Sole
A Cagliari (lat. 39°21’; lon.
9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge
alle 6:45 e tramonta alle 17:27.
Da domenica siamo tornati all’Ora
Solare.
Luna
La Luna è calante. Il 3 novembre
alle 12:50 è Luna Nuova.
Cielo del Mese, i Pianeti
Alla fine di questo mese si
ripete l’opportunità di osservare la falce di Luna calante e Marte. Il mattino
del 30 ottobre i due astri si trovano a Sud-Est.
I Santi
28 ottobre: santi Simone e Giuda
Taddeo, apostoli
29 ottobre: san Feliciano
30 ottobre: san Saturnino di Cagliari
31 ottobre: santa Lucilla di Roma
1° novembre: Tutti i Santi
2 novembre:
commemorazione dei Defunti
3 novembre: san Martino de Porres
La Notizia del
Giorno… un Anno Dopo
Parigi – Il coccodrillo francese
potrebbe rinascere in terra elvetica (L’Unione Sarda, Edizione del 30 ottobre
2012, p. 9). Per visualizzare il post clicca qui
Feste, Ricorrenze, Curiosità
Oltre che essere Halloween, il
Capodanno celtico (Samhain) e il ricordo di Martin Lutero per gli anglicani, il
31 ottobre è anche la Giornata Mondiale
del Risparmio!
Il Lama Racconta
E così, decise che l’avrebbe
vista una volta ancora. L’ultima. Forse. Almeno per un po’ di tempo, di vita.
Aveva bisogno ancora di qualche ricordo. Di imprimerla nella memoria, dove la
sua immagine era sempre più traslucida e inconsistente. Non la sensazione di
lei. Quella era viva. E le ultime parole che si erano scambiate. Quasi una
profezia. La promessa di un sogno. Di un futuro non ancora avverato, ma che lei
desiderava con tutto il cuore. Prese coraggio, perché non credeva alle porte
aperte sul mondo degli spiriti. Sapeva che il bene non muore. Lo sentiva vivere
e carezzarle la pelle ogni giorno, nelle sue occupazioni più normali e
quotidiane. Sapeva che il luogo dell’Amore è luogo di comunione di tutti i
luoghi, di ciò che chiamiamo qui e di
ciò che diciamo altrove. Anche gli
angoli più sperduti del mondo, della terra e del mare, del cielo e dello spazio.
Fino ai confini dell’universo. Ed oltre. Sapeva che il luogo dell’Amore è luogo
di comunione di tutti i tempi. Del
passato, del presente e del futuro. Fino all’eternità. Ed oltre. Ad unire tutti
gli esseri che si sono amati. Che
anche per un attimo solo si sono sfiorati, si sono guardati. Si sono dedicati
parole, pensieri. Si sono dedicati tempo, che siano pochi istanti o una vita,
non sempre è l’essenziale. Decise, per la prima volta in vita sua, di rifarsi
alla sapienza antica della sua Isola. Di credere agli insegnamenti tramandati
di madre in figlia, fin dalla notte dei tempi. E attese. Attese la notte de Is Animas. Attese che fosse silenzio in
casa e per la strada. Che tutti dormissero. Preparò il caffé, forte e denso. Un
bricco di latte, per la macchiatura a freddo. A colei che aspettava piaceva
così. Un’abitudine che aveva trasmesso anche al figlio e che era diventata il
rito del dopo pranzo, subito prima di tornare al lavoro. Lei, invece, lo
prendeva senza nessuna aggiunta, amaro e scuro. Mise sul tavolo una tovaglia di
bucato. Dispose con gusto dei fiori rossi e due tazzine. Prese la sua
zuccheriera d’argento e due cucchiaini. Regali di tanto tempo prima, ma che
aveva usato raramente. Il servizio buono, insomma. Aggiunse la caffettiera e il
bricco del latte. Accese una candela. Bianca e profumata. Socchiuse porta e
finestra. La temperatura calda di quella notte d’autunno lo permetteva. E poi
gli ospiti attesi si accolgono così, con la porta aperta e la luce accesa. Si
vestì bene. Si truccò appena, ma con cura, uniformando l’incarnato, riducendo
