Articolo 19
"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere".
Il 10 dicembre di 63 anni fa, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Io, Pink, ho scelto l'articolo 19 che mi rappresenta maggiormente e che mi dà attualmente più spunti di riflessione. Nel 1948, il mondo usciva da una catastrofe mondiale derivante anche dall'imporsi di regimi totalitaristi e dall'abominio peggiore che potesse essere pensato: l'eliminazione fisica dalla faccia della terra di esseri umani col il prestesto della religione, del pensiero, del credo politico e dei gusti sessuali.
63 anni dopo viviamo nella convinzione di abitare in un mondo civilizzato, di essere liberi di avere la nostra opinione, di poterci esprimere liberamente, di diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo possibile. Ma siamo sicuri che sia davvero così? In un paese che, come l'Italia, si definisce civile, l'idea di promulgare la cosiddetta "legge bavaglio" (ovvero un dispositivo di legge che impediva a quotidiani, siti internet e ogni organo di informazione di diffondere notizie riguardanti processi in atto) è una palese violazione dell'articolo che ho citato qui sopra. Viviamo in un mondo dove la polizia manganella i manifestanti, dove essere omosessuali è ancora oggetto di scherno e di "pubblico ludibrio", dove si è terrorizzati di dire ad una cena che a si pensa diversamente dal padrone di casa per non creare fastidi. Viviamo in un paese dove se uno scrittore denuncia un boss mafioso deve girare con la scorta, dove i direttori dei telegiornali manipolano le notizie o le nascondono volontariamente per dei diktat dall'alto. Cito da uno scritto di Antonio Papisca: “Idee
di ogni genere”, con diritto alla libertà di esprimerle in tante forme:
in un libro, in una trasmissione televisiva, durante una lezione a
scuola, in una composizione musicale, in una commedia teatrale. L’”Inno
alla gioia” contenuto nella Nona sinfonia di Beethoven esprime idee di
fraternità e di pace ed è assunto a simbolo di unità sia dal Consiglio
d’Europa sia dall’Unione Europea. Idee e opinioni si esprimono anche in
forma umoristica. Ci sono idee e opinioni che arricchiscono il
patrimonio culturale, la loro comunicazione fa star bene. Altre idee
sono come proiettili. Ci sono idee e informazioni che vengono diffuse
allo scopo di coltivare ‘omologazione’, cioè appiattimento di menti e
inquinamento di coscienze. Taluni grandi mass media, non propriamente
indipendenti, comunicano idee e diffondono informazioni di forte
impatto sull’opinione pubblica. I dittatori sono ottimi comunicatori di
idee. I capi dei fondamentalismi sono anche essi ottimi comunicatori.
La concentrazione dei mezzi di comunicazione in capo ad uno stesso
proprietario può preludere a forme, più o meno striscianti, di
autoritarismo."
I libri scolastici, ovvero il primo momento in cui un ragazzo inizia a documentarsi e a formare il proprio pensiero, sono stati oggetto da parte di alcuni deputati italiani, tra cui Gabriella Carlucci, di una proposta di legge per "revisionare" i testi scolastici di storia colpevoli di "infangare" il nostro ormai ex presidente del Consiglio. La proposta di legge risale allo scorso febbraio. Se i nostri parlamentari si permettono di voler correggere il tiro anche sull'oggettività dei fatti su un testo scolastico siamo alla violazione dell'articolo 19. Non ci vogliono educati a pensare con la nostra testa? Come Antonio Gramsci, praticamente. Ricordiamoci che è normale e bello che in questo mondo ci siano delle cose che ci danno fastidio, che non ci piacciono, che la gente abbia anche idee con cui non siamo d'accordo. Questo è un principio base della libertà umana che dovrebbe essere dato per acquisito fin dai tempi di Voltaire. Nel 1789 gli intellettuali scrivevano la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, e nell'articolo 11 si diceva che "La libera comunicativa dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge".
Dal 1789 si combatte perché ogni individuo possa esprimere liberamente il suo pensiero, e nel 2011 ancora molti individui vengono arrestati, torturati e messi a tacere con mezzi di varia natura per aver detto qualcosa di "scomodo". Ma che cos'è la scomodità di pensiero? E' una locuzione orripilante anche da scrivere, è ossimorica. Se vivi in un mondo dove non c'è niente che ti dà fastidio, non vivi in un mondo libero. Ricordiamoci ancora una volta il pensiero di Voltaire: "Non la penso come te, ma farò il possibile perché tu possa esprimere il tuo pensiero".
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