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L'Almanacco di Violet


SIGLA!!!


Sole: A Cagliari (Sardegna, Europa, pianeta Terra, Sistema Solare, Via Lattea, Universo) il Sole sorge alle 7:33 e tramonta alle 17:39.

Luna: Il 3 di febbraio alle 13:58 la Luna entra nel suo ultimo quarto. Luna calante per tutta la settimana. Il 7 di febbraio alle 12:08 raggiunge il perigeo.

Cielo del mese, i pianeti: Tra il 2 e il 3 febbraio, intorno all’una di notte, la Luna all’Ultimo Quarto è apparsa all’orizzonte orientale insieme a Saturno. Nelle ore successive i due astri si alzano sempre più sull’orizzonte a Sud-Est. Li si può osservare facilmente nella costellazione della Bilancia, vicino al limite con la Vergine.

Onomastici: Tanti auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di: Biagio, Oscar, Anna (profetessa), Lupicino, Leonio (3 febbraio); Aventino, Gilberto, Isidoro, Papia, Diodoro e Claudiano (4 febbraio); Agata, Alice (di Vilich), Domiziano, Saba (il giovane), Geniale (5 febbraio); Paolo (Miki e compagni), Dorotea (di Alessandria), Renilde (6 febbraio); Giuliana, Luca (il giovane), Massimo (di Nola), Riccardo (re d’Inghilterra), Partenio (7 febbraio); Girolamo Emiliano, Giuseppina (Bakhita), Onorato (di Milano), Paolo (di Verdun), Quinta (8 febbraio); Altone, Apollonia, Marone, Sabino (di Canosa), Primo e Donato (9 febbraio); Scolastica, Guglielmo (il Grande), Silavano (di Terracina), Troiano (10 febbraio). 

Il Santo: Prima che febbraio finisca, conviene ricordare Onorato, ventinovesimo vescovo di Milano (560-571), la cui festa è l’8 febbraio, ma fu celebrata per qualche tempo il 26 dello stesso mese. Amava la sua diocesi: gioiva, quando, accompagnando i suoi ospiti a visitare San Lorenzo, esclamavano: «Supera in bellezza quasi tutte le chiese d’Italia». Desiderava la pace: per questo, quando i Longobardi di Alboino entrarono in Milano (3 settembre 569), si trasferì con parte del clero a Genova. Pensava che il Barbaro non si sarebbe accanito sulla popolazione, sulla povera gente, che gli era affidata come pastore. Forse si ispirò ai vescovi che lo avevano preceduto: anche Eusebio cento anni prima, all’arrivo di Attila, aveva lasciato Milano, per tornarvi subito a sostenere le vittime e rincuorarle. Purtroppo Onorato morì dopo pochi mesi e il pericolo longobardo si prolungò per decenni. Ora riposa in Sant’Eustorgio e da lì ci ripete le parole di Ambrogio: «Come puoi pretendere di superare la prova se nel nome di Cristo non sai affrontare contrarietà e pericoli? Per questo la speranza è la sola che non delude il nostro cuore».

Il nome: Questa settimana vi propongo il nome Agata. Deriva dal greco αγαθή=buona, e significa “ricca di virtù”. Il numero portafortuna, legato a questo nome, è il 6; il suo colore è il viola; la sua pietra portafortuna è l’ametista; il metallo è l’oro. In Italia portano il nome Agata poco meno di cinquantaduemilatrecento donne, cioè lo 0,086% della popolazione del nostro Paese. Questo nome si attesta al duecentonovantacinquesimo posto nella classifica dei nomi più comuni. È molto diffuso in Sicilia, dove si trovano il 39,8% delle donne che lo portano, e in Puglia (11,3%); poco nel resto d’Italia. Agata: ammirata, generosa, tenera.

Compleanni storici: Il 6 febbraio 1778 nacque Ugo Foscolo.

Questa settimana accadde: Il 7 febbraio 1971 le donne svizzere ottennero (finalmente!!!) il diritto di voto. Oh Regina, Reginella, quanti passi deve fare questo nostro vecchio Mondo per arrivare al tuo Castello? (Rivisitazione by Violet).

