Sole
A Cagliari (lat. 39°21’; lon.
9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge
alle 6:53 e tramonta alle 18:17.
Luna
La Luna è crescente. L’8 marzo,
alle 13:29 compie il suo Primo Quarto.
Cielo del Mese, i
Pianeti
La sera del 6 marzo, se si ha pazienza e tempo, si può osservare un passaggio
della Luna, quasi al Primo Quarto, nella costellazione del Toro: il nostro satellite naturale
attraversa le Iadi, l’asterismo a forma di V, che rappresenta la testa del toro,
passa vicino alla stella Aldebran, la
più luminosa della costellazione; più in alto si riconoscono le stelle
dell’ammasso delle Pleiadi. Il
passaggio si ripete anche la sera successiva, con la Luna spostata più a
sinistra.
Il pianeta Venere, rimane visibile al mattino, ad oriente, tra le luci dell’alba,
ancora per alcuni mesi. Alla fine di marzo sorge meno di due ore prima del
Sole, con una variazione di circa mezz’ora rispetto a febbraio. Venere il 7 marzo esce dalla
costellazione del Sagittario per entrare in quella del Capricorno. Alla fine del mese, Venere compirà anche una piccola
escursione nell’Acquario, per rientrare presto in Capricorno.
I Santi
3 marzo: san Tiziano
4 marzo: san Casimiro
5 marzo: san Lucio I papa;
Mercoledì delle Ceneri
6 marzo: santa Coletta Boylet
7 marzo: santa Perpetua e santa
Felicita
8 marzo: san Giovanni di Dio
9 marzo: santa Francesca Romana
La Notizia del
Giorno… un Anno Dopo
Avverto i miei “sette”
affezionati lettori che, per ora, questa rubrica è sospesa.
Feste, Ricorrenze Curiosità
Il 3 marzo è il B&B Day
Il 4 marzo è Martedì Grasso
Il 6 marzo si celebra la Giornata Europea dei Giusti
L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna
Il Lama Racconta
I luoghi sono come la
gente. Esistono, vivono. Portano dentro delle storie. A volte tristi, altre
liete. E ce le narrano, se solo abbiamo occhi per guardare e orecchi per
ascoltare. Ma i luoghi, come le persone, portano dentro anche dei desideri:
sono storie fantastiche, di quelle che si dipanano tra il sogno e la veglia,
tra la veglia e il sonno. Spesso non raccontano ciò che è accaduto realmente,
ma dicono chi si è nel profondo. Perché i luoghi, come le persone, sono molto
più simili ai propri desideri che alla cruda realtà…
La vide, di sfuggita, far
capolino tra i tetti della città, mentre camminava a passo lesto verso casa.
Era una fredda sera di fine inverno sferzata dal maestrale. S’allungavano le
prime ombre e il cielo diventava velocemente scuro. In mezzo a quel blu, che si
perdeva nel viola e nel nero, un sorriso bianco. La vide. Era solo una piccola falce
bianca in mezzo al cielo, ma si intravedeva tutta la sua celata rotondità. Si
intravedeva la giusta parte di oscurità che ognuno di noi deve portarsi dentro
per poter illuminare il mondo con un sorriso così puro, pensò. La vide. Vide la
Luna Nuova di fine inverno, e se ne sentì attratta, fatalmente ed
inevitabilmente. Accelerò il passo, già sostenuto a causa del freddo. Spalancò
la porta di casa e fece in un volo le quattro rampe di scale che la separavano
dal terrazzo, il suo osservatorio
personale. E incurante del freddo e del vento stettero lì, lei e la Luna, a
guardarsi e sorridersi. Come se fossero allo specchio. Come se quella parte
scura, invisibile ed indecifrabile ai più, ma che per magia loro potevano
donarsi, fosse a suo agio solo nel buio che avanzava, nel cielo che si faceva
via via più nero. Come se, in fondo, solo la notte fosse casa e annullasse i
confini tra il vero e il falso, il dentro e il fuori, il diritto e il suo
rovescio. E nel gioco di quel chiaroscuro, delle sue luci e delle sue ombre, il
tempo si fermò, lo spazio divenne infinito e il cielo e la terra si confusero. Allungarono
le mani, la donna e la Luna. Se le strinsero. E iniziarono una danza. La Luna
venne, e la donna volò. La Luna venne, e fece i suoi primi passi sulla Terra e
sentì che non era poi così lieve, così vellutato il suo andare. Sentì i piedi
ferirsi e provò un profondo dolore. E capì il valore del perenne riaccendersi
del suo sorriso. La donna venne, e la Luna volò. La donna venne, e si sentì a
casa. Ritrovò i suoi passi e le sue stanchezze. E fu grata del loro
esistere. Perché rappresentavano il suo bagaglio. La sua vita. Non erano
lievi, né leggere. Ma erano tutto ciò che aveva. E non le avevano impedito di
volare! (La donna e la Luna, Violet
per La Rassegna Stronza).
Così Parlò zio Gecob
Si fermano un istante per piangere, poi sollevano il capo e riprendono
la strada. Sono maestre di dignità le donne.
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