La domenica della lacrimuccia
Vi ho lasciati agli albori di una serata di Coppa Italia e
ricomincio a scrivere così, nel pomeriggio di un martedì da batticuore.
Volevo chiudere la pratica di un disastro per affrontare il
nostro primo test stagionale di serie A con la giusta concentrazione e senza
brutti pensieri.
Ero tutta felice di vedere finalmente in televisione una
partita de su Casteddu meu, così ho cenato di fretta e mi sono sistemata con
Violet ai posti di combattimento. Direte: finalmente Red farà una cronaca
puntuale e precisa di quanto accaduto! Vi dirò, non l’hanno fatta neanche i
cronisti! Le informazioni più precise di quanto accadeva in campo erano tipo
“dalla posizione del tiro il giocatore potrebbe essere Floro Flores” o
“recupero di… potrebbe essere Colombatto”. Si intuivano giusto le sagome di
undici bianchi fantasmini rossoblù, che si stagliavano morbide e luminose a
portare un po’ di Mediterraneo in val Padana. Il Sassuolo, che con quel verde
nero è mimetico anche in giornate di maestrale, si aggirava per il campo con la
figura e la presenza di spirito di un camaleonte. La terna non lo so, era
“color’e cani fuende” (colore di cane che fugge n.d.r.). Insomma, c’era così
nebbia che non si vedevano nemmeno le corna dell’arbitro! Invero la frase che
ho detto più spesso durante la partita, invece del consueto “uccidete
quell’uomo!”, è stata “ma porca miseria, dov’è il pallone!!! Dove cavolo è il
pallone!”. Ma al 36’ del primo tempo un lampo di luce ha illuminato il campo: è
Patto, che con un incedere degno di Zola e la potenza di un fendinebbia ha fumato
un paio di difensori e davanti al portiere ha trovato l’angolino giusto come sa
fare lui. E qui è partito insesorabile “Omalleo simpallao segna sempre Marco
Sau!”, motivetto che ci ha tenuto sveglie fino ai tre fischi finali che ci
mandano dritti dritti al san Siro.
Ma al san Siro ci penseremo in un altro momento: c’è un
problema. Dobbiamo giocare Cagliari-Como. Non mi torna: Cagliari non è como,
Cagliari è immoi! Laconi è como, porca miseria! Se si fosse giocato Laconi –
Como… sai che risultato! Ma Cagliari – Como si ferma su un 1-1 ottenuto con
ostinazione e forza di gruppo (se siete curiosi chiedete e vi racconterò tutto
di Laconi, como, immoi, Sarcidano, Marmilla, Campidano, Mandrolisai…) Pare poco
un punto con gli ultimi in classifica, ma è tanto. Ma anche se è tanto non
importa, mi è scesa una lacrimuccia. Non volevo, perché al Como c’è Festa e io
a Festa voglio tanto bene… ma è scesa da sola, come si fa?
Non lo so come si fa, caro Festa, perché domenica c’è il big
match a Villaputzu (perché, il Porto Corallo gioca a Villaputzu?)! Big per noi:
è la bella, la rivincita, la resa dei conti! Ve lo dirò con le parole di
Violet: “era un bel giorno di primavera quando, nel consolare i nostri eroi,
scese una lacrimuccia dagli occhi di jana di tre simpatiche figliole. Ed ecco
che, dopo molti giri ed infinite avventure, in un grigio giorno d’autunno la
lacrimuccia decise finalmente di concludere il suo viaggio e far ritorno a
casa… Ma che dico a casa. Al campo. Di Porto Corallo… E ne combinò di ogni
colore… dispiegando, piccolo prisma acuto, quasi per intero un arcobaleno di
goals”. Non mi chiedete di aggiungere nulla a questa poesia, vi prego! Anzi,
aggiungerò, seccamente, il risultato finale: Porto Corallo – Tonara: 0 – 6.
E fatemi correre, che per arrivare ad oggi dobbiamo ancora
attraversare mille avventure! Lanciano. Dov’è Lanciano? Sappiate che tutti gli
insegnanti di geografia dovrebbero far seguire ai propri alunni la serie B: è
fonte inesauribile di scoperte!
Eccoci dunque con il passo della fantasia in Abruzzo e con
il passo della realtà spasso per una Casteddu illuminata a festa, un occhio
alle luci natalizie e uno al cellulare per i risultati, quando Tello si è
librato in aria con una rovesciata d’artista e ha portato il Cagliari in
vantaggio. È il 13’ del primo tempo ed è solo uno chicchissimo preludio a una
partita condotta da maestri. Al 34’ è la volta di Salamon, che infila
nell’angolino dove non batte il sole un angolo perfetto di Di Gennaro. Al 59’
Piccolo accorcia le distanze e mi fa adombrare per qualche minuto, cavoli suoi.
