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Aspettando l'8 marzo. Ritratto di Laura - by Cyan



Laura è una donna alla quale alcune vorrebbero
assomigliare e nella quale altre si riconoscono.
Ha un’età difficile da definire.
Potrebbe sembrare una bambina se la guardi giocare con i suoi figli e con i suoi gatti, con quei modi infantili, la vocina squillante e la risata argentina.
Potrebbe sembrare una ragazzina se la vedi emozionarsi mentre guarda un tramonto, o la scena di un film romantico, e le si legge in faccia il desiderio di farsi stringere in un abbraccio.
Potrebbe sembrare una donna quando si veste, guardandosi allo specchio, compiaciuta dell’immagine che questo le rimanda.
E’ un’amica, un’amante, una moglie, una madre.
E’ l’amica sulla quale sai di poter contare, alla quale puoi raccontare tutto di te, senza timore di essere giudicato o frainteso, con la certezza che le tue confidenze resteranno dentro quello scrigno sicuro che è il suo cuore.
E’ l’amante appassionata che non ha paura di dimostrarti il suo amore, facendo l’amore.
E’ la moglie che ti ha scelto e che ti sceglie giorno dopo giorno, per condividere con te la vita.
E’ la madre che ti ha desiderato, accolto, cresciuto. Che gioisce con te e per te, che soffre con te e per te, più di te!
Laura è creativa, come dice una canzone che le piace parecchio: “…non vuol essere alla moda, la moda la fa…” La puoi riconoscere in mezzo alla gente se ti soffermi ad osservare i particolari. In inverno, i suoi cappellini e le sue sciarpe, possibilmente coordinati tra loro oltre che alle calze, non passano certo inosservati; in estate fanno bella mostra di sé, le sue collane e i suoi monili. Laura prende spunto dalle vetrine, dalle riviste, dai telefilm e va a cercare nel suo armadio qualcosa che possa essere rivisitato. Troppo lungo? Si può accorciare! Troppo corto? Una bella balza o un bordo lavorato a maglia copriranno i centimetri mancanti. Colore sbiadito? No problem, “Coloreria Italiana” lo ravviverà. Quante cose ormai sulla via del tramonto sono nate a nuova vita grazie a lei. Perché Laura, soprattutto in questo periodo di crisi, non butta via nulla. Il suo motto è: “nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
A Laura piace piacere. Non c’è niente da fare, è così. Fa del suo meglio per riuscire a piacere, “in primis” a se stessa e poi agli altri. Ovviamente non a tutti, solo a quelli che, a pelle, le piacciono. Non si può fare una classifica di chi o cosa le piaccia, non segue dei criteri particolari.
Le piacciono, in generale, gli uomini alti e mori. Uno è anche riuscita a sposarlo!
Le piacciono gli artisti con quell’aria un po’ naif, le persone con i capelli rossi, quelle che si impegnano in quello che fanno, quelle gentili che fanno sentire a proprio agio, quelle tatuate che a prima vista fanno una brutta impressione ma che, sotto sotto, sono migliori di chi, all’apparenza è tanto perbene, i libri, la musica, le filosofie orientali, lo yoga, il mare, i temporali estivi, l’odore delle cartolerie, i cornetti alla marmellata, il cioccolato fondente, i gatti, i cani, i gechi e le lucertole e tutti gli animali tranne i topi. E già, i roditori le fanno venire i brividi anche solo a pensarci. Chissà, forse un trauma infantile si nasconde dietro questa fobia…
Giusto, che dire dell’infanzia di Laura? Sicuramente un’infanzia poco infantile. Un’infanzia vissuta da bambina che doveva comportarsi da adulta, sempre alla ricerca dell’approvazione di genitori, agli occhi dei quali, nulla era mai abbastanza. Un’esasperante ed esasperata competizione.
Quanto dolore provocano le parole, soprattutto se sono quelle di un padre. Lasciano dei solchi nel cuore e nell’anima che difficilmente si rimarginano. “Hai fatto la metà del tuo dovere”, era la frase che, puntualmente, suo padre pronunciava quando gli raccontava del bel voto preso nel compito in classe. Laura incassava il colpo. Solo ogni tanto, speranzosa di ricevere una risposta diversa, azzardava chiedere: “Perché ho fatto solo la metà del mio dovere?” Ma, purtroppo, la risposta restava sempre la stessa: “perché l’altra metà è quella di stare zitta”. Laura non voleva vantarsi dei suoi successi, semplicemente avrebbe voluto sentirsi gratificata. Invece no, essere la più brava, in tutto, era semplicemente  ovvio, non c’era da discuterne, era il suo dovere, anzi la metà.
All’età di otto anni, ricevette un regalo. Era un regalo che aveva chiesto tante volte ai suoi genitori: una sorellina. Ma il regalo, si trasformò ben presto in un incubo, tanto che un giorno disse alla mamma: “Riportala indietro, vedi cosa succede a voler accontentare i figli!”
Avere una sorellina non era affatto come Laura l’aveva immaginato. Quell’esserino non smetteva un attimo di piangere e di strillare. Un uragano travolse la sua infanzia silenziosa. Urlavano tutti, la mamma, il papà e la sorellina. Solo Laura non poteva urlare. No, Laura ormai era diventata grande, una sorella maggiore e, qual è il compito delle sorelle maggiori? Capire. Ma cosa poteva capire una bambina di otto anni? Capì che doveva fare uno sforzo doppio per compiere la metà del suo dovere. Così si chiuse, come un riccio, sentendosi colpevole per i pensieri che le affollavano la mente.
Passarono gli ultimi anni dell’infanzia e i primi anni dell’adolescenza.
Poi, finalmente, col sottofondo musicale di Raf che cantava “ Cosa resterà degli anni ‘80”,arrivò la primavera.
Laura sbocciò come un tenero germoglio, un fiore delicato e fragile.
In tanti si avvicinarono per sentirne il profumo, per osservarne i contorni delicati, i petali vellutati e morbidi. Ma solo colui che riuscì, con la sua dolcezza, la pazienza e la comprensione, a farle schiudere i petali, poté apprezzarne la meraviglia della fioritura.
E da quel momento, Laura sentì di aver trovato la sua essenza.
Capì che era arrivato il momento di prendere in mano la sua vita, di fare delle scelte coraggiose che si sarebbero scontrate con i desideri e le aspettative dei suoi genitori. Ma ormai era decisa, niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea. Indossò un’armatura, cesellata a mano e composta da tante tessere quante erano state le lacrime versate e, battagliera come non mai, andò incontro alla sua vita.
A testa alta, poteva dire di essere diventata grande.



Commenti

  1. Mi sembra di conoscerla questa laura.....ma come tutte le persone che pensiamo e sosteniamo di conoscere,ha un mondo interiore,una storia,una vita che nessuno puo intravedere a meno che non legga.......non "legga" dentro di lei cioe, con tatto e sensibilita.
    ancora una volta mi hai incantata cyan.spero di conoscere me stessa cosi bene come tu conosci laura.
    silvia

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