SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 6:28 e tramonta alle 20:13.
Luna: Luna calante.
Onomastici: Tanti auguri
a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di: Pietro (Chanel) e Luigi Maria (Grignion da Monfort), Gianna (Beretta Molla), Valeria, Vitale (28 aprile); Caterina
(da Siena), Acardo (29 aprile); Pio (V papa), Mariano, Quirino (30
aprile); Giuseppe (operaio), Amatore (di Auxerre), Arigio, Geremia (profeta), Grata (di
Bergamo), Torquato (1° maggio), Atanasio (vescovo e dottore della Chiesa),
Felice (di Sivilgia), Giusitano (2 maggio); Filippo e Giacomo (il minore), Alessandro (I papa), Pietro (di Argo), Viola (3 maggio); Angela
(Isabella) e Angela (Bartlomea dei Ranzi), Antonina (di Nicea), Paolino
(Bigazzini), Fortunato (4
maggio); Geronzio (di Milano), Gioviniano, Ilario (di Arles), Nicezio
(di Vienne), Prisca, Tosca (5 maggio).
Il Santo: Filippo e Giacomo,
apostoli di Gesù, vengono ricordati lo stesso giorno, 3 maggio, perché le loro
reliquie furono deposte insieme nella chiesa dei Dodici Apostoli a Roma. Filippo
era originario della città di Betsaida. Discepolo di Giovanni Battista, fu uno
dei primi a seguire il Cristo. Giacomo era figlio di Alfeo e, secondo la
tradizione, cugino di Gesù. Ebbe un ruolo importante nel Concilio di
Gerusalemme, svoltosi intorno all’anno 50, e guidò la Chiesa della città alla
morte di Giacomo il Maggiore. Scrisse la prima delle Lettere cattoliche.
Il nome: Questa settimana vi suggerisco il nome Viola. Un antico nome augurale di
origine latina che trae il suo significato dal nome del famoso fiore. È usata
anche la forma Violetta, molto carina
e femminile. Il numero fortunato
legato a questo nome è il 5; il suo colore è il blu; la pietra portafortuna
è lo zaffiro; il metallo prezioso è l’oro.
In Italia si chiamano con il nome Viola ottomilacinquecentottantadue
donne, cioè circa lo 0,014% della popolazione del nostro Paese. Esso si
classifica al settecentoquindicesimo
posto tra i nomi più comuni. È poco diffuso, tranne Trentino Alto Adige (20,2%) e in Abruzzo (10,9%). Viola: virtuosa, interessante, ostinata, logica,
ammirata!
Compleanni storici: Il 3 maggio 1910 nacque a Modena Carmen Bulgarelli Campori, che fu
soprano, compositrice e una delle donne pioniere nella direzione d’orchestra.
Questa settimana accadde: Il 1° maggio 1956 venne reso disponibile
su larga scala il vaccino
Antipoliomielite, sviluppato da Jonas
Salk nel 1953.
La notizia del giorno… un anno dopo: Francoecicciologia a scienze
dalla felicità (L’Unione Sarda, Edizione del 4 maggio 2012, p. 21).
Feste e ricorrenze: Il 29 aprile è la Giornata Mondiale della Danza. Il 1° maggio è la Giornata della Solidarietà Internazionale
dei Lavoratori. Il 3 maggio l’UNESCO celebra la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa.
Curiosità: A Cagliari il 1° maggio si rinnova da 357 edizioni la Sagra di Sant’Efisio.
Il Lama racconta: Questa è la storia di una Città e della sua
gente. Questa è la storia di tutto un popolo e di un simbolo che lo unisce: il
nome di Efisi, martiri gloriosu. Il 1°
maggio Casteddu e sa Sardigna tutta, si svegliano molto
presto. Il popolo è convocato: c’è un voto da sciogliere. Non si sa se Efisi
sia realmente esistito. Gli antichi tramandano che perseguitasse i cristiani e
venne mandato in Sardegna perché ne facesse strage. Quand’ecco, ebbe una
visione e si convertì. Diocleziano gli chiese di rinnegare la fede appena
accolta. Egli si rifiutò. Per questo venne decapitato a Nora, nel 303. Gli
antichi tramandano questa storia. I vecchi la ricordano e la insegnano. Nessuno
sa se le cose siano andate davvero in questo modo, ma i sardi sanno che nel 1656
avvenne un fatto straordinario. La peste, che mieteva vittime da anni a
Cagliari e in tutta l’isola, venne sconfitta grazie ad un miracolo ottenuto da
Dio per la potente intercessione di Efisi, il martire. Era il primo maggio, il
giorno in cui la cittadinanza volle sciogliere il voto di ringraziamento e, da
allora, ogni primo maggio è a questo dedicato. E la sagra parte. E non conosce soste, se non per la notte, nei quattro
giorni che dura il viaggio di andata e ritorno del martire verso il luogo del
suo martirio. E unisce tutte le anime della Città. Tutte le genti di un’isola,
che per il resto dell’anno si ritrovano più a marcare le differenze, che a
cercare motivi di unità. E vanno le persone in costume. Vanno le traccas trainate dai buoi, addobbati di
fiori e frutta. Vanno i cavalieri campidanesi. E vanno le giubbe rosse dei
miliziani, la scorta armata del Santo. Va l’Alter
Nos. Vanno i confratelli e le consorelle della Confraternita. Vanno i suonatori di launeddas. E in un tappeto di petali di fiori, di erbe e profumi, sa ramadura, va il cocchio di Efisi, martiri gloriosu e, dietro a lui,
tutto il popolo. Si apre mille volte quel cocchio. Tutti vogliono offrire un
dono. Un segno per una grazia ricevuta.
Suonano le sirene delle navi del porto. La sagra lascia via Roma, esce dalla
città e si trasforma in festa di campagna.
Passa a Giorgino. Attraversa Su Loi, Sarroch, Villa San Pietro, Pula. Giunge a
Nora. Ovunque si ripetono piccole sagre. Celebrazioni religiose. Banchetti. Tutti
sono invitati. Nell’accoglienza e nell’ospitalità. Il 4 maggio il ritorno. A tarda
sera, al chiarore di mille fiaccole, Efisi
fa ritorno alla sua chiesetta di Stampace. Attrus
annus! Il voto è sciolto (La Sagra di
Efisi, Martiri Gloriosu, liberamente narrata, Violet per La Rassegna
Stronza).
Così parlò zio Gecob: Ho un talento particolare per le situazioni
impossibili. Tutti hanno talento per qualcosa.
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