Le città sono luoghi popolati, conglomerati di case e di storie. Vivono molteplici vite, sono amate, idealizzate, odiate, come fossero persone. Ogni persona che passa le vede diverse, chi torna le trova cambiate, eppure loro sono sempre uguali. Ognuno ha un aggettivo per la propria città: piccola, provinciale, bella, noiosa, sono attributi che ho sentito molto spesso accanto al nome di Cagliari. Per me Cagliari è semplicemente “mia”. È mia nei luoghi e nelle abitudini, nei suoi tempi rilassatamente “mediterranei” e nel suo essere malinconicamente assolata. Penso che a regalarmela sia stato il primo abbonamento ai pullman, il primo “mensile studenti ACT” (ndr, non sto svarionando, sono giovane ma non c’era ancora il CTM). Avevo tredici anni e mezzo ed era settembre, io stavo entrando al liceo Dettori e con la linea M conquistavo la libertà di muovermi ed esplorare il mondo in totale autonomia. Non che prima stessi chiusa in casa, i ricordi di infanzia sono pieni di passeggiate e l...