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Stiletto Sport - Il calcio visto dai tacchi a spillo

La domenica di Gigia


C’era una volta una graziosa orsacchiotta blu, con un elegante fiocco rosso sulla testolina. La piccina viveva insieme ai suoi amici, dentro una cesta di vimini in una vetrina di via Sonnino, a Cagliari. L’orsacchiotta blu con fiocchetto rosso voleva tanto girare il mondo, così faceva gli occhi dolci a tutti i passanti, perché la portassero via con loro. Un giorno davanti alla vetrina passarono Red e Violet. Fu amore a prima vista: “guarda che bella, è rossoblù! È perfetta per il compleanno di Nonna Nenna!”. Fu così che l’orsacchiotta fu portata in casa Stronza, impacchettata e donata per il suo compleanno a Nonna Nenna. Quando l’orsacchiotta e Nonna Nenna si guardarono negli occhi capirono subito che erano fatte l’una per l’altra; si riconobbero dal colore: erano entrambe rossoblù fino al midollo! Quando fu il momento di decidere il suo nome successe una cosa strana: l’orsetta rideva felice al solo sentire la parola Gigia, mentre era molto triste quando le si dicevano altri nomi, e per questo fu inevitabile chiamarla così, in onore di… indovinate un po’ chi?
Da quel giorno Gigia andò a vivere nel comodino di Nonna Nenna, che appagò il suo desiderio di vedere il mondo, portandola a spasso o al mercato, infallibile cucciolo di mazzina, tutti i giorni di partita (o prepartita) del Cagliari del nostro cuore.
Anche sabato mattina, dopo essere saltata felice nella borsa di Nonna Nenna, Gigia è andata al mercato, mentre nel pomeriggio ha optato per una passeggiata in centro proprio un’ora prima che al Sant’Elia iniziasse la singolar tenzone contro la Bari. Nel frattempo Red e Violet si davano un gran da fare come folletti di Babbo Natale per poi dividersi in impegni diversi.
Insomma, per farla breve... 
Al fischio di inizio nessuno si trova ai posti di combattimento: Gigia passeggia per la città, Violet sta uscendo di casa e Red sta mandando a quel paese un aspirapolvere perché (come osa?) sovrasta la voce di Vittorio Sanna, e che cavolo! Il rumore dell’arnese maleducato non fa decollare la partita, ma lo straccio antistatico porta decisamente meglio, così si festeggia il ritrovato silenzio con un grido di gioia: “Goooooooooooooooooooolllllll!!!! Una randellata di Salamon che ha fatto tremare anche la viscere del portiere, che riesce a ribattere coi pugni, ma ancora scosso dal colpo, non può nulla contro la sucessiva randellata di Melchiorri!”. Che aggiungere alla radiocronaca? Ma nulla, anche perché la partita è ancora all’inizio, e il gol sembra l’interruttore per l’accensione del gioco: il Cagliari si fa pericoloso in più occasioni, ma la Bari è tutto fuorché arrendevole. Infatti è un contropiede che fa raddoppiare su Casteddu: Farias galoppa bel bello col pallone incollato al piede fino al momento di cedere il passo a Sau, che incrocia con grazia infilando gentilmente il pallone nell’angolino, quello dove non batte il sole. Devo dire che quando fanno così questi due ragazzi sono proprio belli…e qui parte, ovviamente, “omalleo simpallao segna sempre Marco Sau!!!”.
Due a zero e il Cagliari si anima sempre più di spunti, frizzi e lazzi, finché Rosina, che non abbia a pentirsene, mette dentro una punizione facendomi sfuggire dalla bocca più di un porca miseria.
