Giornata dell'Infanzia. Articolo 21 della convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza by Pink
"Gli Stati parti che ammettono e/o autorizzano l'adozione si accertano che l'interesse superiore del fanciullo sia la considerazione fondamentale in materia e: vigilano affinché l'adozione di un fanciullo sia autorizzata solo dalle autorità competenti le quali verificano, in conformità con la legge e con le procedure applicabili e in base a tutte le informazioni affidabili relative al caso in esame, che l'adozione può essere effettuata in considerazione della situazione del bambino in rapporto al padre e alla madre, genitori e tutori legali e che, ove fosse necessario, le persone interessate hanno dato il loro consenso all'adozione in cognizione di causa, dopo aver acquisito i pareri necessari; riconoscono che l'adozione all'estero può essere presa in considerazione come un altro mezzo per garantire le cure necessarie al fanciullo, qualora quest'ultimo non possa essere affidato a una famiglia affidataria o adottiva oppure essere allevato in maniera adeguata nel paese d'origine; vigilano, in caso di adozione all'estero, affinché il fanciullo abbia il beneficio di garanzie e di norme equivalenti a quelle esistenti per le adozioni nazionali; adottano ogni adeguata misura per vigilare affinché, in caso di adozione all'estero, il collocamento del fanciullo non diventi fonte di profitto materiale indebito per le persone che ne sono responsabili; perseguono le finalità del presente articolo stipulando accordi o intese bilaterali o multilaterali a seconda dei casi, e si sforzano in questo contesto di vigilare affinché le sistemazioni di fanciulli all'estero siano effettuate dalle autorità o dagli organi competenti."
L'adozione
di un minore è, dal mio punto di vista, uno dei più grandi atti
d'amore che si possano compiere. Significa in sostanza di poter dare
una casa, una famiglia e una nuova possibilità di vita ad un bambino
in difficoltà, ma nella sua essenza più limpida significa donare
amore ad un bambino in difficoltà. Ogni paese che si definisce
civile ammette tra i suoi dispositivi di legge quello dell'adozione.
In Italia sono possibili tre tipi di adozione: nazionale,
internazionale e speciale. La prima consente di adottare minori della
stessa nazionalità, la seconda riguarda i minori provenienti
dall'estero, mentre l'adozione speciale regola le adozioni in questi
casi particolari:
a)
l’adottante sia una persona unita al minore da vincolo di parentela
entro il 6° grado o da un rapporto stabile precedente alla perdita
dei genitori;
b)
per il coniuge convivente del genitore del minore, per favorire il
proseguimento dell’unità famigliare e garantire, quindi, una
crescita armonica del minore;
c)
quando è impossibile l’affidamento preadottivo del minore in stato
di abbandono, o appare controproducente per il minore interrompere
l’affidamento o i rapporti con la famiglia di origine.
(fonte:
ItaliaAdozioni.it)
Un
minore adottabile è, per legge, un minore che si trova in stato di
abbandono morale e materiale. Questo stato viene certificato dal
Tribunale dei minori, che dichiara l'adottabilità del minore in
questione. In Italia, l'iter non è snellissimo e una coppia che
desideri adottare un bambino deve armarsi di pazienza e prepararsi a
lunghe attese. Oltre alle tempistiche da entaconsulta, una coppia
deve essere idonea e la cosa non è semplice, quasi come dire che
amare e desiderare di dare una nuova vita ad un bambino non è
sufficiente. L'art. 6 della legge 814/83 stabilisce che possono
adottare “i coniugi sposati da
almeno tre anni (nel computo del triennio non si contano gli anni di
eventuale convivenza more uxorio. Detta durata deve sussistere al
momento della pronuncia e non al momento della domanda di adozione.
Tuttavia, non sembra opportuno accettare la domanda di chi non si
trova in tale condizione e la presenta con largo anticipo perché
verrebbe a mancare un importante indice di stabilità del
matrimonio), non separati (nemmeno di fatto), ritenuti idonei ad
educare, istruire ed in grado di mantenere i minori che intendono
adottare”.
