SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 6:37 e tramonta alle
20:06.
Luna: La Luna è crescente. Il 25 aprile alle 20:00 sarà Luna Piena. Il 27 alle 20:13 raggiungerà
il perigeo.
Cielo del mese, i pianeti: Saturno
è il pianeta più suggestivo del sistema solare e sarà, con i suoi anelli, il
vero protagonista delle osservazioni planetarie primaverili ed estive. Il 28
aprile, infatti, Saturno si trova all’opposizione:
questo significa che inizia il periodo di migliore osservabilità, perché un
pianeta all’opposizione è osservabile per tutta la notte. Quando il Sole
tramonta ad oriente compare Saturno. Lo si può individuare nella costellazione
della Bilancia, dove si muove in moto retrogrado, avvicinandosi al limite con
la Vergine.
Onomastici: Tantissimi
auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di: Anselmo (di Aosta), Apollonio (di Roma), Aristo
(21 aprile); Agapito, Apelle, Caio (22 aprile); Gerardo(di
Toul), Marolo (di Milano), Giorgio (di Suelli), Adalberto e Giorgio (23 aprile); Alessandro (di Lione), Erminio, Ivo, Lupicino (24
aprile); Marco, Clarenzio (di Vienne), Franca
(di Piacenza), Pasicrate e Valenzio,
Olivo (25 aprile); Basileo, Marcellino (papa), Primitivo (martire),
Cleto (26 aprile); Giovanni (di Catari), Liberale, Simeone (di Gerusalemme), Zita
(27 aprile); Pietro (Chanel) e Luigi
Maria (Grignion da Monfort), Gianna (Beretta
Molla), Valeria, Vitale (28 aprile).
Il Santo: Il 25 aprile la Chiesa festeggia Marco, uno dei quattro
evangelisti. Patrono di Venezia, di Pordenone, di Latina. Patrono dei notai,
segretari, interpreti, allevatori, ottici e vetrai. Si invoca contro
l’insufficienza renale. In alcune località si commemora anche il 31 gennaio.
Il nome: Il nome che vi propongo questa settimana è Zita. Deriva dal persiano e significa “vergine”. Il numero fortunato corrispondente è il 5; il suo colore è il giallo; la sua pietra portafortuna è il topazio;
il suo metallo il rame. In Italia portano il nome Zita
solo ottomiladuecentocinquanta donne,
cioè circa lo 0,013% della popolazione del nostro Paese. Esso occupa il settecentosettesimo posto nella
classifica dei nomi più comuni. Più frequente in Trentino Alto Adige, dove si trovano il 21,6% delle Zita, in Veneto (15,7%) e in Friuli (11,1%). Poco frequente nel resto d’Italia. Zita: zen,
interessante, tenera ed ammirata!
Compleanni storici: Il 22 aprile 1724 nacque Immanuel Kant. Auguri a lui e, soprattutto, agli studenti di tutti
i tempi!
Questa settimana accadde: Il 25 aprile 2005 nacque YouTube. Alle 20:27 di quel giorno venne
registrato il primo acount e, subito dopo, fu caricato il primo video, dal
titolo Me at the zoo.
La notizia del giorno… un anno dopo: Nuragus. Concerto pagato in
natura (L’Unione Sarda, Edizione del 23 aprile 2012, p. 17).
Feste e ricorrenze: Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra. Il 23 aprile è, invece, la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto
d’Autore, promossa dall’UNESCO. Il 25 aprile è l’anniversario della Liberazione d’Italia.
Il Lama racconta: Gli angeli vivevano felici nel Golfo che Dio, il
Signore del cielo e della terra, aveva loro regalato. Amavano sguazzare
nell’acqua cristallina, giocavano a schizzarsi. All’alba si spostavano dietro
lo stagno, nella lunga spiaggia bianca e finissima che si apre a sud est. E
riempivano il loro sguardo innocente di tutte le tonalità del rosa e del
turchese. Poi salivano sul promontorio, che divide il grande golfo in due
insenature più piccole e rientrate, e da lì osservavano l’entroterra. Il primo
stagno, popolato dai fenicotteri, circondato dal canneto e, in fondo, verso
ovest, il secondo stagno, oltre il quale si apriva di nuovo il mare, e alle cui
spalle, la sera, si accendevano le luci oro e porpora del tramonto. Era allora
che pensavano a Dio, loro papà, con una certa nostalgia. Ed era allora che a
lui, da lassù, per l’emozione di quei pensieri, brillavano gli occhi a tal
punto da punteggiare il cielo scuro della notte con lo sfavillare di miriadi di
stelle! Ma tutto quell’amore e quell’armonia non piacque affatto al Diavolo.
Ribolliva di invidia e decise di schierare le sue truppe più forti e
leggendarie per sottrarre quel luogo di immensa bellezza ai suoi nemici più
acerrimi. Lucifero in persona guidava l’offensiva. Fu così che si scatenò la
battaglia nel Golfo degli Angeli. Essi resistevano, ma poco allenati alla
guerra e odiandola a morte, erano sul punto di soccombere. Dio decise di dar
loro una mano e mandò l’Arcangelo Gabriele, con la sua lunga ed invincibile
spada. E lo scontro finale fu proprio tra lui e Lucifero. Le spade rilucevano
al sole, sibilavano al vento. I due contendenti sferzavano colpi terribili e
mortali. Ma alla fine Gabriele ebbe la meglio. Disarmò l’avversario e lo
disarcionò, scacciando lui e i suoi fedeli. Perso il cavallo, Lucifero, in un
ultimo moto di rabbia e di invidia, volle lasciare per sempre il suo segno in
quel luogo. Recuperò la sella, la scagliò sul promontorio e vi si assise sopra.
Solo pochi istanti poté star lì, prima che Gabriele lo costringesse a
riprendere definitivamente la via degli inferi, ma bastarono per rimodellare
per sempre la roccia. Da allora quel promontorio porta il nome della “sella” e
del condottiero che ve la impresse. Da allora la Sella del Diavolo attira lo
sguardo di chi arriva o parte, di chi si ferma ad ammirare e fa vagare lo
sguardo verso il mare, nel Golfo degli Angeli. E da sempre e per sempre ricorda
a ciascuno che non c’è vera bellezza, vera bontà, vera libertà dove non si
siano conosciuti bruttezza, male e schiavitù. Per combatterle e vincerle.
Questo specchio d’acqua, calmo limpido e protetto, è ancora un paradiso di
incomparabile bellezza e armonia. Gli angeli vi tornano nelle tenui tinte
dell’alba, nei toni accesi del tramonto, nello sfavillare delle notti stellate.
E la Sella è lì, a ricordare a tutti e ciascuno di essere vigili, attenti e
pronti alla lotta perché bello, buono, libertà, pace ed armonia non siano mai
scacciate dai nostri orizzonti (La Sella
del Diavolo, liberamente tratto da una antica leggenda sarda, Violet per La
Rassegna Stronza).
Così parlò zio Gecob:
Se sognare un po’ è pericoloso, la sua cura non è sognare meno, ma sognare
di più, sognare tutto il tempo.
Così aggiunse Violet: Semina, semina. L’importante è seminare.
Anche il seme del sogno. Per far sbocciare di fiori meravigliosi anche la
realtà più grigia.
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