Si va a riposo in vantaggio e si rinizia subito belli reattivi, con Patto e Farias che sfiorano la replica del contropiede perfetto e altre amenità che per un motivo o per un altro non vogliono entrare. A quasto punto Nonna Nenna e Gigia tornano a casa, si informano del parziale e accendono la radio in cucina. Ma le cugurre si annidano dove meno te lo aspetti e Nonna Nenna lo sa. Allora prende Gigia, la mette vicino alla radio accesa e le dice: “piccolina, io devo andare a fare un paio di commissioni, tu stai qui da brava e controlla che non cambi nulla, mi raccomando”. A questo punto le cugurre aleggiano e la Bari si rianima, rischiamo, ma Gigia è lì, a difendere stoicamente il risultato. Troppo stoicamente, visto che rischiano anche loro, ma nulla, non entra in rete nulla, nemmeno i rigori! Pattolino bello piedino d’oro della zia Red, non prendertela, non è colpa tua! Gigia è piccolina e molto obbediente, nonna le ha detto di non far cambiare il risultato e lei è stata precisa e intransigente! Comunque, seppur con tanto batticuore e quattro minuti di recupero, che son sembrati tre giorni (ma che sarebbe il calcio senza batticuore?), l’arbitro fischia tre volte e noi ci prendiamo tre ottimi punti. Rastelli, intervistato nel dopo partita, ammette: “è anche grazie ai tifosi che si ottengono vittorie come questa!”. E già, noi ce l’abbiamo messa tutta, vero Gigia? Olè!
Ma le nostre fatiche non sono finite, perché dopo la lacrimuccia andata per traverso al Porto Corallo una settimana fa, ce n’è un'altra che viaggia ancora da uno spareggio per l’Eccellenza. Eh sì, ritroviamo il Kosmoto Monastir, dopo quella romantica sconfitta ai play off. Ricordate? Certo che ricordate, anche meglio di me! Quella traversa ne ha fatto scendere di lacrime, uh, se ne ha fatto scendere. Però c’è un problema: le nostre lacrime non le hanno viste di persona, quelli di Monastir, tanto che alla vigilia di quest’incontro la Kosmoto è pari punti con il Tonara invece che, come sarebbe più consono, con il Porto Corallo. Poco importa, la guerra è guerra e noi siamo concentratissime a distanza. Anche Gigia è concentratissima, e vi assicuro che non è stato affatto facile spiegarle che nel mondo oltre ai rossoblù esistono anche i rossoneri, ma solo quelli belli!
Il Monastir parte subito esagerato e per sessanta minuti fracassa l’anima a tutti, come se le lacrime della scorsa estate non l’avessero neanche sfiorato: Caddeo 1, Caddeo 2 e Caddeo 3. E in quarantanove minuti si porta a casa la tripletta. Ma io dico, caro Caddeo, di che ti bulli? Guarda che l’ha fatta anche Larrivey, una tripletta! Ma non è servita a molto…
Sai com’è, certe partite si vincono anche grazie ai tifosi! Su Nuratze non si arrende e anche Gigia, dopo tutta la fatica che ha fatto a capire che doveva tifare rossonero, non ci sta ad arrendersi così. Ognuno faccia il suo: noi a gufare, su Nuratze a incitare e i ragazzi a giocare. E così qualcosa si muove e il Cala, il nostro Cala adorabile nipotino adottivo, mette il primo tassello. Siamo al sessantacinquesimo e ancora sotto di due, ma al settantaduesimo tutto si fa possibile: Ferreli segna il 2 -3, il pubblico impazzisce e la squadra si esalta. All’ottantesimo è Litarru a firmare il pareggio. 
Ma a noi, diciamo la verità, dopo tutte le lacrime dello spareggio, il pareggio basta? Macché!!! E il Cala lo sa che quelli, brutti, hanno fatto piangere le sue più fedeli e affezionate tifose. E allora dai, che c’è tutto il tempo per far esplodere su Nuratze!
E fu così che all’85’ arrivò il gol della vittoria e fece impazzire di gioia i tifosi, riaffermò il valore indiscusso delle nostre lacrimucce di jana, fece felice Gigia e Nonna Nenna e confermò che Calaresu è il bomber più bello e più bravo del mondo (e non si discute) nel cuoricino stronzo di Violet e Red.
E vissero tutti felici e contenti.


P.S. è Natale... come sarebbe bello avere il portachiavi rossonero, quello bello! 

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