l’effetto lucido, sottolineando gli occhi nocciola. Sedette sulla poltrona. Mise
lo smalto rosso alle unghie, perché lei le aveva insegnato che per le amiche si
fa questo ed altro. Non importa se si ha voglia, ma bisogna essere di tutto
punto. E attese. La stanchezza fu più forte e finì per dormire. Un sonno breve,
ma profondissimo. Sentì una carezza. Nel battito di ciglia del dormiveglia vide
un’ombra dalle unghie rosse sfiorarle il viso. Sentì un sussurro. È più vicino di quanto pensi. Poi il
rumore della porta che si chiudeva. Aprì gli occhi. D’istinto si avvicinò al
tavolo. Le due tazzine erano vuote, ma una era sporca di caffé e latte. E, lì
accanto, il flaconcino dello smalto, che pensava di aver lasciato sul tavolino
vicino alla poltrona, quasi vuoto. Felice di quello sfiorarsi desiderato, ma
impensato, decise di rimettere tutto a posto. Nessuno si sarebbe accorto di
nulla la mattina dopo. Il dono di una visita speciale è un segreto da custodire
nel cuore. Per sé sole (È più vicino di
quanto pensi, ispirato alla tradizione de “Sa cena po is Animas”, Violet
per La Rassegna Stronza).
Così Parlò zio Gecob
L’anima è piena di stelle cadenti
Così aggiunse Violet
In Sardegna, per antichissima tradizione, si festeggiano all’inizio del
mese di novembre Is Animas de su
Prugadoriu. In realtà le usanze legate a questa festa sono molto antiche e,
probabilmente, precedono di secoli l’avvento del Cristianesimo, anche se non si
è conservato un nome legato alla festa precristiana a cui si rifacevano. La
notte tra il 1° e il 2 novembre, dopo cena, si allestisce il banchetto per Is Animas, le persone care che sono
morte e che in antico si pensava avessero il desiderio di tornare a condividere
il cibo dei vivi almeno in quel giorno. Su quella tavola c’era su pani ‘e saba, is pabassinas, l’uva, i fichi secchi, i mandarini, le melegrane, e
altri dolci e cibi diversi a seconda dei luoghi e delle usanze. Si lasciava
anche un lume acceso. La mattina del 2, o in altri luoghi il 2 novembre nel
pomeriggio, uscivano i bambini. A seconda delle usanze potevano o meno essere
mascherati. Bussavano alle case e trovavano gli “avanzi” de sa cena, e comunque dolci e frutta. In
alcuni luoghi bussavano dicendo po is
Animas, in altri po su prugadoriu,
altrove su mortu mortu. E questa
questua era festosa per i grandi, che attendevano all’interno delle case, e per
i più piccoli, che l’andavano compiendo. Violet non ha mai partecipato alla
rievocazione di queste antiche usanze. Trova che siano un modo per rendere
vicino e quotidiano uno dei concetti che la società moderna non “esorcizza”
più, ma bensì dimentica e sottace: la morte. Violet è particolarmente legata
per tanti motivi, ma tutti di “vita”, a questo periodo dell’anno. Crede che celebrare
i Santi e ricordare i morti sia un tutt’uno, nella sua fede. Un tutt’uno fatto
di speranza e di amore. Crede nella Comunione
dei Santi, quel meraviglioso mistero che dice di un luogo e di un tempo,
diversi da tutti i luoghi e tutti i tempi per noi immaginabili, nel quale
l’Amore di Dio e la resurrezione del suo Figlio rendono possibile l’incontro e
l’unità di tutte le donne e gli uomini di buona volontà, presenti, passati e
futuri; vicini e lontani. Sa che la Comunione dei Santi si vive ogni giorno, ma
è bello ricordarla e festeggiarla in modo speciale una volta all’anno. Perché
la festa dà senso al quotidiano e aiuta tutti a comprenderlo e viverlo.
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