Ecco a voi la "letterina" a nostro insindacabile giudizio terza classificata.
Grazie ancora, di vero cuore, a tutti coloro che hanno scritto a Babbo Natale attraverso il nostro piccolo, semplice, spazio colorato. Grazie!
Oggi
mi va di raccontarti una cosa accadutami qualche giorno fa, Caro
Babbo, vivida ancora nella mia mente.
Vago
un po’ stordita tra i corridoi di un centro commerciale. Sarà
l’aria artificiale, le luci, il via vai. Non so cosa sia ma mi
viene sempre un certo mal di mare. Soprattutto in questo periodo.
Avanzo un po’ ondeggiante, con una concentrazione inesistente ed
una specie di brezza sibilante che dalle orecchie mi attraversa il
cervello. Tento di guadagnare l’uscita. All’improvviso qualcosa
fuori dalla portata del mio sguardo mi tocca una gamba. Sussulto, non
per il contatto, ma per il timore di aver travolto qualcuno.
E
infatti.
Una
bimbetta mi guarda. Cammina con parecchie incertezze. Penso subito
che sia una neofita della posizione eretta. E’ minutissima. Ha
occhi scuri e grandi, ombreggiati da ciglia dello stesso colore dei
capelli. Una piccola scriminatura nel mezzo e due microscopiche
treccine sottili come codine di topo. Stivaletti e calzamaglia. Uno
scamiciato realizzato ai ferri e delle curve mozzafiato sottolineate
con grazia dal panno (e non dal bisturi – scusa la digressione ma
ho letto che hai ricevuto numerose richieste in proposito).
Temendo
di averla schiacciata le faccio una carezza sul capo. Sta mangiando
un cono gelato. Tento un approccio di dialogo. Penoso e scontato,
tipico degli sventati che provano a rimediare.
“E’
buono?” le chiedo.
E
lei, per tutta risposta mi indirizza un sorriso tondo, più rosa che
bianco, e con una naturalezza disarmante me lo porge.
Vedi,
Caro Babbo Natale, io quest’anno sono stata buona.
Abbastanza.
Ma c’erano margini di miglioramento. Lo so. Si vedrà…
Ho
interpretato come un dono prezioso il gesto spontaneo di questa
creatura minuta, che sapendo di avere tra le mani qualcosa di buono
non ha esitato un attimo a condividerlo. Io credo che sia istintivo
nel genere umano, almeno da piccolissimi, quando non si è ancora
imparato molto, anche di quanto non si dovrebbe conoscere.
Ecco,
io Caro Babbo, ti volevo dire solo questo, che mi auguro, per me, per
gli altri e le altre, che gesti simili diventino virali. Senza
distinzioni, fatti o ricevuti che siano.
Sarebbe
un vero Natale che si ripete! E ti pare poco?
Ti
saluto, con stima immutata
Laura
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