Questa legge esclude dall'adozione le coppie di conviventi, le coppie
omosessuali e i single. Non riesco a capire il perché la condizione
di base necessaria sia il matrimonio e non la capacità di educare,
istruire e mantenere il minore. Mi sfugge il motivo per cui non si
pensi di poter adeguare questa legge ai tempi che corrono visto che
negli ultimi 20 anni (la legge è del 1983) la società si è
modificata radicalmente. Vedendo un po' di dati, notiamo che nel 2007
le domande di adozione nazionale sono state 15610, mentre quelle
effettivamente portate a termine sono soltanto 1815, circa il 10%. I
dati sulle adozioni internazionali ci dicono che l'Italia è un paese
molto attivo sul fronte delle adozioni internazionali. Nel 2007 si
trovava al terzo posto nella lista dei paesi “più adottivi”,
dietro USA e Spagna e, nel successivo 2008, si era registrato un
aumento del 16% a fronte di una generale decremento in tutto il
mondo. I dati della Commissione Adozioni Internazionali ci dicono che
fino al 30 dicembre 2009 sono stati accolti in Italia 25860 minori
stranieri da 21051 coppie, ovvero 1,23 bambini per coppia. Ma quante
sono state le domande? Se dovessimo fare un parallelo con i dati
nazionali andremmo a sfiorare circa 250mila domande, il che mi sembra
un dato difficile. Resta il fatto che essere una coppia “adatta
all'adozione”, ovvero essere sposati da 3 anni, adatti ad educare,
istruire e mantenere il minore che decidono di adottare. Possibile
che sia impossibile o che solo il 10% circa delle coppie che
ritengono di essere adatte lo sia poi anche per il tribunale? Perché
deve essere così difficile (e anche dispendioso) adottare un
bambino? Capisco che l'interesse primario deve essere quello del
bambino e che gli si deve garantire una sistemazione assolutamente
adeguata, ma non possono essere così poche le persone in grado di
soddisfare questo standard. E resta inspiegabile, per me donna del
2011, come mai a priori debbano essere esclusi i single e gli
omosessuali, come l'essere single e omosessuali possa renderti
inadatto all'educare degnamente un figlio e potergli dare una vita
ben più che dignitosa. Il nostro interesse deve risiedere nel
bambino, non nella sessualità del genitore o nel fatto che abbia un
compagno/a o meno. Milioni di matrimoni si sfasciano ogni anno e
altrettanti conviventi invece proseguono le loro relazioni con
tranquillità. D'altronde nascono figli da queste unioni e non mi
pare che siano educati male o che i genitori ne siano indegni, perché
se fosse davvero così gli assistenti sociali avrebbero un bel da
fare per portar via questi bambini ai loro genitori e dovrebbero poi
renderli adottabili per una coppia più “convenzionale”. Questo
chiaramente implicherebbe un'altra serie di dinamiche strazianti per
il povero piccolo ed è una cosa che non vorremmo mai nemmeno
immaginare. Rendere l'adozione così ristretta non da, a mio parere,
la garanzia di una riuscita al 100%, ma impedisce ad altre potenziali
famiglie di dare amore ad un bambino che ne ha davvero bisogno. E non
si tratta solo di soldi, ma di sentimenti veri ed effettivi, che poco
hanno a che fare con la possibilità di regalare a un figlio l'iphone
5 il giorno stesso che esce e pagarlo in contanti. Vogliamo metterci
in testa che il punto è fare di un bambino solo ed abbandonato
nostro figlio in tutto e per tutto e che l'amore è pari a quello per
un figlio biologico? Io mi auguro che il problema si ponga sempre più
spesso e che si cerchi con intelligenza e interesse effettivo del
bambino una soluzione adeguata anche al 2012.
Commenti
Posta un commento