Una letterina che si rispetti dovrebbe cominciare con “Caro
Babbo Natale, quest’anno sono stato buono…”, ma ho deciso che la mia di
quest’anno non sarà una letterina che si rispetti. Non sarà forse nemmeno una
letterina, perché mi chiedo a cosa serva scriverla. Non ho regali materiali da
chiedere e tutto ciò che quest’anno desidero, Babbo Natale, mi sa che è
impossibile anche per te da portare. “Se Dio esiste veramente, perché i bambini
devono soffrire?” si chiedeva l’altro giorno mia madre. Ecco, Natale è la festa
per eccellenza per i bambini, ma ci sono bambini nel mondo che non sanno
nemmeno che è Natale, e non perché non sono cristiani. Non sanno che è Natale
perché vivono in una condizione talmente difficile e miserevole da essere
costretti ad essere adulti prima del tempo, a vedere orrori coi loro occhi che
nessun essere umano dovrebbe vedere mai. Natale è la festa delle famiglie, ma
ci sono tante famiglie che oggi sono spezzate e straziate da guerre, dolori. Ci
sono in Sardegna tantissime famiglie che non vedranno il Natale perché
un’alluvione ha spezzato tutti i loro sogni, le vite di 17 persone, di un
bambino. E, caro Babbo Natale, io non vorrei essere nei panni della persona che
non è riuscita a salvarlo, quel bambino. Mi dici dunque Babbo Natale cos’ho da
festeggiare? Le donne uccise in Italia nei primi 6 mesi di questo 2013 sono
state 81, sono 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 hanno che denunciano una
violenza sessuale. In quelle famiglie come potrà essere Natale? Se Dio ha
mandato suo figlio per la redenzione degli uomini, a cosa è servito se oggi c’è
ancora chi permette che un bambino muoia di fame? Capisci, Babbo Natale, che ne
ho le tasche piene? E uso la parola tasche per non dire altro… Non ne posso più
di brama di potere, di egocentrismo (che è anche dove e meno te l’aspetti, da
chi non te lo aspetti, molto più vicino di quello che pensi), di disinteresse.
E ho paura. Ho paura che questo mi porti a due eccessi differenti. Ho il
terrore che tutto ciò mi renda incapace di provare il giusto sentimento e che
mi porti o all’indifferenza (considerando ormai tutto ciò endemico e troppo
diffuso) o alla rabbia più completa e mi faccia diventare un serial killer di
responsabili di tutto questo. Sono stanca, Babbo Natale, tanto stanca che
niente basti per bloccare fame e disperazione. Sono stanca di vedere negli
occhi dei bambini la paura di una guerra, la disperazione del non trovare più
la propria madre e/o il proprio padre. Sono stanca di vedere la gente che si
perde dietro azioni e preoccupazioni inutili, di vedere persone che si ergono
re e regine di un reame risibile (e quante regine ci sono così…), che si ergono
a paladini della difesa dei diritti dell’uomo, ma in concreto non si impegnano
a niente. Quando sei tu ad impegnarti, ti dicono che non va bene il metodo.
Capisci? Criticano. Non che io voglia essere immune da critiche, ci
mancherebbe, ma non va mai bene niente di niente. E da fare ce n’è tanto.
Quest’anno mi è stato evidente che ad aiutare un povero sarà sempre un altro
povero. Esistono macchine burocratiche lentissime per concessioni di fondi a
persone a cui la forza della natura, violata tempo addietro, ha portato via
tutto. Poi esistono persone che sui siti di e-commerce prima dell’alluvione
vendevano un divano a prezzo di costo e dopo l’alluvione lo regalano a chi non
ha altro. Quindi, caro Babbo Natale, il mondo è permeato di cattiveria,
ingordigia, superbia, ma esiste la gente buona. Qual è dunque la mia richiesta?
Sono due, ma puoi scegliere tu quello che ti è più facile. O ti decidi
finalmente ad illuminare i cuori di tutti gli esseri umani o ci doni il
superpotere di mettere l’alone giallo (ti ricordi quello violetto dello spot
dell’HIV? Ecco, quello, ma giallo fluo) ai bastardi contro l’umanità. Illumina
le menti dei legislatori, dei governanti, di chi ha in mano le sorti del mondo
ad agire con intelligenza, a favore degli uomini, per una completa equità.
Ecco, si, un’altra richiesta ce l’ho. Fulmina, disintegra, essicca, polverizza
stupratori, pedofili, assassini. In Ecuador uccidono villaggi interi a colpi di
motosega. Usano la motosega, Babbo Natale. Sono bestie della peggiore specie. Non
spetta a me ergermi a giudice, ma se puoi chiedi una consulenza al Signore che
sa veramente cosa c’è nelle loro anime, poi vedi se potrai accontentarmi.
Babbo Natale, non ti chiedo nulla per me, ho espresso
pensieri cattivi in queste righe e forse non sono stata così buona anche se ho
provato ad impegnarmi.
Con speranza,
Pink.
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