Incontro con Nena Fenu
Esattamente 15 giorni fa, nelle
stesse ore in cui scrivo questo post, La Rassegna Stronza era ospite, live, di
un noto Caffè Letterario di Arbatax.
Non starò a raccontarvi tutta la
serata trascorsa insieme, né l’accoglienza bella e diversa che abbiamo ricevuto.
I live vivono nell’attimo e di presenza, un blog, invece di parole e pensieri e
idee in libertà… il nostro poi di colori. Sì, di colori e colore.
Colore. Voglio proprio dirvi di
una inaspettata quanto benvenuta nota di colore che abbiamo trovato ad accompagnarci
nel dipanarsi di quell’evento. E di come il ritrovarsi dei colori, di un’idea,
dell’intuizione della vita, o più semplicemente dell’incipit di un’avventura,
possa dar luogo ad una ventata frizzante. E malandrina. Di quelle che
scompigliano i capelli e fan volare cappelli. Di quelle che sollevano le gonne
e ci fanno osare di apparire sfacciate ed irriverenti. Ma che nell’incrociarsi
di uno sguardo di comprensione si trovano solo e semplicemente donne. Nella
comune strada della femminilità e della singolarità dell’esserlo, in diversi
punti del cammino e nella varietà delle sfumature che ognuna porta con sé. Nel
riconoscersi in quella sorellanza e sororità che troppo spesso, proprio le
donne tendono a negare o escludere.
Tutto ciò non è un concetto. Per noi è stata una persona, Nena e un
mondo, i suoi quadri!
Nena mi ha confidato, qualche
giorno dopo, in una email: “Domenica, un incontro come tanti, io arrivo in
ritardo ma un po’ caricata perché dovevo scoprire questi tre colori a cui avevo
dedicato l’esposizione un po’ improvvisata . Come si dice in gergo, è stato un
incontro a pelle”.
Capite ora perché parlo di
comunanza?
Non abbiamo avuto molto tempo per
parlare ed approfondire. Per ora. Intendiamo farlo. Perché gli incontri e i
volti che ci sfiorano devono avere l’opportunità di abitarci, di popolarci,
almeno un po’. Io lo credo fermamente. E lo pratico continuamente. E anche le
mie compagne d’avventura.
Ciò che ci resta è appunto questa
intesa, il vedere che una persona come Nena, che si gioca da tanto tempo sul
terreno della comunicazione, pur usando un mezzo molto diverso dal nostro, non
abbia dimenticato le diffidenze che si possono trovare. La sua non è stata
diffidenza. È stata aperta accoglienza e sguardo complice e vigile insieme. Che
ci ha dato forza per tutto l’incontro. Di questo le siamo grate! E poi, ancora
di più ci resta la sensazione di leggerezza, di pace, di calore che ci hanno
dato le sue pennellate di colore.
Ha avuto due periodi Nena, nella sua avventura creativa, fino ad oggi.
Il primo bianco e nero. Più cupo. Credo che avremo modo di raccontarlo. E oggi
la “scoperta del colore”. Di cui vi do alcuni esempi, aiutata dalle parole di
Anna Maria Mura, in La pittura di Nena Fenu (frutto di un’intervista ufficiale,
il cui contenuto trovate di seguito in corsivetto).
In ambito pittorico adesso la Fenu non si limita più all’uso del nero e alla rappresentazione di volti, ma scopre i colori, alternando all’uso degli acrilici quello degli smalti in particolare di cui sente il bisogno di sperimentarne bellezza, proprietà, intensità.
I soggetti da lei prediletti sono ora le foglie perché belle, viste
come parti importanti dell’albero, di cui cogliere però tutta la loro
fragilità.
In quadri astratti sono così i contorni sempre sfumati di foglie ad esser presenti e predominare fra i tanti colori, in cui nel moltiplicarsi delle forme possono intravedersi vari altri soggetti: meduse, fiori, vasi, e ancora volti.
Ps: il resoconto fotografico di
tutto il pomeriggio trascorso assieme lo trovate sulla nostra pagina Facebook.
Basta ciccare qui!
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