Sole
A Cagliari (lat. 39°21’; lon.
9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge
alle 7:23 e tramonta alle 17:00.
Luna
La Luna è calante. Il 3 dicembre
sarà Luna Nuova alle 00:25. Il 4, invece, la Luna raggiunge il perigeo alle
10:19.
Cielo del Mese, i Pianeti
Nel mese di dicembre ISON (la
cometa di questo periodo), dopo aver doppiato il Sole, inizia una rapida
risalita verso Nord. Nei primi giorni del mese, aumentando la sua progressiva
elongazione dal nostro astro, va cercata preferibilmente all’alba, quando è posizionata
meglio che al tramonto. Alla sera, infatti, pur migliorando man mano la sua
altezza sull’orizzonte, è immersa nelle luci del crepuscolo. Condizione che
permane almeno fino alla metà del mese. Ovviamente se assumerà una “grande
coda”, si potrebbe cogliere ogni occasione per ammirarla, sia la sera che al
mattino, quando la coda si vedrebbe risalire un cielo sufficientemente buio.
Nella terza decade del mese sarà comunque visibile anche la sera anche se più
bassa che all’alba. Buona osservazione!
I Santi
2 dicembre: san Abacuc profeta
3 dicembre: san Francesco Saverio
4 dicembre: santa Barbara
5 dicembre: san Pelino, vescovo
di Brindisi
6 dicembre: san Nicola di Mira
7 dicembre: sant’Ambrogio
8 dicembre: Immacolata concezione
della Beata Vergine Maria
La Notizia del
Giorno… un Anno Dopo
Monreale – Il parco degli
scheletri di ferro (L’Unione Sarda, Edizione del 2 dicembre 2012, p. 24).
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Feste, Ricorrenze, Curiosità
Il 3 di dicembre si celebra la Giornata Europea per i Diritti delle Persone
Disabili.
Il 6 di dicembre è il primo
appuntamento dedicato alla tradizione dei doni per il periodo natalizio: la festa
religiosa a cui è legata tale data è san
Nicola, vescovo di Myra, santo molto antico e venerato sia dalla Chiesa
Cattolica che da quella Ortodossa, e che, secondo la tradizione, portava regali
ai bambini poveri della propria città. In particolare la leggenda narra che
donò tre mele a tre bambini poveri ed esse, nottetempo, si tramutarono in oro. Si racconta ancora che, essendo un vescovo, esortò tutti
gli altri parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo laddove i
bambini non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa anche a
causa del freddo invernale, che costringeva molti a non uscire di casa. Così li
esortò dicendo loro di recarsi dai bambini portando un regalo e di cogliere
l'occasione per spiegare chi fosse Gesù Cristo e che cosa avesse fatto per
l'intera umanità. I parroci, portando con loro un sacco pieno di regali,
raggiungevano i bambini mediante alcune slitte trainate da cani, non renne. A
Bari, in molti paesi del Sud Italia, della Grecia e in varie località del Nord
accomunate dall’esser state parte dell’Impero Austro-Ungarico (Lecco, Trieste,
Gorizia, Belluno, Trentino ed Alto Adige, per restare in Italia), i bambini
ricevono piccoli doni i occasione della festa di San Nicola. La leggenda di san Nicola è alla base della grande festa
olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) che, a sua
volta, ha dato origine al mito ed al nome di Santa
Claus nelle sue diverse
varianti.
La Donna del Mese
Forse è un’illusione. Forse sono
una romantica. Forse, invece, è proprio vero che questo periodo dell’anno si
pensa maggiormente alle cose semplici della vita, che poi sono quelle
importanti. Forse si ritorna alle origini, si riscopre il valore di stare
insieme, in famiglia, che sia famiglia di sangue, di affetti, di amicizie, poco
importa. Forse, e qui il forse si fa più stringente, è il tempo in cui i
piccoli, i bambini si possano ricollocare al “centro” di un discorso
vita-esistenza-educazione-sviluppo fatto a loro misura. Ripeto. Forse. Ma se
fosse, varrebbe la pena riflettere sulla figura di una grande donna che questo
ha saputo fare non solo nella sua professione, ma inventando una professione e
un metodo, perché fosse possibile un mondo in cui i bambini, nessuno escluso,
siano importanti. Parlo di Maria Montessori. E qui trovate un suo bellissimo ritratto, ricco di particolari.
Il Lama Racconta
Era un ceppo inaridito e
semivuoto. L’estate era stata difficile, più di tutte quelle che aveva vissuto
nella sua lunga vita. Una vita fatta di pioggia, di sole e di vento. Della compagnia
dei suoi amici del bosco di castagni alle pendici del Gennargentu. Ma questa
lunga esistenza era quasi alla fine. Era felice, però. Da albero maestoso e
forte aveva seminato bene: aveva dato riparo e ombra e aveva fatto filtrare la
giusta quantità di luce; aveva offerto con abbondanza il suo cibo in autunno; aveva
rallegrato i frequentatori del bosco. Aveva sparso i suoi semi, e tanti giovani
castagni crescevano robusti tutt’intorno. Il movimento dei suoi rami aveva
cullato coloro che, stanchi, si erano seduti presso il suo tronco. Il fluire
della sua linfa e lo stormire delle sue foglie avevano narrato le storie più magiche
e i detti più segreti a chi aveva avuto orecchi attenti alla sua voce. E, a sua
volta, aveva ascoltato, le vicende liete e tristi di chi, nei suoi lunghi anni,
si era abituato a fidarsi di lui. Quando la vecchina, accompagnata dal figlio e
alcuni nipoti si era avvicinata, aveva accarezzato la corteccia ormai
rinsecchita e aveva detto “Eccolo, lo abbiamo trovato!”, non immaginava di
avere ancora un compito da svolgere. Ma quella notte non riuscì a riposare, per
l’emozione di esser stato scelto. E poi nell’aria c’era qualcosa di speciale,
Natale si avvicinava. La mattina seguente l’uomo tornò, con degli amici.
Finirono di sradicare quel poco di ceppo secco e aperto, arido e semivuoto, che
era diventato. Lo caricarono su un carretto. Lo portarono in casa e la vecchina
diede istruzioni perché fosse sistemato in fondo a sa ziminera. Tutto il giorno gli abitanti della casa si
affaccendarono a preparare, pulire, addobbare, fare dolci. Uscirono solo mezz’ora
per la novena e, al ritorno, gli diedero fuoco. Prese ad ardere piano, da
dentro, mentre loro cenavano e poi uscivano svelti. E al ritorno, mentre
cantavano Est Nadu, gli misero vicino
vicino la statua di un Bambino. Ora capiva quale sarebbe stata la sua ultima
missione: era stato scelto per essere su
Truncu ‘e Xena, ed era l’onore più grande che potesse avere un vecchio
ceppo, ormai secco! Ancora qualche chiacchiera e tutti andarono a letto,
scambiandosi abbracci, sorrisi e auguri. E allungando le mani, una volta di
più, al suo dolce tepore. Era notte fonda, ormai, e il suo cuore era caldo e
pieno di pace. Si sarebbe consumato piano, fino all’Epifania, per scaldare il
Santo Bambino (Su Truncu ‘e Xena,
liberamente adattato dalle usanze della Sardegna, Violet per la Rassegna
Stronza).
Così Parlò zio Gecob
Ed è sempre la semplicità che fa
sussultare il cuore.
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