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Red e mademoiselle Coco

Due ritratti di donne celebri della moda: Red racconta Coco Chanel.


Il primo acquisto che feci con il mio primo stipendio fu un paio di occhiali da sole Chanel. Sono belli i miei occhiali, innegabilmente belli. Per fortuna vivo a Cagliari, che è una città splendida e assolata, così da allora li indosso quasi tutti i giorni.

Mi direte: ma tu sei rossa, e non tifi nemmeno Juventus, perché scaldarti tanto su un’icona del bianco e del nero? Signori, per me madamoiselle Coco era rossa, eccome se lo era! No, non parlo di politica, non mi importa il colore dei suoi amori aristocratici o delle sue amicizie “artistiche”: non sono una biografa e non mi arrischio in ricostruzioni avventate di persone e periodi storici che non mi appartengono, vi spiego soltanto cosa mi fa impazzire di lei.

Fu una donna di estremo coraggio, vitalità, ironia, di grandi sentimenti, femminilità, creatività: lo dimostra ciò che fece e ciò che disse, e in questo penso fosse rossa, chiaramente nel mio senso di rosso.

Pensate al 1883, alla provincia francese, alla nascita di una bimba prima che i genitori fossero sposati, alla morte precoce della madre, all’educazione in un orfanotrofio… no, non vi sto raccontando una tragedia, o forse si. Quel che conta è che “una donna dovrebbe essere sempre elegante e favolosa” e assolvere a questo compito non consente certo di lacerarsi le vesti!

E lei non si lacerò mai le vesti, ma le cucì, pensando solo a sé e alla bellezza, all’eleganza non degli abiti, ma delle donne.

“Ho restituito alle donne la libertà del loro corpo”, che meravigliosa presunzione! In un mondo dove il corpo delle donne non ha ancora trovato la propria libertà (ndr e siamo nel 2011 signori!) io credo che la migliore icona di stile sia la linearità e la sobrietà di una “signorina” fuori da schemi e moralismi, fuori dall’ansia di sedurre, ma preoccupata di avere la possibilità di essere sempre bella ed elegante, mentre si lavora, si corre, si va a cavallo, ci si preoccupa di vivere insomma, e non di attrarre possibili amanti o circuire futuri mariti.

E mentre si preoccupava di vivere ne fece girare di teste! Non faccio gossip, se volete saperne di più guardatevi i film, leggete le biografie, non chiedete niente a me: io solidarizzo con le donne, e lei, secondo me, non ebbe nemmeno un po’ di fortuna con gli uomini. Ma “bisogna sopravvivere anche ai grandi amori” e, citandola, chiudo la questione dicendo che “nessun uomo ti farà sentire sicura e protetta... come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali da sole”.

Prendete appunti amiche, e citate Coco ai vostri pretendenti più palestrati, abbronzati, depilati e a dieta di voi: “un uomo può indossare quel che vuole, resterà sempre un accessorio della donna”.   

Io di lei adoro l’autoironia tagliente, la civetteria consapevole e colta. Mi piacerebbe che più donne tra quelle che stanno al vertice dell’economia e del potere avessero, oltre che la dedizione al lavoro, la grazia di dire che “una donna che non mette profumo non ha futuro”. Non che le donne non abbiano il diritto di essere arrabbiate o antipatiche, per carità! Possono esserlo gli uomini, figuriamoci gli altri! Ma io le preferisco forti, sarcastiche e improvvisamente leggere e taglienti, dive fino all’osso pur di non mostrare le proprie fragilità a chi non le merita.

E mi piace quando invecchiano con le rughe, affascinanti e splendide.

Quando un giorno diventerò abbastanza grande da essere una signora  così bella, diva, affascinante, piena di vita e di racconti così fantastici da trasformarsi in favole, sarò abbastanza rossa da poter sopportare il bianco e il nero. Mi taglierò i capelli, infilerò un tubino nero, metterò un giro di perle bianchissime, e aggiustandomi gli occhiali, che ho già, dirò: “che importa l’età, oggi siamo le ragazze che eravamo e che saremo!”.

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