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L'archeologia vista da Pink

Per la serie "I Grandi Confronti", Red e Pink presentano un nuovo e spettacolare "dentro e fuori" le loro professioni!!! Quattro post quattro sull'archeologia, l'epigrafia e la storia viste da chi le osserva e da chi le fa! Punti di vista su Rieduchescional Channel! (scusate, ci siamo fatte prendere la mano!)



Quando mi iscrissi in Lettere Classiche, nel lontano settembre 2000, pensavo che da grande avrei fatto l'archeologa. Così non è stato. I miei primi contatti con le materie storiche, fatte in grazia di Zeus, mi hanno fatto capire che la mia vera strada era la storia, la materia in cui a scuola andavo peggio ma che oggi mi da lo stipendio! Perché questo cambiamento? A dire la verità, l'archeologia mi piace, un po' meno le fatiche dello scavo... Come può un archeologo non amare la polvere sui vestiti, il sole a picco ad agosto, gli insetti, le erbacce e tutte quelle cose che oltre a non farmi impazzire mi provocano attacchi d'asma violentissimi? No, io e l'archeologia sul campo non eravamo fatti l'uno per l'altra. Tuttavia, il fascino che questa disciplina esercita su di me è innegabile. Mi piace, mi affascina l'idea di scoprire “i tesori della terra”, di fermare con un semplice coccio un altro tassello della storia (N.d.R. dajeeeeeeeeeeee!!!). Quando vedo una lucerna bruciacchiata, un utensile, so che quegli uomini sono vissuti veramente, che non sono soltanto concetti espressi in un manuale di storia per la scuola. Essi hanno vissuto, hanno compiuto delle azioni e queste sono state “registrate” su un oggetto, su un frammento osseo che un archeologo ha estratto faticosamente dalla terra. Mi piace questa ciclicità quasi biblica del essere stati polvere, ritornare nella polvere e dalla polvere essere estratti per ricostruire il passato. Nonostante ciò devo ammettere che mi sono sognata spesso e volentieri delle avventure alla Indiana Jones. Lara Croft no, non mi è mai piaciuta e non ho mai giocato col suo videogioco alla playstation, ma Indiana Jones si! Non so se fosse anche per il fatto che avesse le fattezze di Harrison Ford, mitico protagonista della mia saga cinematografica preferita (Star Wars, per intenderci!), sta di fatto che le sue mirabolanti avventure alla ricerca di mitici tesori che avrebbero per sempre cambiato il volto dell'archeologia e della storia avevano su di me molta presa. Io credo che ognuno di noi che fa ricerca sogni di fare una scoperta che lo renderà immortale negli annali della disciplina. Per quanto io pensi che Red sia una ragazza fantastica, dotata, studiosa e provvista di quella buona dose di sana umiltà nel lavoro che le permette di non tirarsela, ritengo che sotto sotto ambisca a studiare qualcosa per cui essere ricordata da posteri. È normale, siamo tutti così. Me compresa, perché nasconderlo? Io amo più l'aspetto “libresco” della faccenda, quello che viene, un po' semplicisticamente, dopo lo scavo, pazienza se per tutti a casa sono “Hermione Granger”. Il mio mitico maestro ci disse ironicamente a lezione che gli archeologi sono tra gli “scienziati dell'antichità” quelli che sbagliano di più, mentre gli storici quelli che sbagliano di meno. Non so se la mia esperienza mi permetta di essere d'accordo o meno su questa affermazione, ma è vero che si rincorrono le storie di archeologi che hanno volutamente alterato i dati di scavo per sostenere le proprie teorie. Mi ricordo in proposito una certa lezione di storia greca, con tanto di disegnini alla lavagna, sulle tombe a fossa di Micene... Quello che più mi “impressiona” è che anche la Triade Capitolina, o chi per loro senza sottilizzare, ci si mette in mezzo quando io decido di lanciarmi in uno scavo. Nel 2004, alla vigilia della partenza di uno scavo di 15 giorni in Tunisia, fui ricoverata d'urgenza in ospedale per un attacco di appendicite, fui operata e addio scavo. Che cosa avrei dovuto pensare? I segni non possono essere trascurati. Mi sono buttata a corpo morto sulla storia, come su un prato fiorito (ma senza le mine di windows), trovando nell'epigrafia, quella magnifica disciplina che studia tutto ciò che è scritto su materiali durevoli a metà tra l'archeologia e la storia, la mia strada (o almeno ci spero). Ovviamente sogno di trovare e studiare l'iscrizione che cambierà la visione della storia, ma in attesa di quello mi diletto tra Ebrei e Visigoti.

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