SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il sole sorge alle 6:32 e tramonta alle 20:23.
Luna: Luna calante. Il 16
di agosto alle 5:20 Luna nuova.
Onomastici: Tanti auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano
il nome di: Giovanna Francesca, Aniceto, Colombo, Lelia, Simplicio (12 agosto); Ponziano, Concordia, Irene (13
agosto); Massimiliano Maria, Eusebio, Marcello, Ursicino (14
agosto); Assunta, Arduino, David, Giacinto, Napoleone, Tarcisio (15 agosto); Rocco,
Stefano, Rosa, Serena (16 agosto);
Beatrice, Elia, Giovanna, Mirone (17 agosto); Agapito, Elena, Firmino, Floro, Lauro, Leone (18 agosto); Sara, Bernardo, Ezechiele, Giulio, Italo, Ludovico, Timoteo (19 agosto).
Il Santo: Il 13 di agosto la Chiesa, tra i santi, ricorda Ippolito. Nel 230, durante l’impero di Alessandro Severo, venne eletto papa Ponziano. La Chiesa di Roma vide la
prima scissione che contrappose al legittimo pontefice, un antipapa, Ippolito,
il quale verrà restituito da un “provvidenziale” martirio all’unità ed alla
santità. Ippolito era un sacerdote colto ed austero che giunse ad accusare di
eresia il pontefice di allora, san Zefirino
e il diacono Callisto. Quando
Callisto fu eletto papa, nel 217, si ribellò ed accettò di essere eletto a sua
volta papa dai suoi partigiani. Si mantenne nello scisma anche durante il
pontificato di Urbano I e di Ponziano. Se non che l’imperatore Alessandro
Severo fu ucciso in Germania e gli subentrò il “trace” Massimino, il quale, trovandosi di fronte ad una Chiesa con due
capi e non simpatizzando affatto per essa, spedì entrambi ai lavori forzati in
una miniera della Sardegna. Ponziano rinunciò al pontificato e gli successe Antero, che governò la Chiesa solo per quaranta giorni. Ponziano e Ippolito
subirono il martirio nel 235.
Il nome: Questa settimana vi propongo il nome Beatrice. Nome molto bello che deriva dal latino “Beatrix” e
significa “colei che rende felici”. Il numero
fortunato di Beatrice è il 6; il
suo colore è l’azzurro; la sua pietra è
lo zaffiro e il metallo legato a questo nome è il platino. In Italia si chiamano Beatrice poco più di quarantaquattromilacentosessanta donne,
cioè circa lo 0,73% della popolazione del nostro Paese. Questo nome è al trecentoventisettesimo posto nella
classifica dei nomi più comuni, ma si trova la ventiseiesimo posto tra i nomi più messi alle bambine nate in
questi ultimi anni. È particolarmente diffuso in Lombardia (16,5%), Lazio
(10,6%) e Toscana (10,1%). In coda troviamo il Molise (0,6%) e la Valle d’Aosta
(0,3%).
Compleanni storici: Tanti auguri a Alfred Hitchcock, nato il 13 agosto 1899.
Questa settimana accadde: Il 15 agosto 1519 fu fondata la città di Panama. Caso ha voluto che,
sempre il 15 di agosto, però del 1914 fu aperto al traffico il canale di Panama.
La notizia del giorno… un anno dopo: Rimini. Scioperano i bagnini
ma nessuno lo sa (Unione Sarda, edizione del 15 agosto 2011, p. 9).
Feste e ricorrenze: Il 13 di agosto è la Giornata internazionale dei mancini. La Rassegna non può non
segnalare questa ricorrenza che pochi conoscono. Fu voluta per la prima volta
nel 1976 dall’associazione “Lefthanders
International” per ricordare le disparità, passate e presenti, tra mancini
e destri.
Curiosità: Ferragosto è una festività popolare di mezza estate che
coincide con la festa religiosa dell’Assunzione di Maria al cielo, che viene
celebrata il 15 agosto. Le più antiche origini di tale ricorrenza vengono
riconosciute nelle Consualia, da
Conso, dio del raccolto immagazzinato. Anticamente,
in questo giorno ci si scambiavano regali, accompagnando questo scambio con
l’augurio Bonas ferias
consuales; quando il sesto mese dell’anno romano venne intitolato a
Cesare Augusto la formula mutò in Bonas ferias augustales, un augurio simile al nostro “Buon
Ferragosto”. Infatti fu proprio l’imperatore a decidere di riunire in un unico
periodo estivo tutto un complesso di festeggiamenti, i quali venivano chiamate Feriae Augustii o Feriae Augustalis ossia “Feste di Augusto”.
Il Lama racconta: Due amici viaggiavano insieme, quand’ecco
apparire davanti ad essi un orso. Uno, più svelto, salì su un albero e vi restò
nascosto, mentre l’altro, che stava per esser preso, si gettò al suolo fingendo
di essere morto. L’orso gli avvicinò il muso, annusandolo, ed egli trattenne il
respiro, perché dicono che gli orsi non tocchino i cadaveri. Quando l’orso si
fu allontanato, quello che era sull’albero discese e chiese all’altro cosa gli
avesse detto l’orso nell’orecchio. “Di non viaggiar mai più con dei compagni
che, nel momento del pericolo, non restano al tuo fianco”, gli rispose quello.
La favola mostra che le disgrazie mettono alla prova la bontà degli amici. (L’orso e i viandanti, Esopo)
Così parlò zio Gecob: Bisogna somigliarsi un po’ per comprendersi,
ma bisogna essere un po’ differenti per amarsi.
Commenti
Posta un commento