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Ritratto di Signora - Rossella O'Hara by Pink

Se c'è un personaggio del cinema che avrei voluto essere fin da bambina è Rossella O'Hara. La cosa, lo so, potrebbe suonare strana, visto che già dal nome sembra identificativa del rosso e quindi forse vi aspettavate che fosse Red e parlarne. Ma in realtà Rossella O'Hara è quanto di più pink ci possa essere nel cinema: frivola, pettegola, capricciosa, ma al momento giusto risoluta, forte, caparbia e senza scrupoli. Un'essenza estremamente pink, quindi. A lei in effetti mi sono sempre ispirata moltissimo e, ammetto, che certe scene madri di Rossella me le sogno ancora la notte con la mia faccia al posto di quella di Vivien Leigh! 
Dato che su pianeta Terra esiste qualcuno che non ha visto "Via col vento", nè ha letto il romanzo o lo giudica una "palla" improponibile vediamo di capire chi è veramente Rossella. 
La incontriamo giovane e rampante 16enne, figlia di una famiglia di discendenza irlandese molto ben agiata nel sud degli Stati Uniti. Siamo nel 1861 e siamo proprio alla vigilia di una guerra che consumerà e dividerà l'America, ma l'unica preoccupazione di Rossella è la merenda che si terrà nella tenuta degli Wilkes il giorno dopo. Oltre a fare la civettuola con i due fratelli Tarleton, Rossella ha in mente di dichiararsi al suo adorato Ashley il quale, come i due fratelli le hanno appena comunicato, l'indomani annuncerà il proprio fidanzamento con "quella smorfiosa pupattola" di Melania Hamilton. A casa Wilkes, dopo essersi dichiarata ad Ashley che la respinge, incontra per la prima volta l'uomo che segnerà davvero la sua esistenza: Rhett Buttler! Ma è sempre alla merenda coi Wilkes che Rossella dimostra tutta la sua spregiudicatezza: pur di restare accanto ad Ashley si fidanza con il fratello di Melania, Carlo, il quale il giorno dopo parte per la Guerra di Secessione appena dichiarata e lì vi troverà la morte. La vedovanza non giova al viso di Rossella, la quale incontra nuovamente Rhett, l'unico con il quale la sua vera e profonda personalità viene a galla. Proprio per una sorta di "odio" che Rossella crede di provare per Rhett non ha il timore di dimostrare realmente chi in realtà lei sia ed è proprio questa natura che fa perdutamente innamorare di lei Rhett. Il carattere frivolo di Rossella è messo a dura prova sia dalla guerra, sia dalla promessa fatta ad Ashley di occuparso di Melania, debole di salute. Al momento del parto infatti, è proprio Rossella a prendere in mano la situazione e riacciuffare puerpera e bambino e di metterli in carrozza per un allucinante viaggio verso Tara sotto le cannonate nordiste. Anche questa volta è grazie a Rhett che riesce a mettersi in cammino, ma è lei ad arrivare a Tara e, proprio quando sembrava di potersi mettere a frignare tra le braccia di sua madre, trova la tenuta devastata, la madre morta di tifo e il padre impazzito e ubriaco. E mentre tutti sono lì a disperarsi per la fame, Rossella ha l'idea che risolleverà in parte le sorti della famiglia: aumentare la produzione di cotone, il prezzo infatti andrà alle stelle dopo la Guerra e così sarà. I sacrifici sono tanti e le tasse nordiste idem, Rossella non è sicura di riuscire a farcela e allora chiede aiuto a Rhett. La scena in cui Rossella decide di farsi il vestito con le tende del salone di Tara per non dimostrare la prostrazione in cui in realtà sta la sua famiglia, vale da sola tutti i premi che il film ha vinto. Qui si capisce lo spessore del personaggio: niente seghe mentali e scrupoli, ma dritta verso l'obiettivo! Rhett non può aiutarla, ma proprio fuori dalla prigione c'è la carta di svolta per Rossella: il fidanzato di sua sorella Susele: Franco Kennedy. Potrebbe sembrare una gran stronza la nostra Rossella, ma mettetevi nei panni di chi sta cercando di guadagnare una vita migliore per sé e per la sua famiglia, la gente muore di fame e lei ha una chance, tanto vale giocarsela! Rossella, dopo aver riavviato l'attività di Franco e averlo sposato, lo perderà restando di nuovo vedova. In tutto questo Rossella sente di essere comunque ancora innamorata di Ashley, dichiarandosi pure nuovamente. Questa volta però è Rhett che si dichiara a lei, nuovamente e appassionatamente, e Rossella accetta finalmente di sposarlo. Lei però è uno spirito inquieto e indomabile che nemmeno la nascita di Diletta riesce a placare. Così come non è placata l'ossessione per Ashley che Rossella rivive costantemente nei suoi incubi. Il tutto culmina nella morte di Diletta e Melania, con Rhett che capisce che pur amando Rossella non ha più senso stare con lei. In quel momento Rossella capisce che Ashley non è altro che un capriccio, un'infatuaizone da adolescente, ma in realtà il vero amore è Rhett. Sola e abbandonata dall'uomo della sua vita, privata tragicamente di sua figlia Rossella pronuncia le frasi che la renderanno celebre e immortale: "E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno". Ecco, Rossella non si arrende e non si arrenderà mai, davanti a niente. Non è riuscita ad arrendersi all'amore dell'unico che l'aveva amata perdutamente per quella che era e vi pare che potrebbe arrendersi ad averlo perso dopo che ha capito di amarlo? Ecco l'altra frase che ci spiega Rossella: "Giuro davanti a Dio, e Dio m'è testimonio, che i nordisti non mi batteranno. Supererò questo momento, e quando sarà passato non soffrirò mai più la fame: né io né la mia famiglia. Dovessi mentire, truffare, rubare, uccidere, lo giuro davanti a Dio: non soffrirò mai più la fame!" Leggete bene: dovessi mentire, truffare, rubare, uccidere! Rossella non è disposta a scendere a compromessi, una cosa che le donne tanto moderne di oggi tendono a dimenticare troppo spesso. Lei è veramente così, prendere o lasciare. L'abbiamo quindi trovata 16enne pettegola e la lasciamo donna maturata e forte, temprata dalla vita e dagli abbandoni. Non credete poi ai seguiti da fiction che nesono stati fatti, per me che la amo veramente lei rimane li a dire che domani è un altro giorno per ricominciare, per iniziare qualcosa di nuovo, per non lasciarsi andare, perché per niente e per nessuno vale la pena di abbandonare tutto. 

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