Avete letto il post di ieri di Red? No? Male per voi! Non starò qui a farvi il sunto.
Help, siamo sommersi dal pressapochismo: l'Italia è una repubblica fondata sul pressapochismo. Ecco la verità, ormai l'ho detta. Siamo il popolo della vita facile, della non voglia di approfondire e dell'ignoranza nascosta sotto patine argentate di millantata cultura. Mary Star, i neutrini e il doggy style ci devono imporre una riflessioncina profonda. La mia prima riflessione (e Red m'è testimone) è stata quella del "Oddio, non mangerò mai più pecorino in tutta la mia vita!". Vorrei portarvi all'immagine mentale che io ho avuto. Stiamo parlando di un formaggio, i cui ingredienti principali sono latte ovino, caglio e sale. Bon. Dall'altra parte "pecorina", non c'è bisogno di aggiungere altro. Credo che sia naturale immaginarsi a vincere questo concorso gente come Rocco Siffredi e Franco Trentalance. Il problema è che, trattandosi di formaggio, qualcuno pur li dovrà mungere. Ecco, io non voglio pensare a cosa si potrebbe fare della sostanza "munta" da tal guisa di personaggi. Oh benedetta dea... Ecco perché ho il dubbio che non mangerò mai più pecorino nella mia vita e potrei avere anche dei problemi legati al sesso. Provate anche voi ad immaginare!
Detto questo, torniamo al pressapochismo. Ma come gli viene in mente a uno di NON rileggere quello che sta per pubblicare su un sito istituzionale? Ma che gli hanno insegnato le maestre alle elementari? Dove si è interrotta la catena di verifiche sul testo? Perché quello che si insegna a scuola è che bisogna rileggere sempre quello che hai scritto e, man mano che si va avanti con gli studi, a fare verifiche sempre maggiori e serrate. Tanto più se stai facendo una traduzione. Io ho fatto il classico e ho più esperienza di traduzioni dal greco e dal latino, rispetto a chi ha fatto il linguistico. Tutt'e due però sappiamo che non possiamo scrivere così a casaccio e che dobbiamo rivedere cosa e come abbiamo tradotto. Quindi, chi ha fatto questa traduzione ha usato un traduttore (online o anche no) per tradurre il nome pecorino peccando di:
a) pressapochismo conclamato, per avere usato un traduttore online: il Dizionario d'inglese Ragazzini, che ho qui davanti, traduce "pecorino" con of sheep, sheep's e per il formaggio sheep's milk cheese;
b) ignoranza, perché non ha mai letto un menù turistico di qualsiasi parte del mondo: troverete infatti che, essendo il pecorino un formaggio tipico, marchiato spesso con marchi DOP/DOC/DOCG/IGP eccetera, ha un nome che per regola non si traduce e viene chiamato "pecorino cheese";
c) cecità, perché non si spiega come non abbia notato l'errore: questi testi sono per forza riletti da qualcuno prima della pubblicazione; se questo non è stato fatto, la colpa non è solo di chi ha tradotto "ad minchiam" ma anche di chi non ha visto l'errore.
Tra l'altro c'è proprio alla base un errore sostanziale: in italiano, per riferirsi a quella determinata posizione, si fa riferimento alle pecore; in inglese ai cani. Da che mondo è mondo i cani non danno latte adatto a fare formaggi, tanto più se il formaggio in questione si chiama "pecorino".
Ecco perché nel nostro paese vige la regola del pressapochismo, perché si fa senza controllare, perché chi dovrebbe farlo non ha voglia e "fa a fidarsi". Ma com'è possibile che si vada sulla fiducia? Perché evidentemente gli addetti a questo compito non sono gli sfigati del vice Ministro Martone, che magari si son laureati prima dei 28 anni, con esami dati sulla regola del pressapochismo, e il bello è che gli è andata di culo. Chi fa così e viene scoperto è chi lo fa abitualmente e non ricontrolla. Chi lo fa per la prima volta teme di essere scoperto e corregge il tiro almeno un po'. I ricercatori del resto del mondo ci prendono veramente per il paese più bello del mondo, visto che qui si può studiare veramente la pecorina. Occhio, prevedo sbarchi di massa e ritorno di cervelli ex-in fuga.
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