L'argento vivo di zia Mariù
Chissà se i grandi occhi blu di
questa bella e slanciata signora si sono dilatati e commossi nel vedere la nostra
città avvicinarsi, aprirsi come una cavea superba sul golfo, tra le urla dei
gabbiani. Un forte vento la accoglie, e porta con sé gli odori di questa terra.
E’ una vista privilegiata quella che si può godere dal piroscafo. La città
piano piano si delinea e prende forma. Uno skyline inconfondibile. Lei è giunta
qui con il marito, Mario Carrara, al quale è stata assegnata la cattedra di
medicina legale dell’Università di Cagliari. Un incarico prestigioso, ma Paola
è abituata: è figlia di un celebre medico, l’iniziatore dell’antropologia
criminale, Cesare Lombroso. Il suo consorte, sarà uno dei pochi docenti
universitari che si opporrà al giuramento di fedeltà al fascismo. Per questo
saranno costretti, una volta perso il lavoro e la possibilità di ricoprire un
qualsivoglia incarico pubblico, a trasferirsi in Svizzera, per fare rientro in
Italia solo all’indomani della Liberazione. Paola viene formata allo stesso
modo dei fratelli, è la primogenita di cinque figli, nati nell’arco di sei
anni. Il clima che respira nella loro casa è intellettualmente stimolante,
aperto all’attualità della politica e dell’’economia. Si discute di socialismo
ed è dominante l’interesse verso le classi subalterne. Dimostra fin da piccola
una spiccata propensione per la scrittura, e viene indirizzata agli studi
classici che non porta a termine. Ma questo non le impedisce di seguire le orme
paterne e inizialmente pubblica studi psicologici e sociologici di pregio. Negli
anni novanta dell’ottocento, e per i primi anni del novecento svolgerà
un’intensa attività giornalistica. Suoi temi prediletti saranno la denuncia
delle condizioni delle classi popolari ed i problemi legati all’assistenza. Il
suo impegno le varrà una denuncia e un’incriminazione con l’accusa di
eccitamento all’odio tra le classi sociali. La condanna a tre mesi e mezzo di
carcere. Poi si fa dominante l’interesse verso il mondo dell’infanzia, che
l’accompagnerà per tutta la vita. La sua attenzione avrà un approccio multiplo,
psicologico, pedagogico e letterario. Agirà spesso in compagnia della sorella
Gina, che ne condivideva gli interessi e l’umanità. Determinate a combattere
l’analfabetismo, costituiranno insieme “Scuola e famiglia”, una sorta di
doposcuola rivolta agli alunni delle elementari, e si impegneranno strenuamente
nel convincere le famiglie operaie a rispettare la legge che imponeva l’obbligo
formativo. L’iniziativa ebbe un così vasto successo che fu presa in carico dal
comune e diffusa in tutte le scuole di Torino. Ma non basta, Paola Lombroso
vuole di più. Sente forte la spinta ad intervenire in favore dei bambini che
subiscono le conseguenze della guerra. Nel 1915 fonda un asilo - ricovero per i
figli dei richiamati in guerra privi di altri parenti. Ospita inizialmente
trentacinque bambini, che in un paio d’anni arrivano a seicento. Da questa
esperienza ha origine la fondazione della “Casa del Sole”, che accoglie i figli
sani di tubercolotici per sottrarli al pericolo del contagio e alle condizioni
di miseria dove più frequentemente si annida la malattia. A Paola viene in
mente di fondare un giornale per i bambini, che sia strumento di crescita
culturale. Desidera che sia associato ad un giornale importante e di grande
tiratura. Sceglie il Corriere della Sera. L’idea piace, ma prende forma tra
mille contrarietà. Nasce così il “Corriere dei Piccoli”. Le viene offerto solo
un ruolo di subalternità, in quanto donna, ed un compenso misero, oltre alla
cura di alcune rubriche da gestire in forma rigorosamente anonima. Una tra
queste, la “Piccola Posta”, riscuote un grande gradimento, tant’è che con il nome
fittizio di “Zia Mariù”, firmerà numerosi scritti successivi, cavalcando l’onda
della notorietà. La collaborazione con il “Corriere della Sera” si fondava su
basi precarie, ed era inevitabile la conclusione, nel 1911. Ma Paola è già
immersa in una nuova sfida, quella delle “Bibliotechine Rurali”. Tutto nasce da
una richiesta che una maestra di Biella aveva fatto pervenire alla posta di Zia
Mariù. Chiedeva di dotare le scuole di campagna prive di mezzi di libri di
lettura “ameni”, per contribuire ad elevare il livello di istruzione degli
alunni più svantaggiati. Il successo dell’iniziativa fu immediato, anche grazie
al contributo di tante giovani maestre che proprio in quelli anni venivano
formate all’insegna della pedagogia, e che di certo non sottovalutavano
l’importanza della diffusione della cultura come strumento di elevazione
culturale e sociale. In un pugno d’anni furono distribuiti più di centomila
libri. Paola si ingegnò in ogni modo perché il flusso dei libri non si
esaurisse, organizzando lotterie, recite, vendite di calendari, sottoscrizioni.
Nel 1910 erano già centoventicinque le biblioteche di campagna che usufruivano
di questa iniziativa. Lo stesso “Corriere dei Piccoli”, ospiterà un
quindicinale, il “Bollettino delle Bibliotechine Rurali”, che rimarrà attivo
sino alla sua morte. L’ingerenza fascista attrae a sé l’iniziativa: le “Bibliotechine”
riapriranno solo nel 1951, per agevolare alcune aree molto provate dalla guerra
e che con fatica cercavano di avviare la ricostruzione. Ma l’eco non avrà il
vigore iniziale. Di Paola dicono che avesse un sorriso angelico, quasi disarmante,
ma una volontà ferrea. Allegra, spregiudicata e vivace, era dotata di una
intelligenza vivissima, di curiosità inesauribile e di interessi disparati. Una
forza della natura quando abbracciava un progetto. Nel 1950 le fu assegnata la
medaglia d’oro dei Benemeriti dell’istruzione. La morte la colse nel 1954, ultraottantenne,
mentre ricopriva la carica di presidente del Centro di Letteratura Infantile di
Torino, senza mai aver dimenticato, credo, la bella città del sole che l’aveva
ospitata, Cagliari, che si specchia vanitosa nelle acque abitate dalla “Gente Arrubia”. Come avrebbe potuto, proprio lei che seppe scrivere di uno
straordinario rovesciamento, quello del mondo visto dalla parte degli uccelli,
estasiando i bambini con le sue innumerevoli storie illustrate?
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