SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il sole sorge alle 6:26 e tramonta alle 20:14.
Luna: Luna gibbosa crescente.
Il 5 di maggio sarà luna piena.
Onomastici: Tanti auguri a tutti coloro
e tutte coloro che portano il nome di: Severo
e Ugo (29 aprile); Pio, Adiutore,
Pomponio e Sofia (30 aprile); Giuseppe,
Amatore, Grata, Pellegrino, Riccardo e Sigismondo (1 maggio); Atanasio,
Zoe e Felice (2 maggio); Filippo,
Giacomo, Alessandro, Giovenale, Guglielmo, Teodosio e Viola (3
maggio); Cassiano, Ciriaco, Floriano, Fortunato, Paolino e Silvano (4 maggio); Angelo,
Gottardo, Irene, Massimo, Prisca e Tosca (5 maggio).
Il Santo: Il 29 di aprile la Chiesa festeggia santa Caterina da Siena, terziaria
francescana, morta nel 1380. Patrona d’Italia, di Siena, di Roma. Patrona delle
lavandaie, dei corrieri e degli infermieri.
Il nome: Il nome che ho scelto questa settimana non è molto
diffuso, ma io lo trovo molto bello: Zoe.
È un nome molto antico, che non ha subito variazioni nel corso del tempo.
Deriva da una parola greca ζωή e significa “vita”.
In Italia si chiamano Zoe poco meno di milleottocento
persone, circa lo 0,003% della popolazione. Nella classifica dei nomi più
comuni si colloca al millenovantaquattresimo
posto. È diffuso nel Nord-Italia: Veneto
(28,9%), Emilia Romagna (21,3%), Lombardia (14,4%), e Toscana (10,1%); pochissimo nel resto
del Paese.
Compleanni storici: Tantissimi auguri al grande Zubin Metha, nato il 29 aprile 1936.
Questa settimana accadde: Il 30 aprile 1789, sulla balconata della Federal Hall di Wall Street, a New York,
George Washington prestò giuramento
divenendo il primo presidente degli Stati Uniti d’America.
Feste e ricorrenze: Oggi vi parlo di una festa tradizionale di
un’altra “Isola”. No, non è Carloforte, anche se i suoi abitanti pensano che la
loro sia l’unica vera isola (così come i sassaresi sono convinti che piazza
Italia, a Sassari, sia l’idea
platonica di piazza). Si tratta della nostra isola sorella, oserei dire
gemella, viste le pecore e i muretti a secco (speriamo che Red non mi
meni e lasci passare la licenza sentimental-poetica!): l’Irlanda. È la festa di Beltane,
termine che deriva dal gaelico antico e significa “fuoco luminoso”. Antica
festa gaelica, si celebra attorno al 1° maggio. Questa ricorrenza si situa
esattamente a metà strada tra l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate
e, in Irlanda, segna il passaggio tra le due stagioni. Fonti del X secolo
riportano che i druidi accendessero
dei falò sulla cima dei colli e che vi conducessero il bestiame del villaggio
per purificarlo in segno augurale; anche le persone attraversavano i fuochi
allo stesso scopo. Oggigiorno questa tradizione si conserva solo in poche
località: una di esse è Calton Hill,
in Scozia, non lontano da Edimburgo, dove la notte del 30 aprile si tiene una
celebrazione di Beltane a cui partecipano circa quindicimila persone.
Curiosità: Cari lettori, a voi non sembra, come a Violet, di aver
sempre conosciuto il Concerto del Primo
Maggio, a Roma, in piazza di Porta San Giovanni? Invece è un evento
“giovane”, nato nel 1990 da un idea di Maurizio
Illuminato (sarà merito del cognome?) e organizzato dai maggiori Sindacati italiani. Quindi questo sarà
“solo” il ventitreesimo anno che ci
farà compagnia per il pomeriggio e la serata dedicati alla Festa dei lavoratori.
Il Lama racconta: In quel tempo lontanissimo, quando la Terra
doveva formarsi, cadde dall’alto; il suolo, le montagne e le pietre caddero dal
Cielo. Così fu la Terra. Dopo la creazione della Terra, venne l’uomo. Si dice
che l’uomo venne dal suolo. Vennero fuori dalla Terra piccoli bambini; vennero
fuori tra i salici, coperti di foglie di salici. E stavano sdraiati tra i
cespugli nani, ad occhi chiusi, perché ancora non potevano trascinarsi. Il
suolo dava loro il cibo. La donna fa i vestiti per i bambini e vaga sopra il
suolo, dove trova piccoli bambini: essa li veste e li porta a casa. Divennero
molti. E, quando furono molti, ebbero bisogno dei cani. Un uomo uscì con i
finimenti di un cane in mano e percorse la Terra, mentre gridava: “Hok, hok,
hok!”. Allora i cani vennero fuori dalle montagnole, dalle piccole montagnole;
e si scrollarono, perché erano pieni di sabbia. Così l’uomo ebbe anche i suoi
cani. (Leggenda Inuit)
Così parlò zio Gecob: Quando gli uomini smarriscono le loro galline
e i loro cani sanno dove ritrovarli; ma quando gli uomini smarriscono il loro
cuore, non sanno ritrovarlo mai più.
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