Io soffro d'insonnia. Fin
da piccolina facevo una fatica tremenda ad addormentarmi e
attualmente la melatonina in gocce è una fra le mie migliori amiche.
Non so esattamente cosa succeda nel momento in cui poggio la testa
sul cuscino, solo mi rendo conto che appena gli occhietti “fanno
pupi pupi” mi viene sempre, ma sempre, una super domandona
esistenziale. L'altra sera era “Cos'è l'amore?”. Ma uno può
farsi una domanda del genere e poi dormire? No, ovviamente. Certo,
vista la situazione attuale, so che ci sono molte altre domande che
minano un po' il sonno di tutti noi: “Riuscirò a pagare
l'assicurazione della macchina/la rata del mutuo/le tasse
universitarie/l'IMU?”. Questi sono pensieri che fanno letteralmente
perdere il sonno e venire l'ansia. In generale però la notte è il
momento della riflessione profonda, sennò perché mai si dice “La
notte porta consiglio”?
Io credo di essere una
tra le massime esperte di pensieri notturni, anche di pensieri
totalmente del cavolo. Mi spiego meglio... Perché io mi metto a
dormire e penso alla ricetta del chili messicano e non ci dormo la
notte perché non mi ricordo quanta polpa di maiale ci va? Sono anche
campionessa mondiale di “E se...”, di tutti quei pensieri, cioè,
che esprimono potenzialità specialmente al passato in perfetto stile
“Potevo, dovevo, volevo”. Ora, alla luce del sole, è chiaro che
tutto ciò non serve a niente, non si può né piangere sul latte
macchiato, né pensare di essere degli eroi dalla battuta pronta a
scoppio ritardato, come tutti quelli che soffrono di S.A.AP.,
Sindrome da Abbozzaggio Apparente (come spiega benissimo
ZeroCalcare). Questa cosa della battuta perfetta si realizza anche
sotto la doccia, momento in cui passiamo il 75% del tempo a pensare
sotto l'acqua calda e il restante 25% a lavarci. Per non parlare dei
pensieri che facciamo seduti sul WC... Ma queste sono altre storie e
non ci interessano al momento.
La notte, quindi,
dicevamo.
“Ma quando arriva la
notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei
suoi perché” dice Arisa. Lo so che non è un grande esempio
culturale ma il concetto è giusto. In solitario la nostra mente,
priva delle tante “distrazioni” della giornata, si sente libera
di andare dove vuole e spesso ci porta in terreni del più-o-meno
subconscio in cerca di risposte a temi e pensieri che di giorno
lasciamo volutamente da parte. Di giorno siamo impegnati col lavoro,
coi figli, mariti, fidanzati, mogli, colleghi da picchiare, lo
studio, e siamo così frenetici da non poterci permettere di fermarci
a pensare. Io stessa, quando ho pensieri, mi metto a fare una marea
di cose manuali, tipo la pasta frolla, i biscotti, pulire le fughe
delle mattonelle, la cristalliera di mamma, riordinare i cassetti e
la scrivania in contemporanea, salvo poi trovare le mutande al posto
del computer e fissare il vuoto in cerca del perché, ripensarci di
notte con “E se non li avessi riordinati in contemporanea?” e non
dormire. È un circolo
vizioso.
Si,
ok, io penso anche al chili e all'assicurazione, ma penso anche e
spesso ai grandi pensieri, vengo assalita da una mole di buoni
propositi. Ecco, i buoni propositi notturni, quelle entità fatte di
una sostanza simile alla neve che si scioglie coi primi raggi
dell'alba. I buoni propositi notturni: domani mi alzo presto e vado a
correre, domani mi alzo presto, arrivo al lavoro prima di tutti ché
ho un sacco di cose fa fare, domani vado al mercato perché poi mi
metto e farò il minestrone di verdure freschissime dell'orto. Si...
ma anche no! Ritardo perenne al lavoro, correre la mattina presto a
gennaio, ma siamo matti? Per il minestrone ci vuole un sacco di
tempo, c'è quello surgelato del supermercato. Insomma, la notte è
portatrice di pensieri di ogni tipo, dal cibo all'amore, ma è
dimostrato scientificamente (da un'eminenza nel campo che risponde al
nome di Snoopy) che se pensiamo ad una cosa a mezzanotte e ci
ripensiamo a mezzogiorno arriviamo sempre a conclusioni diverse. In
genere a mezzogiorno questa “cosa” ha perso la sua poeticità.
