Il territorio del
Neckar
Non soltanto la bassa vallata del
Meno oltre Magonza fu compresa nella linea militare di confine, ma anche nel
sud-ovest della Germania i confini furono in maggiori proporzioni allagarti. Il
territorio del Neckar, già occupato dagli Elvezi celtici, poi per lungo tempo
disputato fra questi e i Germani irrompenti, come contrada di confine e perciò
chiamata Oedland elvetico, fu più tardi occupato forse in parte dai Marcomanni,
prima che questi si ritirassero nella Boemia; questo territorio nel regolamento
che si fece dei confini germanici dopo la sconfitta di Varo, ebbe la stessa
costituzione data alla maggior parte della riva destra del basso Reno.
Anche qui, già allora, dovette
essere tracciata una linea di confine, entro la quale non si permisero delle
colonizzazioni germaniche. Singoli immigrati, per lo più gallici, i quali non
avevano molto da perdere, andarono allora a stabilirsi, come in maremme non
arginate, in quella fertile ma indifesa zona, nota con il nome di agri decumates.
A questa occupazione privata,
probabilmente, appena tollerata dal governo, ne tenne dietro un’altra ufficiale
forse sotto Vespasiano. E poiché già verso l’anno 74 fu traccita una via da Strasburgo, sulla riva destra del Reno, almeno fino a
Offenburg, così in quell’epoca una difesa di confini dovette essere istituita
nello stesso territorio, più valida che non fosse il semplice divieto di
colonizzazione germanica.
Ciò che il padre aveva iniziato,
fu messo in atto dai figli. Forse, anzi, sia da Vespasiano, sia da Tito o
Domiziano, un simile centro fu creato per la nuova Germania superiore sulla
riva destra del Reno, mediante l’erezione delle «are flavie»
alla sorgente del Neckar presso l’odierna Rottweil (di cui non conosciamo che
il solo nome), nello stesso modo che prima era destinata ad essere tale l’ara
ubica per la Germania romana, e non molto dopo fu, per la Dacia di recente
conquistata, l’ara di Sarmizegetusa.
La prima fondazione della linea
di confine, che ora descriveremo, e per la quale la vallata del Neckar venne
compresa nella linea romana, fu quindi opera dei Flavi, forse principalmente di
Domiziano, il quale così non fece che continuare quella del Tauno.
La via militare sulla riva destra
del Reno, da Mogontiacum sopra Heidelberg e Baden in direzione di Offenburg,
conseguenza necessaria di questa incorporazione del territorio del Neckar, fu
tracciata, come ora ci è dato sapere, nell’anno 100 da Traiano, e forma una
parte della comunicazione più diretta tra la Gallia e la linea del Danubio,
opera dello stesso imperatore.
Difficilmente armi, ma soldati
furono adoperati in queste opere; popolazioni germaniche non abitavano quel
territorio, e ancor meno può aver costato gravi lotte la stretta zona sulla
riva sinistra del Danubio, compresa quindi nella linea di confine.
Il più prossimo dei popoli
germanici colà notevoli, gli Ermunduri, era più di tutti amico dei Romani, coi
quali ebbe frequenti relazioni di commercio nella città dei Vindelici, Augusta.
Più oltre vedremo che non oppose ostacoli a questo allargamento di confini.
Nuove costruzioni si aggiungere poi a queste opere militari sotto i successivi
regni di Adriano, Pio e Marco Aurelio.
Da A. G. Quattrini (a cura di), T. Mommsen, L’impero di
Roma (trad. it., T. Mommsen, Die Provinzen von Caesar bis Diocletian,
Berlin 1885), in AA. VV., T. Mommsen. Le
opere, Torino 1966 (UTET), pp. 550-551.
T. Mommsen, 30 novembre
1817 (Garding, Schleswig) – 1 novembre 1903 (Charlottenburg).
Premio Nobel per la Letteratura 1902
Paul_Blau_Vierzig
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