Borbottò qualche cosa e sembrò seccato. Perché il re teneva assolutamente a che la sua autorità fosse rispettata. Non tollerava la disubbidienza. Era un monarca assoluto. Ma siccome era molto buono, dava degli ordini ragionevoli. "Se ordinassi", diceva abitualmente, "se ordinassi a un generale di trasformarsi in un uccello marino, e se il generale non ubbidisse, non sarebbe colpa del generale. Sarebbe colpa mia"
Se c’è una cosa a cui non posso rinunciare è fermarmi ogni tanto a guardare il cielo. Un po’ di silenzio, se si può una birra o un bicchiere di vino, pensieri che corrono, magari buona musica: mi sembra una perfetta ricetta per esercitare la sana abitudine di ritagliarsi un’ora di solitudine benefica e rinvigorente o per procacciarsi una chiacchierata sottovoce con le persone che senti così vicine da poterci parlare senza guardarle negli occhi.
La notte di san Lorenzo la mia buona abitudine si fa tradizione e, prima ancora che alle stelle cadenti e ai desideri, a me viene da pensare a una sorta di appuntamento non detto con tutti i pezzi di famiglia, vera o acquisita che sia, e gli amici che, anche se dubito che stiano a pensare a me in un momento così degno di romanticismo, stanno, comunque e a qualunque distanza si trovino, sotto lo stesso mio cielo a scrutare le mie stesse stelle in cerca di quello che io sto cercando: qualche tenera lacrimuccia di san Lorenzo che, non ci crediamo ma non si sa mai, possa realizzare i nostri desideri.
E io ogni anno faccio così: mi trovo un angolino da dove mettermi naso all’aria, mi preparo i desideri che, si sa, devono essere espressi tempestivamente pena la loro immediata decadenza, e ci provo. E ne vedo tante di stelle cadenti, perché non mi stanco di guardare il cielo che è così infinitamente bello e sembra uguale mentre invece è diverso in ogni suo angolo, ha geometrie straordinarie e bagliori fatui che lo rendono degno di essere scrutato e quasi mangiato con gli occhi. E quando all’improvviso una freccia dorata trafigge la lentezza del divenire del cosmo in un lampo improvviso… zac! Io anziché esprimere tempestivamente i desideri che avevo preparato per poter fare più in fretta, riesco solo a pensare: “che bello!”. Ma subito dopo mi disapprovo e mi dico che quel povero desiderio si avvererà distrattamente come io ero distratta, fugace come la stella che l’ha accompagnato o magari si dimenticherà della tempestività che era implicita nella richiesta e diverrà realtà solo quando smetterà di pensare ad altro.
Quindi ho riflettuto molto e ho approntato una nuova tipologia di desideri, così da migliorare nella mia attività di “esprimente principiante” ed ottenere migliori risultati rispetto al passato.
La prima riflessione sta in quella favola meravigliosa che è il Piccolo Principe: come ho premesso ai miei pensieri di oggi "se ordinassi a un generale di trasformarsi in un uccello marino, e se il generale non ubbidisse, non sarebbe colpa del generale. Sarebbe colpa mia.” I miei desideri quindi dovranno stare nel campo del realizzabile e non dell’incontrollabile.
La seconda riflessione riguarda il fatto che bisogna stare molto attenti: se alcuni dei desideri che in passato ho espresso si fossero realizzati così come li avevo chiesti, la mia vita sarebbe piuttosto diversa da come è ora, e, sappiatelo, io amo la mia vita rossa e “bagamunda” (ndr vagabonda), per non parlare del fatto che probabilmente sarei in un mare di guai! Quindi tra vedere e non vedere quest’anno mi dedicherò solo a desideri frivoli o che siano così profondi da essere in potenza già realizzati in me.
E adesso la faccio grossa, e vi do qualche anticipazione, solo labile e fosca, altrimenti è sicuro che anche quest’anno mi frego con le mie mani!
Quanto alle frivolezze penso che ci saranno oggetti potenzialmente contundenti e preferibilmente rossi da mettere ai piedi, o viaggi in terre vicine e lontane… per me e per chi ne ha bisogno.
Quanto ai desideri in stile re del Piccolo Principe chiederò nuove strade a me ignote da percorrere, disseminate, citando sempre de Saint-Exupéry, di rose e volpi, di cieli con stelle che ridono e campi di grano per avere sempre accanto tutti coloro che per qualche motivo non potrò avere vicino, almeno per un po’ (non vi spiego di più di queste citazioni, chi non avesse ancora letto questa storia, lo faccia, è un ordine!).
Per il resto andrà bene stare un po’ col naso in su a guardare una bellezza senza tempo e a godere del vento che, almeno in terra sarda, ci sta deliziando. Sarà bello con o senza desideri!
E visto che san Lorenzo porta il nome del mio desiderio più grande, io non lo esprimo ma lo penso e lo spero, chissà che un giorno in questa notte che a me piace tanto non si possa festeggiare anche un onomastico.
PS: se sono stata troppo romantica non preoccupatevi, domani rinsavisco! E ricordatevi che ve lo avevo detto fin dall’inizio: non sono cattiva, è che mi disegnano così!
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