Sole:
A Cagliari (Sardegna, Europa, pianeta Terra, Sistema
Solare, Via Lattea, Universo) il sole sorge alle 7:07 e
tramonta alle 19:47.
Luna: Luna gibbosa
crescente fino al 4 di aprile. Il 5 aprile è giorno di luna
piena.
Onomastici: Tanti
auguri a tutte e a tutti coloro che portano il nome di: Gilberto
e Ugo (1 aprile); Francesca, Francesco, Abbondio,
Domenica e Domenico (2 aprile); Luigi e Riccardo (3
aprile); Isidoro, Pietro, Benedetta e Benedetto
(4 aprile); Caterina, Irene e Vincenzo (5
aprile); Guglielmo e Filerete (6 aprile); Giovanni
Battista, Enrica ed Enrico (7 aprile).
Il Santo: Il 3 di
aprile si festeggia anche san Sisto I, papa dal 119 al 126,
martire a Roma. Patrono di Alatri. In qualche località è
venerato il 6 aprile.
Il nome: Questa
settimana vi propongo il nome Caterina. Deriva dal greco
καταός=”pura”. Nelle sue numerose forme nazionali e con i
suoi altrettanto numerosi derivati è uno dei nomi più diffusi al
mondo; fu portato da regine, imperatrici e ben otto sante famose! Il
numero fortunato legato al nome Caterina è il 2; il
suo colore, il rosso; la pietra, il rubino
e il metallo è il mercurio. In Italia si chiamano
Caterina ben più di trecentomila persone: ovvero circa lo
0,51% della popolazione. È il cinquantacinquesimo nome più
comune degli abitanti del nostro Paese. È maggiormente diffuso in
Sicilia (14,9%) e in Lombardia (14,3%); le regioni in cui è
meno diffuso sono invece il Molise (0,3%) e la Valle d’Aosta
(0,2%).
Compleanni storici: Il
1° aprile 1788 nacque Margherita Occhiena, Mamma
Margherita. Auguri!
Questa settimana
accadde: Il 3 aprile 1896 uscì il primo numero della
Gazzetta dello Sport. Il “giornale rosa”, uno dei due
quotidiani irrinunciabili della nostra Rassegna, nacque dalla fusione
de “Il ciclista” e “La tripletta”.
Feste e ricorrenze: La
Pasqua è una cosiddetta festa mobile, cioè la sua
data varia di anno in anno perché è correlata al ciclo lunare.
La Pasqua ebraica e quella cristiano seguono calcoli differenti e
quindi non cadono sempre nello stesso periodo; ma anche all’interno
del cristianesimo la data della Pasqua cambia a seconda che si segua
il calendario gregoriano, come fanno i cattolici e i protestanti, o
quello giuliano, come fanno gli ortodossi. Queste regole solo in
alcuni anni danno la stessa data, spesso date differenti. La Pasqua
ebraica è fissata al giorno 14 del mese di Nisan del
calendario ebraico (un calendario lunisolare), come prescrive la
Bibbia nel libro dell’Esodo. Questa data dovrebbe coincidere
sempre al plenilunio successivo all’equinozio di primavera, ma
poiché l’anno ebraico è più lungo di circa 6 minuti rispetto
all’anno tropico, la data si sposta in avanti nel corso dei secoli
(circa un giorno ogni due secoli). Attualmente la Pasqua ebraica cade
tra il 26 marzo e il 25 aprile. La Pasqua cristiana,
invece, cade sempre di domenica, il giorno della Risurrezione di
Gesù. La regola per il suo calcolo fu fissata dal Concilio di
Nicea nel 325: la Pasqua cade la domenica
successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera.
Per noi che usiamo il calendario gregoriano la data è sempre
compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. Per gli
ortodossi l’intervallo di date possibili va dal 4 aprile
all’8 maggio (secondo il nostro calendario). Nel 2012
la Pasqua ebraica sarà il 7 aprile, la Pasqua
cristiana di cattolici e protestanti l’8 aprile e quella
ortodossa il 15 aprile (che corrisponde nel calendario
giuliano al loro 2 aprile).
Curiosità: Fino
alla riforma del calendario gregoriano l’anno iniziava il 1°
aprile. Nel 1564, questa modifica fu introdotta anche in Francia da
re Carlo IX. Così il 1° gennaio 1565 tutti fecero gli auguri
di buon anno e si scambiarono i regali. Quando arrivò il 1°
aprile, alcuni decisero, per scherzo, di festeggiarlo ancora, ma,
poiché era ormai un falso capodanno, decisero di fare anche
dei falsi regali, tanto per ridere! Questa è una delle
possibili origini del poisson d’Avril, il pesce d’aprile,
appunto!
Il Lama racconta: Un
vecchio rabbino domandò una volta ai suoi allievi da che cosa si
potesse riconoscere il momento preciso in cui finiva la notte e
cominciava il giorno. "Forse da quando si può distinguere con
facilità un cane da una pecora?". "No", disse il
rabbino. "Quando si distingue un albero di datteri da un albero
di fichi?". "No", ripeté il rabbino. "Ma
quand'è, allora?", domandarono gli allievi. Il rabbino rispose:
"E' quando guardando il volto di una persona qualunque, tu
riconosci un fratello o una sorella. Fino a quel punto è ancora
notte nel tuo cuore".
Così parlò zio Gecob:
Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma
riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.
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