Devo ammetterlo, questo post mi
ha dato del filo da torcere. Un enorme filo da torcere, anche ora che sto
scrivendo. Ho provato a riprendere in mano il romanzo di Jane Austin: una bella
arringa in difesa di Marianne sarebbe stata una possibilità plausibile per
affrontare il tema senza dover troppo scavare in me e nei miei pensieri. Ma non
mi piace! E’ l’unico romanzo di Jane Austen che non mi piace! Eresia? Non so,
la storia è anche godibile, la scrittura di Jane è inequivocabilmente arte, ma
le due care sorelline sono troppo il prototipo delle brave ragazze ottocentesche
per riuscirmi sopportabili. Perdonatemi, ma ci vedo solo due signorine bene in
cerca di marito, e non capisco quanto la disperazione che segue l’abbandono sia
per l’amore interrotto e quanto invece per il pensiero orrido di rimanere
zitelle. Certo, Marianne (sentimento) almeno un poco si autoconvince, freme,
si dispera, piange, quasi muore, insomma, fa qualcosa! Elionor si occupa più
dell’onore invece, di essere una dignitosa zitella rassegnata, che è sempre
meglio che una povera zitella pazza… ma poi? Tutte e due sposate a dei
ripieghi, felici, contente e redente. No!!! Se devo parlare di sentimento non
posso farlo con questa storia. Con altri romanzi si, con altre storie, altri
film… ma allora tanto vale spiegarvelo a modo mio il sentimento.
E qui parte il filo da torcere,
perché mica è facile parlare di Sentimento. Contrapporlo a Ragione, che per
definizione ha sempre ragione. Ed io, Red, sono poi Ragione o Sentimento? Forse
ha ragione Pink, che mi ha dato quest’arduo compito: tutti siamo entrambe le
cose, ma io sono un po’ più sentimento. Forse. Perché io non mi sono mai posta
la domanda e per me è buffo vedere che, essendo io sempre la stessa persona,
giuro, non c’è traccia di schizofrenia in me, c’è chi mi interpreta come
un’essenza superba e fredda e chi come una romanticona inguaribile e tonta. Allora
entro nella parte, provo a capire e a spiegarvi come e perché il sentimento sia
rosso.
La verità è che mi innamoro ogni
giorno, vivo da innamorata. Se ragiono su tutte le scelte che ho fatto, alla
fine devo ammettere che ho scelto sempre sotto l’ala benevola di Amore. Ho
scelto sempre “a sentimento”. Sapendo che i miei occhi innamorati avrebbero
pagato un prezzo per la loro luce. Pagandolo tutto, sempre. E innamorandomi
ancora. Ma da qui parte la più grossa differenza con i romanzi ottocenteschi e
forse anche con il pensare comune, ancora oggi. L’amore, il Sentimento,
l’innamoramento sono quanto di più universale possa esistere. Voglio dire, giusto
per intenderci… parliamo di stamattina, come esempio!
Stamattina mi son guardata allo
specchio, truccandomi, e ho visto due occhi innamorati. Non di un marito né di
un fidanzato. Né di un aspirante tale. Per stare ad oggi sono innamorata della
mia terra e del mio lavoro. Dopo una lunga e sofferta crisi mi sono riscoperta
innamorata. Della terra, della storia e dell’archeologia. Mi sono riinnamorata
perché l’ho dovuta insegnare, e io credo, anzi son certa, che non si possa insegnare
con sterilità, ma si debba insegnare con amore. Allora ho cercato e cercato e
cercato una ragione, come per salvare un matrimonio, e ho ritrovato un
sentimento. Ecco, io faccio scelte lavorative “a sentimento”.
Poi, sempre oggi, sono innamorata
della mia casa, di mia sorella, di mamma, del sole che come splende a Cagliari
non splende da nessun’altra parte. Io, è chiaro, scelgo il luogo e l’ambiente dove vivere “a
sentimento”.
Ancora oggi sono innamorata dei
colori, della bellezza, delle passeggiate, delle paste alla crema con
cappuccino e acqua gasata. Sono innamorata delle mie amiche colleghe
dell’università, compagne di nome e di mille avventure. Sono innamorata dei miei amici. Ogni mia
consuetudine, i vestiti che indosso, ogni mio minuto di svago, ogni mio
confidente… tutto è scelto “a sentimento”.
Domani sarò ancora innamorata di
tutto questo, perché io vivo sempre amori lunghissimi e fedeli, e mi innamorerò
di molte altre cose e persone. Chi conosce la gelosia non mi sopporterà, chi
conosce la libertà mi guarderà con benevolenza, chi non vorrà capire non capirà
e dirà che sono innamorata di chissà chi, con quegli occhi che brillano. So già
che succederà e che nulla mi scivolerà addosso, nessuna vittoria, nessuna ferita, perché la vita impregna e
sporca, e l’amore di più. E rende belli.
Ecco perché i miei occhi
luccicano, ecco perché non sarò mai preoccupata, come Elionor e Marianne, di
rimanere zitella. Con tutto questo amore che ho intorno sarebbe impossibile. E
con tutto questo amore che ho intorno è impossibile non essere felici, ma è
impossibile anche non essere tristi. O malinconici, almeno. E non c’è ragione
che tenga, per quanto possa essere complicato e sofferto io scelgo di rimanere
chi sono, di muovermi e migliorarmi, ma lungo la strada del sentimento, che è
una strada dove anche il cervello conta, ma non fa calcoli. Perché non c’è convenienza che possa farmi venir
la voglia di rinunciare al mio sguardo innamorato. Nemmeno il presagio di
serenità, nemmeno l’assenza di dolore.
Allora se “sentimento” è questo
approccio alla vita, bene, io posso rappresentare in qualche modo il
“sentimento”, se invece è un’altra cosa ve l’ho detto, non mi son mai posta la
domanda prima d’ora. Perdonatemi!
E mi perdonino anche gli innamorati
di Jane Austen, ma con le brave ragazze da marito e con chi mette la testa a
posto io non ce la posso fare, non fa per me. Io non sarei mai diventata
ragionevole come ha fatto Marianne, e il colonnello Brandon non l’avrei sposato
mai e poi mai!
P.S. lo so che è brutto
appellarsi a Wikipedia, ma se proprio non avete idea di chi siano Elionor e
Marianne, la trama la trovate qui!
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