Ma i nostri sono in giornata di grazia e con Cerri si segna anche di ginocchio.
Un 3 – 1 da favola, che ci riporta a un soffio dal Crotone, quelle carogne che
avevano capito subito che prenderne quattro dal Cagliari li avrebbe salvati
dall’ira funesta delle nostre incoercibili lacrime.
Ma non basta, perché dopo il turno infrasettimanale c’è il
turno settimanale, che cosa credete, che siam qui a pettinare le bambole? Dov’è
che dobbiamo andare? Livorno? E così alle 15.00 di sabato eccoci con il cuore al
Picchi. Inizio a seguire la partita dalla mia radiolina, il tempo di accenderla
e Farias sblocca il risultato, è il terzo minuto del primo tempo. Ci proviamo
con costanza e sfortuna, il Livorno non è l’ultimo arrivato. Poi devo spegnere
la radio e correre via ad altri impegni, quando prendo in mano il cellulare
scopro che il terzo minuto del secondo tempo ha dato al piede di Vantaggiato il
pallone del pareggio, poi un assedio inutile, partita stregata. Un punto solo,
forse il risultato più deludente della stagione, ma non c’è tempo di
piagnucolare troppo, domenica gioca il Tonara!
E dove gioca il Tonara? A Selargius! E dov’è Selargius? A cinque
minuti netti da casa di Red e Violet! E Red e Violet hanno visto la partita?
No! E perché no? Perché hanno scoperto troppo tardi che i rossoneri, quelli
belli, erano lì, a un piccolo passetto da loro, bisognosi di sostegno. E così
erano in altre faccende affaccendate. E quel brutto Selargius ha vinto… se ci
fossimo state noi, chissà! È vero, non siamo in grado di garantire un risultato
immediato, ma se qualcuno fa piangere i nostri beniamini ci commuoviamo, e se la
lacrimuccia scende poi arriva… il Porto Corallo lo sa! Non temete ragazzi, il
campionato è lungo e c’è tutto il tempo di raddrizzare la classifica, magari
con Red e Violet sugli spalti!
E poi zitti tutti ora, che devo vedere la partita! C’è Inter
– Cagliari, coppa Italia! Sono in ritardo, sono in ritardo!!!
Epilogo.
Inter – Cagliari è finita da due giorni, lo so! Scusate ma
mi ci è voluto del tempo per raccogliere tutte le lacrime che mi sono scese (che
nessuno abbia a pentirsene). Ha vinto quella superiorità tecnica che
garantiscono i soldi, ha perso non essere riusciti a giocarsi davvero il tutto
per tutto nel momento in cui tutto poteva essere. Io, per esempio, Sau intorno
al settantesimo me lo sarei giocato, non fosse altro per tutti i rospi che ha
fatto ingoiare ai nerazzurri al San Siro nelle scorse stagioni. Io ci avevo
creduto, per un momento, quando ho visto il Capitano in panchina con un sorriso così nonostante le fratture. Ho creduto che fosse arrivata l’ora di una lacrimuccia antica. Era
il 1994 e io ero all’Hotel Savio, a Lido di Savio. Era la mia gita di terza
media e su Rai 1 davano Inter – Cagliari. Iniziammo a guardarla in due classi
da trenta ragazzi e sei professori. Ai tre fischi finali c’eravamo solo Io,
Danilo, Alessandro e prof. Milia, grand’uomo. Più tre bergamaschi interisti che
non so nemmeno se siano mai tornati a casa. Quando ho sentito Inter – Cagliari di
Coppa ho pensato che magari la mia lacrimuccia (che era scesa davvero, ero una
fanciulla sensibile, io!) si sarebbe posata, ma no. Sta aspettando di
ritrovarci in Europa! Ma dalla prossima ce n’è anche per la coppa Italia, che
credete?
Bene, ora ho pagato pegno per la mia assenza prolungata:
dovevo raccontarvi due settimane di calcio, vi ho raccontato sette partite. Se me
ne sono persa qualcuna perdonatemi: non ci capisco più niente!!! E fu così che
una lacrimuccia viaggiò verso chi ha scritto il calendario della B… stay tuned!
Intanto nell’Olimpo… È risorta, è risorta! È tornata, è tornata!
Ho capito che Natale è Paschixedda, ma non esageriamo, non è il tempo giusto!
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