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Le Storie del bosco dalla tana del Ghiro

Rubrica dell'Almanacco a cura di Violet


Toc toc, disse Gigi, il simpatico asinello della vicina scuderia reale, posso entrare? Per quanto fosse un po’ fuori taglia per partecipare alle merende nella tana del Ghiro, gli piaceva moltissimo la torta alle carote che accompagnava la cioccolata calda e, quindi, bussava spesso con il musetto alla porta. Naturalmente gli veniva aperto, infilava orecchie, testa e parte del collo e, con la sua simpatica testardaggine, contribuiva a tenere allegra tutta la compagnia! Visto che era da poco trascorsa Santa Lucia e che si avvicinava a grandi passi il Natale, feste in cui gli “asinelli” sono protagonisti, decise di incaricarsi lui stesso della storia di quel pomeriggio. E, sgranocchiando una fetta di torta, incominciò:

La storia del Re Bambino
C’era una volta, tanto tempo fa, o forse ieri, un Re Bambino che voleva venire nel mondo. Era un impresa molto difficile, anche per Lui che era tanto potente, perché si trattava di nascondersi bene in una vita normale, con genitori normali, con sembianze normali. Non doveva essere riconosciuto subito: troppe creature erano malvagie e avrebbero potuto approfittare del suo essere indifeso per ucciderlo e non permettergli di portare a termine la sua missione. Fu così che un giorno trovò la situazione giusta per nascere: una mamma giovane, coraggiosa e bellissima, un babbo buono, giusto e forte, un Paese che era crocevia del mondo intero, dove però la pace era una parola tanto usata, anche nel saluto, tanto attesa, ma difficile da mettere in pratica. E venne.
Vi chiederete: perché io conosco tutte queste notizie? Perché il Re Bambino arrivò mentre i suoi genitori erano in viaggio ed essendo persone umili non possedevano un cavallo veloce o un cammello resistente, ma  solo un piccolo asino. Era un mio antenato e, nella mia famiglia, questa storia si tramanda di generazione in generazione. Il Re Bambino arrivò di nascosto, quando i suoi genitori erano lontani dai propri parenti e dai propri amici, perché nessuno sapesse quanto quella nascita fosse straordinaria. Arrivò di notte, illuminato da una strana stella con la coda, perché solo chi aveva il coraggio di alzare lo sguardo e credere nelle stelle e nelle loro code, sapesse di lui. Arrivò in una grotta tra gli animali più umili e mansueti, perché aveva bisogno di calore, di tenerezza e di armonia per crescere bene: c’era un vecchio bue, che ne aveva visto tante nella vita e aveva gli occhi grandi e buoni; c’erano le pecorelle e gli agnelli, lì intorno, pronti a dargli tanto buon latte e a confondere i vagiti del Re Bambino con i loro belati; e c’era il mio antenato, curioso, pronto a fissare nella memoria ogni particolare, perché, da quel giorno, anche noi asinelli abbiamo un piccolo spazio nella Storia del mondo. L’asino e il bue, che di solito, essendo entrambi testardi, non andavano d’accordo, si misero vicini vicini per fondere il loro alito caldo e riscaldare il Piccolo appena nato: com’era bello! E videro tante cose straordinarie accadere nelle settimane in cui il Re Bambino si fermò alla Grotta: videro venire tante persone umili, dimenticate, senza niente. Loro riconobbero il Re Bambino, perché sapevano guardare con gli occhi del cuore e vedere, oltre le apparenze, il divino che c’è in ogni uomo. Vennero tante donne: passavano di lì, sentivano i vagiti e si fermavano a chiedere se servisse qualcosa. Ognuna aveva una carezza per il bimbo, un bacio da posargli sulla fronte o su un piedino, parole buone per la sua mamma e il suo babbo, ma soprattutto tante cure e premure: chi lavava i panni, chi portava una zuppa calda, chi aveva preparato una vestina per il piccolo…non venivano mai a mani vuote. Vennero tanti bambini, curiosi e vispi: volevano giocare e cullare. Vennero anche alcuni sapienti, gli unici ricchi che entrarono alla grotta: lo riconobbero perché credevano alle stelle. Non venne nessun re, nessun ministro, nessun generale e nemmeno un ambasciatore: e questo è strano visto che si trattava del Re Bambino; o forse era naturale visto che Egli aveva saputo nascondersi bene.
Più tardi andarono via da quel luogo e l’asinello, il mio antenato, andò con loro. Nei primi anni lo fecero viaggiare molto. Si narra che sia andato in Egitto, e poi a Nazaret e a Gerusalemme… e che una volta, dopo esser ripartito da Gerusalemme e aver fatto tre giorni di cammino, gli toccò tornare indietro perché il Re Bambino si era perduto… Poi divenne vecchio e morì, ma lasciò suo figlio a vegliare su di Lui. E tanti anni più tardi, il figlio del figlio, che riportò il Re a Gerusalemme, sulla sua groppa, in mezzo ad una grande folla che gli faceva festa e gli dava il benvenuto.
Non so raccontarvi molto altro, capite bene che tutta questa storia si perde nella notte dei tempi ed è avvolta nella leggenda. So che è vera, però. E so che il Re Bambino ha portato a termine la sua missione, perché anche solo al sentirlo nominare o a narrare di Lui entra una grande pace nel cuore di tutti.


L’asino sardo.
Regno: Animale
Classe: Mammiferi
Ordine: Perissodattili
Famiglia: Equidi
Genere: Equus
Specie: Equus asinus; anche nella variante albina.

L’asino sardo ha una taglia ridotta, infatti ha un’altezza al garrese di circa 90 cm. La testa è grande, di forma quadrangolare; le orecchie sono piccole, il muso roseo, il collo corto e sottile, la criniera media. Nella variante albina il mantello è di colore bianco, gli occhi sono rosei e celesti cangianti con palpebre rosate a causa del gene dell’albinismo. Rustico e frugale ha un temperamento insicuro. In genere forma piccoli branchi di soli albini, di giorno più attivi tra l’autunno e la primavera, meno in estate quando cerca l’ombra per proteggersi dal sole troppo forte. Pascolano e si spostano per brevi tragitti. Talvolta si accompagnano agli asini grigi, tipici di tutta la Sardegna, mentre essi vivono allo stato brado nel Parco Nazionale dell’Asinara e sono stati reintrodotti di recente a Foresta Burgos.

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