Il mio grosso grasso vicino greco
Lo scorso weekend avevo deciso di alzarmi più tardi di domenica per prendermi e godermi il mio meritato santo riposo settimanale.
Avevo voglia di svegliarmi con la luce che filtra lentamente dall'esterno, gli uccelli che cinguettano e sentire i circuiti neuronali attivarsi progressivamente. Soltanto una volta in funzione tutte le parti del corpo e l'umore a buoni livelli mi sarei alzato e fatto colazione. Avrei assaporato il toast caldo con formaggio e pancetta mentre il tè alla vaniglia avrebbe raffreddato un poco con due zollette di zucchero. Poi, durante la lettura dei giornali, uno yogurt alla pera e per finire un bel bicchiere di succo d'arancia. Dopo di che una bella doccia calda rilassante e rasatura della barba, come prevede il rito settimanale.
La giornata non sarebbe trascorsa, però, pigramente. Avrei finito di preparare con calma la lezione del mio simpatico corso e poi, prima di pranzo, fatto le pulizie generali e buttato l'immondezza.
A pranzo un po' di sana pasta al gorgonzola e insalata con mozzarella condita con olio delle terre toscane tanto per preparsi alla visione del Gran Premio di Spagna. E poi scorrere la giornata in amenità.
E invece tutto questo è stato un sogno in parte rovinato dal mio grasso grosso vicino greco che ha inventato la brutta abitudine, in sostituzione della musica serale-notturna fino a mezzanotte inoltrata, del rientro all'alba con chiasso, chiacchiere, docce e un lieve sottofondo musicale.
E' un rito ortodosso che è stato introdotto da alcune settimane, sebbene ne abbia avuto qualche anticipazione in passato. Può essere celebrato dalle 4,30 fino alle 6,30 in svariate forme, da solista o in coppia.
Sicuramente il problema non è tanto la musica in sè che mi dispiace. Anche se poi, diciamoci la verità, sentire canzoni dal tono pateticamente sofferto come se i 300 Spartani di Leonida si trovassero ancora lì, alle Termopili, a combattere fino all'ultima goccia di sangue contro l'esercito di Serse non è il massimo per finire o iniziare una giornata.
Ma come si presenta questo vicino?
Porta la barba, veste di tenero e beve acqua minerale. Credo che faccia qualche corso/praticantato qui nel campus. Sono sicuro, poi, che vi ricorderete di quell'incontro fugace nello scorso semestre qui al quarto piano, io di rientro e lui di uscita. Attendeva l'ascensore e si guardava intorno con aria furtiva. Il suo saluto diceva già tutto a ripensarci.
Quindi, l'alba della scorsa domenica, alle 5,20, dopo mezz'ora di chiacchiere, docce e schiamazzi, non appena sento che è stata accesa pure la musica, balzo fuori dal letto, mi cambio e impugno il regolamento condominiale per un amichevole avvertimento.
Suono e apre alla porta un altro personaggio con barba in canotta e mutande che ricordano vagamente i cartoni animati di una volta. Così a voce bassa per non disturbare gli altri inquilini faccio notare che forse è tardi, che stanno facendo chiasso e che c'è un regolamento condominiale...
Hausordnung? Ognuno fa ciò che vuole in casa propria. Sacrosante parole se non fosse che si tratta di un regolamento generale, valido per tutti. come illustro la questione si avvicina dal dietro le quinte il padrone di casta di nero vestito che ribadisce il concetto.
E allora, visto che non servono gli avvertimenti, bisogna fare la voce grossa e minacciare l'intervento dei controllori. Sì, sì, scrivi scrivi, ciao ciao.
Kalispera
Paul_Blau_Vierzig
p.s. Ho appena sentito che il mio grosso grasso vicino greco ha lasciato il nido in compagnia canticchiando...
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