrrebbe solo grande ilarità,
generalizzata, meglio delle storiche candid camera di Nanni Loy, ma loro non ce
la possono fare ad essere troppo utili all’umanità. Vabbè, ce li teniamo così!
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