Sole
A Cagliari (lat. 39°21’; lon.
9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge
alle 7:30 e tramonta alle 17:00.
Luna
Il 9 dicembre, alle 15:14 si
compie il Primo Quarto del ciclo del
nostro satellite. La Luna rimane in fase crescente
ancora tutta la settimana. Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre la Luna,
ormai quasi piena, attraversa la
costellazione del Toro, si avvicina alle Pleiadi,
diretta verso Aldebran e le Iadi.
Cielo del Mese, i Pianeti
Negli ultimi giorni di novembre
Venere aveva raggiunto il periodo di massima osservabilità, tramontando quasi
tre ore dopo il Sole. All’inizio di dicembre, quindi, le condizioni di
osservabilità erano ancora ottimali. Durante il mese, però, la sua altezza
sull’orizzonte si riduce repentinamente e a fine anno Venere tramonta appena
un’ora e mezza dopo il Sole, avviandosi al termine del lungo periodo di
osservabilità serale. Venere rimane per tutto il mese nella costellazione del
Sagittario.
I Santi
9 dicembre: sant’Anna, mamma di
Samuele
10 dicembre: sant’Eulalia
11 dicembre: san Damaso I, papa
12 dicembre: Beata Vergine di
Guadalupe
13 dicembre: santa Lucia
14 dicembre: san Giovanni della
Croce
15 dicembre: santa Virginia
Centurione Bracelli
La Notizia del
Giorno… un Anno Dopo
Macomer – Niente latte, arriva la carne (L’Unione Sarda, Edizione del 10
dicembre 2012, p. 27. Per visualizzare le Breaking news di quel giorno, clicca qui.
Feste, Ricorrenze, Curiosità
L’11 dicembre, in Argentina, è il
Giorno del Tango.
Il 13 dicembre si festeggia santa
Lucia. La leggenda popolare ha colorato di poesia la notte di santa Lucia: la santa scende con un asinello a portare i
doni ai bambini buoni. Bisogna far trovare sotto la cappa del camino, da cui
scende, della paglia per nutrire l’asinello; e poi chiudere presto al sonno gli
occhi curiosi, perché la santa non vuol farsi scorgere. Infatti, alcuni dicono
che ai bambini disubbidienti, ancora svegli per cercare di vederla, santa Lucia
getti cenere negli occhi, e passi oltre senza lasciare doni. La notte tra il 12 e il 13 dicembre vi è
ancora l’usanza di appendere alle finestre dei mazzetti di carote, per
ingolosire l’asinello di samta Lucia e invogliarlo a lasciare più doni ai
bambini. Un’altra usanza antica era mettere fuori dalla finestra uno zoccolo di
legno chiuso davanti, con dentro un po’ di crusca per l’asinello, e un
bicchiere di legno pieno d’acqua, per dissetare santa Lucia. Accanto a tutto
ciò veniva posto un lumino acceso, per illuminare la finestra e indicare la
presenza di bambini.
Le Buone Maniere di
Ieri e di Oggi
Come forse i lettori più antichi del nostro blog ricorderanno,
L’Almanacco si è occupato di Bon ton e buone maniere in generale. C’è un modo
“particolare” di comportarsi durante il periodo delle feste? Certamente sì,
tutti sappiamo che, vivendo in società, abbiamo alcuni obblighi e molti
vantaggi… ecco, le buone regole, di una volta e di sempre, per fare gli auguri e
i regali alle persone care della nostra vita. E anche a qualche persona a cui
si devono fare o restituire… Facile facile! Clicca qui.
Il Lama Racconta
Da noi Natale è una cosa così
seria che non si chiama Natale, ma Paschixedda.
Sì, avete capito. È Pasqua, ma piccolina: che Dio fa il suo passaggio più
facile, quello dall’Eternità alla Storia. E diventa uomo. Da noi si festeggia.
Ma siamo gente semplice e la festa è semplice come noi. Come i nostri babbi che
tornano dalla campagna, da monte, con
l’agnellino per la festa e gli aromi per insaporirlo. Che tornano stanchi. Ed è
già quasi buio. E allora non si può non lavorare anche noi altri, tutto il
giorno, per far le grandi pulizie e fargli trovare la casa pronta e pulita e
fresca e addobbata. E i dolci. Ma quelli li mangeremo domani, dopo la messa
alta. Stanotte la cena sarà più semplice, che poi usciamo tutti a cantare il
Gloria. Abbiamo iniziato a notte fonda questa vigilia. Prima si sono alzate le
mamme, hanno avvicinato legna al fuoco, hanno preparato il primo impasto per il
pane e messo il latte sul fuoco. Poi ci hanno svegliato tutti, prima delle
quattro, ché babbo doveva andare in campagna e noi aiutare per i dolci e il
pane. Quest’anno sono abbastanza grande e su
Acceddhu è compito mio. Dall’emozione non ho nemmeno riposato bene, anche
se con il gatto sui piedi si stava al caldo a letto. L’ho immaginata tutta la
notte la forma che il pane prende nelle mie mani. E anche i tratti che avrei modellato io, la testolina del bambino, i riccioli da spennellare con l’uovo
prima di metterlo nel forno. E le fasce di pane, arrotolato tra le mani, da sistemare ad avvolgere tutto il corpicino. Sì, avete capito. Da noi il
Bambinello è il principale festeggiato e lo facciamo anche di pane. Piccolo e
grande. Ne ho fatto uno per la famiglia, come sempre, come si usa. E anche
altri tre piccoli piccoli, che li ho promessi ai miei fratellini, da mettere
vicino al letto. Saranno felici, più tardi quando glieli darò! Ora devo andare,
che is pabassinas sono pronte. E le devo decorare. Bonas Paschixeddas a tottus,
dae su coro (Sa Paschixedda e su Acceddu,
liberamente adattato dalle usanze della Sardegna, Violet per La Rassegna
Stronza).
Così Parlò zio Gecob
Si può perdere qualcosa che si
ha, non qualcosa che si è.
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