Gia, la poeticità. La notte è assolutamente poetica. Avete mai
considerato quanto si è scritto in parole e musica si notte, sulla
notte e durante la notte? “Nessun dorma, nessun dorma! Tu pure o
principessa nella tua fredda stanza guardi le stelle che tremano
d'amore e di speranza”, che genialata! “L'ora è fuggita e muoio
disperato! E non ho amato mai tanto la vita!”. Calaf e Cavaradossi
pensano durante la notte, entrambi sanno che il giorno dopo è per
loro un giorno decisivo. Per Cavaradossi è l'ultimo, per Calaf
potrebbe esserlo. “Regnava
nel silenzio alta la notte e bruna, colpìa la fonte un pallido
raggio di tetra luna”, povera Lucia per il cattivissimo presagio.
“Casta Diva” d'altronde è dedicata alla luna, mica ad una
magnifica giornata di sole pieno. Ma non è soltanto la lirica ad
offrirci esempi di come la notte sia una grandissima fonte d'arte e
bellezza. Se passiamo al balletto, alcune delle scene più belle sono
ambientate di notte. Ad esempio il secondo atto de “Il lago dei
cigni” è tutto ambientato di notte, momento in cui Odette si
trasforma in ragazza e può raccontare in danza la sua triste vicenda
a Siegfried che si innamora perdutamente di lei. E che dire di
Giselle, dove di notte il “povero” Albrecth è costretto a
danzare fino all'alba dalle Villi, gli spiriti delle ragazze morte
per amore tra cui la sua stessa Giselle? La scena più divertente di
“Coppelia” (che ho giusto rivisto qualche giorno fa) si svolge di
notte nel laboratorio del dottor Coppelius. E per finire consideriamo
“Lo Schiaccianoci” che si svolge tutto di notte, visto anche che
si tratta del sogno di Clara, la protagonista. Anche il musical si è
ispirato largamente alla notte. Dite di no? Uno dei musical più
replicati in tutti i teatri del mondo, “Cats”, si svolge
interamente di notte, in una sola notte, e la sua canzone più nota,
“Memory”, ricorda i tempi andati di Grizabella, quando si sentiva
bellissima alla luce della luna. Per non parlare del “Rocky Horror
Show” che si svolge sempre in una sola notte o di “Jesus Christ
Superstar” in cui le scene più note sono appunto notturne. Ma
tornando alla musica classica, che dire di tutta quella categoria di
composizioni che passano sotto il nome di “Notturni”? Chopin,
Beethoven, Debussy hanno composto alcuni dei loro migliori capolavori
ispirandosi alla notte e alla luna e marchiando indelebilmente la
nostra visione della notte stessa. Musorgskji ne ha fatto un poema
sinfonico, il bellissimo “Una notte sul Monte Calvo”, Saint-Saens
una “Danse macabre”, Offenbach ha musicato meravigliosamente una
“Barcarola” da I racconti di Hoffman. Perfino Rossini, in una
notte d'insonnia dovuta al miagolio incessante di due gatti
innamorati, scrisse uno dei suoi duetti lirici più divertenti. In
letteratura sfondiamo una porta aperta. “Essere o non essere?”,
“Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?”, “Scompari, macchia
maledetta! Scompari, dico!” mica si svolgono di giorno queste
famosissime scene shakespeariane. Perfino la musica contemporanea
racconta bellissime storie in notturna. Come la canzone di Arisa, si
intitolano “La notte” anche una canzone dei Modà e di Adamo.
“Buonanotte Fiorellino” è ambientata di notte, “Certe notti
la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei”, “Because the
night belongs to lovers”, “the
last that ever she saw him carried away by a moonlight shadow”,
“Qui, in questa notte di note, a guardarmi la vita dentro le mani
vuote. Ma che cos'è mai che mi fa credere ancora, mi riga gli occhi
d'amore e mi addormenterà dalla parte del cuore?”.
E
direi che mi posso anche fermare, perché se vado avanti rischio di
allungare questo post a dismisura di citazioni notturne. Anche se ci
scommetto oro che, una volta pubblicato il post, penserò “E se
avessi messo anche quell'altra, quella bella? Oddio, com'è che
era?”. E anche stanotte non si dorme.
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