SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 6:01 e tramonta alle 20:39.
Luna: Luna gibbosa calante.
Il 26 maggio all’1:52 si trova al perigeo.
Cielo del mese, i pianeti: La distanza
angolare tra il pianeta Urano e
il Sole è cresciuta progressivamente nel corso del mese, tanto che alla fine di
maggio è possibile individuarlo ad Est prima dell’alba. Urano si trova nella
costellazione dei Pesci, vicino al
limite con la Balena. Per osservarlo è necessario un telescopio.
Onomastici: Tanti auguri
a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di: Filippo (Neri), Berengario,
Desiderio, Edmondo, Felicissima, Prisco (26 maggio); Agostino (di Canterbury), Barbara
(Kim) e Barbara (Yi), Federico (di
Liegi), Eutropio (di Orange), Giuliano (27 maggio); Emilio, Felice, Priamo e Feliciano, Germano (di Parigi), Luciano (28 maggio); Alessandro e Martino (protomartiri trentini),
Massimo (di Verona), Sisinnio (29 maggio); Anastasio (di Pavia), Giovanna (d’Arco), Isacco, Restituto (di Cagliari),
Basilico ed Emmelia (30 maggio); Canzio, Canziano e Canzianilla, Felice (da Nicosia), Silvio (da Tolosa), Vitale (da Assisi), Petronilla
(31 maggio); Giustino (martire), Ammone, Zenone; Tolomeo, Ingene e Teofilo,
Procolo, Teobaldo (Roggeri), Vistano
(1° giugno); Marcellino e Pietro, Eugenio (I papa), Nicola (il pellegrino), Niceforo
(patriarca di Costantinopoli), Comizio
(2 giugno).
Il Santo: Filippo Neri,
detto “Pippo il Buono”, fu fondatore dell’Oratorio. È patrono degli insegnanti
e degli educatori in generale. La Chiesa lo ricorda il 26 maggio.
Compleanni storici: Il 27 maggio 1956 nacque Giuseppe Tornatore. Auguri!!!
Questa settimana accadde: Il 26 maggio 1911 venne corsa la prima 500
Miglia di
Indianapolis. Quello stesso giorno, ma nel 1923, iniziò anche la prima 24 Ore di Le Mans.
La notizia del giorno… un anno dopo: Orosei. Rapinatore in fila
alla cassa (L’Unione Sarda, Edizione del 29 maggio 2012, p. 47).
Feste e ricorrenze: Il 30 maggio negli USA si festeggia il Memorial Day. Il 31 maggio è la Giornata Mondiale senza tabacco. Il 2
giugno, in Italia, si celebra la Festa
della Repubblica.
Mondo: Dal Rapporto Annuale
2013 – la situazione dei diritti umani nel mondo, Scheda Paese Italia: “La
violenza contro le donne è rimasta diffusa e nel 2012 sono stati registrati 122
casi di omicidio. A giugno, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla
violenza contro le dnne ha rivelato che, malgrado i miglioramenti nella
legislazione e nelle politiche, il numero di omicidi non è diminuito. Tra le sue
raccomandazioni, c’erano la creazione di un’istituzione nazionale indipendente
per i diritti umani con una sezione dedicata ai diritti delle donne,
l’approvazione di una legge sulla violenza contro le donne e la modifica del
reato di immigrazione irregolare per garantire l’accesso alla giustizia alle
donne migranti in situazione di irregolarità.
Le buone maniere di ieri e di oggi: Oggi vi farò un caso molto
comune per chi, come me, gira il mondo da pedone. In realtà a pensarci bene è
comune anche per chi è automobilista, ma questi ultimi non se ne accorgono
quasi mai, a meno che mentre compiono l’azione sconsiderata di cui vi dirò a
breve abbiano il finestrino aperto e
soffi un potente maestrale contro il loro senso di marcia. Una mattina
qualunque un pedone esce di casa e sa che dovrà affrontare con coraggio la dura
lotta con gli automobilisti di turno. Una mattina qualunque l’automobilista
esce di casa sapendo di essere più forte e pesante del pedone. Sarà per questo
che, trovando il parabrezza sporco, contemporaneamente, compie le seguenti
azioni? 1) Mette in moto. 2) Dà fondo alla riserva d’acqua atta a pulirlo. 3)
Aziona i tergicristalli. 4) Parte. 5) Prosegue nelle azioni 2 e 3
ripetutamente. Tutto questo ignorando gli specchietti retrovisori per vedere
che non passi nessuno, siano macchine o pedoni poco importa! Ora, se si tratta
di macchine possono causare dispute, strombazzamenti, incidenti… Se si tratta
di pedoni, quale io sono, il risultato è una doccia sporca ed indesiderata. E
scusate se per trenta secondi mi fate perdere il sovoir faire e dimenticare le buone
maniere e vi mando lungo la lunga via Dante della mia città! Ma, sapete, io la
mattina preferisco lavarmi sotto una doccia calda, prima di uscire di casa. Poi
mi pettino, mi vesto, mi trucco. E del vostro “ritocco” ne farei volentieri a
meno! Grazie.
