Quella sporca dozzina
Il sottotitolo di questo post potrebbe essere "rosso/a" ma non in onore della Red che ci compie gli anni in questi primi giorni di febbraio.
Negli ultimi mesi ho avuto la fortuna di impartire gratuitamente delle modeste lezioni di italiano a dodici studenti dell'Istituto di Archeologia concentrando l'attenzione sulla grammatica - elementi generali di base - e un po' di lessico archeologico. Alle mie innumerevoli incapacità d'insegnare e di relazione auf Deutsch hanno sopperito loro con intelligenza e ironia.
Qualcuno aveva già studiato la nostra lingua (alla prima lezione, mia domanda: "Qualcuno ha già studiato...". Risposta: "Sì, io ho studiato...". Replica: "Sì, basta così!"), qualcun'altro si è già cimentato autonomamente nella lettura di qualche libro e un po' tutti hanno una buona conoscenza del latino, una base da cui partire per arrivare a comprendere parole e regole. E per storpiare i plurali o la pronuncia della "c".
In realtà non ho insegnato regole, molto meglio presentare i vari argomenti in generale e poi subito una bella passata di esercizi, individuali o di gruppo, e via a pronunciare la sfilza di frasi senza senso con la favella più melodica e fluente che ci sia.
E si sono dimostrati bravi. Ma non poteva essere altrimenti. Sono super-studenti, giovani, brillanti, poliglotti (non solo le classiche lingue occidentali ma pure finlandese, estone, giapponese, greco moderno, arabo e, udite udite, turchese!) e diligenti. Tra l'altro alcuni collaborano con l'Istituto in diverse mansioni, non come schiavi o muli, dimostrandosi molto utili.
Tra di loro si distinguono alcuni per la vis comica che li rende particolarmente pericolosi. Il loro principe è senza dubbio un certo Sigfriedus: mai voltarsi, è pronto a colpirvi tra capo e collo con la sua lingua velenosa. Fa sempre comunella con delle amiche con le quali chiacchiera di continuo nel corso della lezione. Come una ragazza dalle origini sarde, ma dal cognome ipertedesco, con un baldo giovane. Questi giovani studenti tedeschi...non hanno un minimo di rispetto per il professore. A loro due sembra resistere, comunque, quella che ha già appreso la lingua di Dante, che si dimostra attenta e puntauale. Poi ci sono altri pronti a fare domande che farebbero bene a ternersi per sè. Non tutto si può apprendere in una lezione...e soprattutto ha una spiegazione..dell'insegnante.
A volte è stato oggetto di frasi d'esempio il loro famoso scavo di riferimento a Eisenberg con sequenza stratigrafica scalinata. Dove si trova? Ma come? Non lo sapete? In Pflaz! E dov'è la o il Pfalz? Beh, cercatelo con Google-Map. Se l'hanno segnato...comunque mi sembra che sia vicino ai confini dell'Universo.
Certo, non sono mancati i momenti esilaranti. Ne sono stato protagonista più io che loro, l'Unverständnis è sempre lì in agguato ahimè. Ma è giusto ricordarne uno loro. La mutazione fonetica del piccone in un piccione...e lì, francamente, scoppiare a ridere è un moto involontario dell'anima pensando al povero pennuto impugnato da un archeologo che sbanca un terreno sotto il sole...
Mi hanno detto che hanno studiato troppo, cioè che li ho fatti studiare troppo...troppe parole...troppa grammatica...beh, no, dai troppa grammatica no. Ci siamo fermati ai pronomi personali oggetto...e con i tempi al passato prossimo. Forse il lessico...ma mi hanno chiesto loro una lista di parole...io ne avrei fatto a meno. Con cipiglio tedesco hanno preso la lista e l'hanno cartellinata, cioè scritto, secondo un metodo tipicamente tedesco, cartellini con le singole parole per apprenderle una a una bene bene. Ho visto dei bei mazzi di carte molto consistenti...insaziabili!
Da poco abbiamo tenuto un piccolo esamino con tre parti (grammatica/lessico, comprensione di un testo - l'altare di Pergamo...- con domande e scrittura di una lettera a un professore per partecipare a uno scavo). L'hanno superato tutti quanti, ovviamente...
Paul_Blau_Vierzig
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