La notizia del giorno… un anno dopo: Suore bloccate: “Preghiamo e spaliamo” (L’Unione Sarda, Edizione del 6 febbraio 2012, p. 3).

Feste e ricorrenze private e privatissime. Perché privarcene?: Oggi è il Red-genetliaco! Non aggiungo altro a parte miriadi di Auguri!!! Il 4 tanti auguri a Loredana, il 5 ad Alessandra, il 6 a Sabrinetta, tesoro delle zie (qui si unisce anche la mia Red), il 7? …qualcuno ci sarà! L’8 auguri a Chiara. Violet, esausta, spera di non aver dimenticato nessuno!

Curiosità: Quello di Ottana, uno dei più noti, autentici e affascinati carnevali della Sardegna, ha tre protagonisti principali: sos Boes, i buoi, ricoperti di campanacci e pelli di pecora e tenuti dalle redini da sos Merdùles, uomini col viso coperto da atroci maschere nere, e infine Sa Filonzana, una enigmatica e inquietante figura femminile vestita di nero.

Le buone maniere di ieri e di oggi: Il cliente ha sempre ragione. Meditate commesse di tutto l’universo mondo: in tempo di crisi è ancora più facile perdere clientela. Ricordatelo. E, per non mancare alle regole del Galateo, Violet, per oggi, non aggiunge altro a questa parte della sua rubrica.

La matita Rossa e Blu (versione Terra mia): Una scritta nei muri della mia città, autografata Alterego (mi raccomando: tutto “attaccato”) riporta così: BOSATRUSU (tutto “attaccato” è il marchio di fabbrica del nostro). Ora, Violet ha consultato tutti i dizionari a sua disposizione. Ha anche chiesto aiuto: prima alla sua amica, che sa di inglese (e pure di latino. Vedi l’Almanacco della scorsa settimana), poi a Red; infine, colta da un sospetto, agli anziani più arguti e sardofoni che conosca. Ma di questo termine nessuno attesta l’esistenza, seppur in una lingua passata ed ormai in disuso. Così, pensa e ripensa, ha deciso di interpretare per voi: Bos’ attrusu (=voi, in sardo). Caro Alterego, avevi dimenticato elisione e doppia T!

Il Lama racconta: (È) Imbolc, il tempo in cui le pecore davano e danno ancora alla luce il frutto dell'inverno. Il primo latte, il candido dono che sazia e delizia chi centellina il cibo messo via nel cuore dell'estate, nel crepuscolo dell'autunno, e che brama frutti succosi e grassi cinghiali. E' facile che in questo tempo nevichi forte, e il freddo azzanni spietatamente creature e cose. Siamo nel cuore dell'inverno, i giorni più freddi incombono. La notte più lunga è prima dell'alba, questo insegnano le tradizioni. Non è tempo di danze e di baccanali, sarebbe sciocco e sprezzante dei cicli della Madre abbandonarsi ora ad eccessi. Ma si può cominciare a sognare più forte, anche se le notti sono più corte. Si può cominciare a guardare oltre il profilo degli alberi, lontani, immersi nella nebbia, e scorgere una fiamma che s'innalza nell'orizzonte della speranza. Quella, è la fiamma di Brigith (…) Felice vi sia questo tempo che giunge, felice vi sia la vita che rialza il capo, anche se ancora indugia nel sonno. Per ora non è tempo di danze. Ma è sempre tempo per un dolce sorriso di vita (Nel Tempo di Imbolc – O del sorriso di Brigith, Arth, amico della Rassegna Stronza).

Così parlò zio Gecob: Bisogna educarsi e addestrarsi a salutare con gioia ogni giorno, e soprattutto le straordinarie sorprese di questo giorno, del suo irresistibile corso. Perchè ogni giorno può fare di noi dei portatori di gioia.

Così aggiunse Violet: Vivo di contaminazioni e amo, sì amo, il meticciato delle idee… 

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