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L'appartamento tedesco. Tutti i colori di una cronaca tedesca

Trasloco
Il mio nuovo alloggio è al quarto piano del condominio dei dottorandi internazionali. Sono sceso di alcuni piani e non ho più la vista sul Castello di Heidelberg, pazienza.
E' in pratica identico alla mia vecchia stanza, magari un poco più grande e con l'aggiunta di un ingresso, un angolo cottura e un bagno personale abbellito da una tendina con un disegno pesudo-floreale per la doccia. In generale i suoi colori sono quelli classici della teutonicità in fatto di appartamenti. Bianco. Con i mobili grigi listellati in marroncino chiaro. Il pavimento è rossiccio. Il balcone ha una parete arancione ed è dotato di una tenda chiara. La vista da sugli altri edifici e sul parco del campus vicino al Neckar. Da qui si levano grida di incitamento di sportivi in allenamento, risate di giovani in giro, urla di ubriachi e gli zoccoli dei cavalli al trotto.
Devo ringraziare l'inquilino precedente che ha lasciato nessuna sorpresa e qualche prodotto per le pulizie, delle quali devo dire, in tutta onestà, il mini-appartamento non necessitava molto.
Le operazioni non hanno richiesto troppo tempo e sono state accompagnate dalla radio BW3 (o 4?) che ha celebrato l'ultimo pomeriggio di luglio, stranamento soleggiato, con i Fratelli Righera e Samos a la Playa.
Sono sicuro, però, che vi state domandando come hanno preso gli ex amati coinquilini del primo appartamento tedesco il mio trasloco.
La risposta è scontata e la sapete anche voi da quelle poche righe che ho scritto su di loro. Male. Non poteva essere altrimenti. I tre, dietro un'aria vagamente indifferente e fredda, hanno un animo sensibile e delicato. Si leggeva nei loro occhi malinconia e già tanta nostalgia.
Pure il custode ha notato questo loro sentimentalismo il giorno dopo il mio trasferimento, quando sono tornato nel vecchio appartamento per la verifica dello stato della mia ex-stanza. "Quando si vive da soli si è come dei re". Silenzio da parte mia.  "E poi è difficile vivere con delle donne...". Ipse dixit.
Certo è che ora la verve (?) compositiva andrà scemando senza più la loro preziosa compagnia.
Eppure sapete chi ho incontrato pochi giorni dopo il trasloco? Sì, lei. L'eroina che più avete amato di questa aneddotica tedesca. La cara e dolce Elisabeth. Era assente al momento degli umidi addii. Un giorno, uscendo dal retro dell'edificio, l'ho colta alle spalle, tenera, piccola e con un cuore così, mentre saliva in sella alla sua bici. Che tristezza...


Paul_Blau_Vierzig

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