Sole: A Cagliari
(lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il sole sorge
alle 6:06 e tramonta alle 20:33.
Luna: Luna
crescente.
Onomastici: Tanti
auguri a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di:
Bernardino, Arcangelo, Aurea, Guido,
Ilario, Lidia, Lucifero (20 maggio); Eugenia ed
Eugenio, Nicostrato, Antioco, Ospizio,
Vittoria e Vittorio (21 maggio); Rita, Giulia,
Umiltà e Vladimiro (22 maggio); Desiderio,
Onorato, Ponzio (23 maggio); Amalia, Ausilia,
Servolo, Simeone, Uberto, Vincenzo (24
maggio); Maria Maddalena, Cristoforo, Dionigi
(25 maggio); Filippo, Andrea, Berengario,
Edmondo, Maria Anna, Pardo e Quadrato (26
maggio).
Il Santo: Il 22 di
maggio la Chiesa commemora, per “beata” (nel senso di felice… a
Violet sembra che parlando di santi ci stia benissimo!) coincidenza,
i santi Lupicino di Verona e Lupo di Limoges. Lupicino
resse la diocesi di Verona agli inizi del V secolo; le sue reliquie
sono venerate nella cripta della basilica di san Zeno insieme a
quelle di Lucilio. La storicità di questo vescovo pare sia attestata
da diversi documenti, tra i quali i Cataloghi della tradizione
veronese e il più autorevole Velo di Classe del VIII secolo. Lupo,
invece, è citato nel Martirologio Romano: “A Limoges ancora
in Aquitania, san Lupo, vescovo, che sottoscrisse la fondazione del
monastero di Solesme”.
Il nome: Anche
questa settimana non è stato semplice scegliere un nome da proporvi.
Ospizio, Vladimiro, Servolo e Pardo se la sono giocata a lungo; ma
Violet è del parere che un buon genitore si debba mettere sempre una
mano sulla coscienza e ricordare in ogni momento i circa sedici anni
di scuola (dalla materna al diploma) che attendono qualunque pargolo.
Così ho pensato al nome Eugenio. È un nome di origine greca
e significa “nato bene”, cioè di origine nobile. Il
numero fortunato legato a questo nome è il 3; il suo
colore è il blu; la pietra è lo zaffiro;
il metallo è l’argento. Si chiamano Eugenio in
Italia poco più di settantasettemiladuecento persone; circa
lo 0,13% della popolazione. È il centoventunesimo nome nella
classifica di quelli più comuni. Molto frequente in Lombardia
(23,1%), poco nel resto d’Italia.
Compleanni storici:
Tantissimi auguri a Trebisonda Valla. Ondina nacque
a Bologna il 20 maggio 1916. Fu la prima donna medaglia d’oro
italiana ai Giochi olimpici, infatti vinse gli 80 metri
ostacoli a Berlino nel 1936.
Questa settimana
accadde: Il 20 maggio 1874 Levi Strass e Jacob Davis ottennero il
brevetto statunitense per i blue jeans con rivetti in rame.
Feste e ricorrenze:
Il 24 di maggio è la festa di Maria Ausiliatrice. Ma nella storia
d’Italia è una data assai particolare, a suo modo funesta ed
eroica: è infatti l’anniversario dell’entrata in guerra
dell’Italia nel 1915 e pure l’incipit de La leggenda del Piave che
ricorda il dopo Caporetto e l’offensiva sul Piave, appunto, nel
giugno del 1918. Questa data ha segnato, a distanza di tre anni l’una
dall’altra, l’infanzia di Violet, per tre anni, e quella di Red,
per ben cinque. Cosa succedeva? Quel giorno nella loro scuola
elementare le lezioni erano pressoché annullate. Le bambine arrivano
a scuola puntuali, come ogni giorno, con i grembiuli freschi di
bucato e ben stirati; ognuna portava in mano un fiore rosa o bianco.
L’accoglienza, nel cortile, era accompagnata da un’atmosfera di
festa: c’erano le bandierine sventolanti; c’era la statua della
Madonna pronta per l’offerta del fiore; c’erano anche i bambini
più piccoli, quelli della scuola materna; c’era la musica. Già,
la musica. Veniva diffusa da un vecchio altoparlante dotato di
microfono, posizionato vicino ad un giradischi che faceva girare ad
libitum un vecchio vinile. Era una marcetta, all’apparenza allegra,
ritmata com’era. Ad un orecchio più attento, che andasse altre
l’abitudine, si acuisse e provasse ad afferrare le parole, però
suonava così: “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei
primi fanti il 24 maggio…”. La tradizione voleva così. E
pazienza si trattasse di una canzone di guerra; d’altronde il
titolo di Ausiliatrice non fu affibbiato a Maria in occasione di
un’altra storica battaglia, quella di Lepanto? Tutte noi
canticchiavamo il motivetto, senza le parole, troppo ostiche per
delle bimbe; a parte la finale delle varie strofe che suonava: “…non
passa lo straniero”; “…ritorna lo straniero”; “…indietro
va’ straniero”; “…né oppressi né stranieri”; e “za-za”
finale! Poi la musica si abbassava e la festa continuava con la parte
religiosa, la merenda, il lancio delle caramelle ecc. Siamo cresciute
così! Certo, chi ci conosce bene, qualche dubbio sulla nostra sanità
mentale lo nutre; ma non temete, non dipende da questi episodi,
seppur reiterati negli anni: per noi non era un trauma, era festa,
festa vera, ricca di emozioni, con strascico di ricordi e nostalgie.
L’apparente “doppiezza” di ciò che vi ho raccontato, semmai,
ci ha insegnato che la realtà ha mille sfaccettature e che ogni età
e condizione è bene che ne colga alcune e non altre; e che qualunque
medaglia ha il suo risvolto, che non è detto sia negativo.
Il Lama racconta: Un
tale aveva una gallina che faceva le uova d’oro, e credendo che
dentro di essa ci fosse una massa d’oro, la uccise e la trovò
simile alle altre galline. E lui, avendo sperato di trovarvi
ammassata una ricchezza immensa, fu privato anche di quella piccola
data dalle sue uova. La tavoletta mostra che bisogna accontentarsi
dei beni presenti e fuggire l’insaziabilità. (Esopo)
Così parlò zio Gecob:
“La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come
tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto,
bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l’eroismo
da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze
migliori delle istituzioni”. (Giovanni Falcone)
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