La matita Rossa e Blu: Oggi non vi segnalerò errori ed “orrori” più
o meno gravi, più o meno consapevoli, nell’uso scritto o parlato della nostra
meravigliosa lingua. Oggi vi voglio parlare del rispetto nei confronti della
diversità delle inflessioni dialettali e delle minoranze linguistiche che
rendono variegato e colorato di mille gradazioni e sfumature l’italiano. Ora:
il sardo è una lingua. Precisamente, così come l’italiano è una delle lingue
neolatine. Lo è perché ha regole grammaticali proprie, perché ha diversi
dialetti e all’interno di ogni dialetto diverse varianti. Naturalmente ogni
lingua, come ogni dialetto ed ogni sua variante, hanno la propria cadenza. Io
parlo con l’accento sardo, e ne vado orgogliosissima! Mi piace, quando incontro
le persone della mia Terra, riconoscere, attraverso il loro modo di parlare, la
zona da cui vengono. Mi piace, quando incontro persone delle più disparate
città e paesi d’Italia, sentir declinare la nostra lingua con mille accenti ed
inflessioni diverse. Parla di unità nella diversità. Parla di ricchezza. C’è un
“ma”, come sempre. Tanti, troppi, pensano che l’accento lo abbiano solo gli
altri e che la propria inflessione sia l’unico modo corretto di pronunciare la
nostra lingua. Che una “o” od una “e” aperte o chiuse facciano cultura, molto
più dell’avere e dell’argomentare idee buone. Allora capita, ad esempio, di
passare a Milano, e di trovare persone che ti sfottano per il tuo accento: e va
bene, è goliardia, fa ambiente. Capita anche che le stesse persone prima
affermino con assoluta certezza che la lingua che tu parli non sia tale, ma un
dialetto, poi ti chiedano: “Di’ qualcosa in sardo”. Così, per curiosità, perché
fa esotico. Io non sono esotica. Le lingue che uso non lo sono. Le lingue che
uso esprimono vita, cultura, concetti, sensazioni, sentimenti. Le uso, con
amore e rispetto, per comunicare. Le approfondisco, perché le trovo belle, le
amo, le voglio usare sempre meglio. Le scambio e le condivido, come tesori
preziosi, per capire e per farmi capire, per imparare e per insegnare qualcosa.
A chi ha orecchi per sentire. A chi ha cuore per capire ed amare. A chi ha
sensibilità per non fermarsi alla superficie. No, non ve la dico una frase in
sardo, solo perché così avete sentito una cosa diversa. Non rido di “eja” o
“ajò” messi a caso in frasi senza senso. Vi canto una canzone in sardo, se
volete emozionarvi e imparare con me. Vi dico un detto antico, come lo diceva
mio nonno e suo nonno, prima di lui. Per condividere un pezzo di storia, la
cultura, le tradizioni, il sapere che mi ha generato e che mi porto dentro. Ma
non farò mai con il sardo, per chicchessia, la foca del circo (con sommo
rispetto per le foche e tutti gli altri fratelli animali e fervida speranza che
vengano aboliti tutti i circhi!). Alla prossima.
Così parlò zio Gecob: Nella vita non bisogna mai rassegnarsi,
arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è
abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.
Così aggiunse Violet: Un pensiero solidale, caldo, affettuoso e
partecipativo va a tutte coloro e tutti coloro che nel mondo hanno il coraggio
di ribellarsi, per cambiarlo, per renderlo migliore!
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