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L'alfabeto di Red


Avete presente le filastrocche per imparare l’alfabeto che si imparavano a sei anni? A come avventura, B come bravura, C come canaglia che con me verrà in questura… più allegre, più lente, in italiano, inglese, francese a seconda della lingua da imparare a scuola. Alcune mi annoiavano, altre mi incantavano, come mi incantavano le lettere, i segni scritti, il loro suono: nel mio istintivo amore per le pagine scritte mi pareva che le lettere fossero i colori di una invisibile tavolozza a disposizione degli scrittori e pensavo, e penso, che non esistano parole interscambiabili. Ognuna ha un suo senso e un suono diverso a farla unica, così ogni bocca e ogni penna amano una parola più delle altre, tanto da farne un contrassegno riconoscibile tra mille. Così capita che io mi diverta a leggere i vocabolari, a scoprire parole nuove e ad ascoltarle anche quando sono mal combinate. Mi affascinano le immagini raccontate, mi emoziono quando la parola genera visioni. Io non lo so fare, ma gli artisti si. E mi perdonerete se oggi proverò, con questo gioco, a farvi vedere rosso, o meglio il mondo Red.

A come altalena. Il mio gioco preferito da sempre, che ti culla come un’onda e fa cambiare mille prospettive al secondo. Scompiglia i capelli, rinfresca il viso, a volte fa girare la testa, altre volte il mondo.
  
B come barca a vela. Forse con una barca a vela smetterei di giocare all’altalena ogni volta che posso. O forse no. L’effetto di libertà e felicità che può generare è lo stesso, ma il mare è immenso, non come i giardinetti dietro casa!

C come Cagliari. La mia città, il campionario di persone e visioni che mi è stato dato in dotazione dal destino. E anche l’angoscia da domenica pomeriggio, sempre in dotazione dalla nascita.

D come dignità. Gran bella parola, bello il significato, bella l’etimologia, bello anche il suono! Essere degni, di sé stessi e degli altri, esercitare nella pratica ogni possibilità di esserlo. Propongo di strillare DIGNITA’ il più spesso possibile, mi sembra una cosa molto, molto Red!

E come endecasillabo. Un omaggio alla Divina Commedia ci sta sempre bene, ovunque e comunque.  

F come fuoco. E’ caldo, è rosso, vivace. Per portarcelo Prometeo e soprattutto sant’Antonio ne hanno pensato una più del diavolo. Senza di lui, quanto a evoluzione, saremmo messi molto male. Si declina in tantissime variabili, dal senso di sicurezza e famiglia di un caminetto acceso, alla divampante forza distruttiva dei vulcani. Di sicuro ha fascino da vendere e a Red piace tanto.

G come gioco. A che serve prendersi sul serio? Red dice No a chi non sa giocare, a chi nasconde o tende a sopprimere violentemente l’anima bambina del mondo.

H come Harlock, il capitano. L’uomo dei sogni di Red!

I come “Innu de su patriota Sardu a sos Feudatarios”. Con la "E" ho reso omaggio alla poesia italiana, con la "I" mi sento in dovere di ricordare quella sarda. Il celebre “Procurate ‘e moderare” di Francesco Ignazio Mannu, che evoca sardità, dignità e libertà è tanto, ma proprio tanto, dentro il mondo Red.

L come libertà. La parola più bella che ci sia, la conquista più meritevole di sacrifici che io conosca.

M come Minchia! La parolaccia che dico più spesso.

N come neo. Parola breve, concisa, sembra che non abbia un gran significato, ma se ci si pensa il neo racchiude in sé una delicata forma di speranza: è l’imperfezione che si fa simbolo di bellezza.

O come Oh!!!! Un po’ di stupore fa bene all’anima!

P come papaveri. I fiori più belli che ci siano. Semplici, rossi, esili ma forti. I loro petali sottilissimi non si spaventano davanti a nulla, non temono di stare sul ciglio della strada o in campi incolti, si fanno stropicciare sorridendo dal vento, ma se li strappi dalla terra muoiono in un istante.

Q come quorum. Non è bello raggiungerlo? Libertà è partecipazione!

R come rosso. Rosso, ROSSO, R O S S O!!!

S come scarpe, rosse ovviamente. Simbolo di bellezza, femminilità, frivolezza. Tutte cose che prese troppo sul serio fanno male, ma si soffocherebbe a vivere senza.

T come terra, quella dove sono nata, ma anche quella che mi sporca in cantiere, che si impara a riconoscere al tatto e dal profumo. Quella che il vento porta da paesi lontani, e che quando piove sulle macchine rende il mondo rosso. Quella che ci ospita e che non abbiamo ancora imparato a rispettare. Quella che dà un peso al mio essere aeriforme.

U come Uguccione. Il conte! “Il calcio non esiste, il calcio è tutta un’invenzione della vostre menti bacate!” , ricordate? Ultimamente mi sembra un’ottima frase!

V come vino. Meraviglia dei sensi, della socialità, della cultura mediterranea e del buon gusto.  

Z come zuzzurellone. L’ultima parola del vocabolario italiano, terribilmente appagante per le corde vocali!

Commenti

  1. L come "lapislazzulo", porca miseria!!!
    E M come mamma... Ma ne capisci o no di "alfabeti"? :D

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  2. allora anche A come Amoreddu e P come Porca miseria! Nonchè B come Bullok!!!

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  3. Nooooooooooooooooooooo
    B come bam bam!!!
    te lo dicevo che sei un po' principiante!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  4. allora, se è così, ci vuole una tripla l: lapislazzuli, luppoli e lupini. E se è bam bam è anche bimbo!

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  5. quadrupla B
    bluto!!!!!!!!!! :D ahahah

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  6. e F come "fattoria", a chi lo lasci?

    RispondiElimina

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