In Sardegna esiste la tradizione di
lasciare, nella notte tra il 1° e il 2 novembre, la cena “po is
Animas” che vengono a visitare parenti e amici. Si lascia perché
così le anime, passando di casa in casa, possano trovare da mangiare
e non tormentino gli abitanti della casa. Se entrate in una qualsiasi
casa della Sardegna trovate una tavola imbandita di dolci tipici,
pane e vino, ma mai spaghetti (sennò arriva Maria Puntaoru!!!) e
oggetti appuntiti con cui is Animas potrebbero far del male agli
abitanti della casa.
Così accadde una notte di tanti e
tanti anni fa a casa di Maria Antonia. Maria Antonia era una donna
forte, caratterialmente e fisicamente, temprata dalla vita e dalla
guerra, che non si faceva certo spaventare dalle sciocche
superstizioni. Eppure la cena per is Animas la lasciava sempre.
Chissà che prima o poi il marito, morto tanti e tanti anni fa, non
sarebbe passato a visitarla. Si era risposata, a dire il vero, ma non
era molto sicura che Pippo fosse d'accordo.
Fece così anche quella sera. Imbandì
la tavola, mise il pane e il vino, i dolci buoni come is pabassinas,
le “ossa di morto” e il gattò, quindi si mise a dormire da sola.
Il marito e il figlio, che lavoravano in un ristorante, sarebbero
tornati soltanto molte ore dopo.
Il mattino seguente Maria Antonia si
svegliò tranquillamente come sempre, pronta per sparecchiare la cena
de “is Animas” come ogni anno. Chi ci crede infatti che le anime
vengano veramente, a mangiare poi?! Ma assolutamente no! Si mette per
consuetudine, per tradizione, ma il giorno dopo si toglie e via! Ma
quello che vide Maria Antonia in cucina non era quello che lei si
sarebbe aspettata di vedere. Il tavolo non era vuoto, ma c'erano i
segni di un inconfondibile pasto. Dei dolci erano rimaste solo le
briciole, i bicchieri avevano il fondo del vino e il pane era
sparito. Le Anime!! Erano passate le Anime, ma veramente però! Maria
Antonia fu presa dal panico: e se is Animas erano ancora lì perché
non avevano gradito la cena? Se non fosse bastata?
“Eeeeeeefiiiisioooooooooooo!
Efisiooooo, scirarindi!!! Is Animas! Funti passaras in Animas!
Toooreeee, calandi 'e su lettu! Esti passau babbu! Toreeee, ma ti ses
movendi?”
“Oh Maria, ma 'ta é?” rispose
Efisio, il marito, ancora impastato di sonno
“Efisio, ariser'e notti appu postu sa
xena po' is Animas, e immoi no c'esti prus nudda! Si funti pappau
tottu! E chi funti ancora in dommu? E chi fanti mali a is pippius?”
(pippius che erano Tore e un'altra figlia, la cui età superava per
entrambi i 20 anni NdR)
“Oh Maria, ma 'ta pugnorara mi 'ndi
frigara chi funti in dommu?”
“Certu, scumpudiu malarittu! Sesi
sempri su proppiu, bah...”
Nal frattempo si era alzato anche Tore,
il figlio e ascoltata la conversazione dei genitori pensò di
placarli proponendo una preghiera alle Anime affinché se ne
andassero e restassero in pace con tutti gli abitanti della casa.
Maria Antonia si tranquillizzò e di tanto in tanto buttava un occhio
al cielo con pura deferenza.
Efisio, dopo che la moglie fu uscita
dalla stanza, si avvicinò a Tore: “Oh Tore, ascò a zietto poco
poco... Mì di non dirglielo a tua mamma che la cena de is Animas ce
la siamo mangiata noi ieri notte! Diacci mi 'nci fairi curri!”
Fatti raccontati in questa storia sono
realmente accaduti. Questa è una delle leggende familiari che
vengono raccontate ogni anno a casa di Pink!
Traduzione per i non sardofoni:
“Efisio! Efisio! Orsù, levati dal
sonno al più presto! Stanotte passaron le anime pie dei defunti!
Tore, deh, scendi dal tuo giaciglio! Tuo padre giunse dal mondo
dell'oltretomba! Orsù Tore, devi sbrigarti!”
“Maria, per quale motivo mi
svegliasti sì veentemente?”
“Efisio, ahimé, iersera disposi la
cena per le pie anime dei defunti, me m'accorsi svegliandomi che sul
desco non v'era più cibo alcuno! Esse si cibaron di ogni cosa. E se
vagassero ancora per casa? E se disgraziatamente nuocessero ai
piccoli?”
“Maria orsù, il fatto che esse
soggiornino ancora presso la nostra magione mi lascia nella più
marmorea indifferenza”
“Oh poffarbacco! Sei proprio una tal
guisa di fellone!”
[...]
"Tore, rivolgi la tua attenzione alle mie parole. Non suggerire vilmente a tua madre che noi iersera ci nutrimmo coi cibi preparati per la visita delle Anime. Essa mi farebbe correre non poco!"
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