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L'appartamento Tedesco - Tutti i colori di una cronaca tedesca


ATTENZIONE: i nomi e gli avvenimenti dei protagonisti sono di pura fantasia e variamente alterati per rispetto (sincero) degli interessati.

Convivenza aliena

Era Cristina D'Avena. Altina, carnagione chiara e capelli lunghi rossi. Stava uscendo per andare a lavoro.
E' una tipa che potrebbe sembrare cordiale e simpatica. Si alza solitamente dopo che esco la mattina presto e spesso la ritrovo rintanata nella sua camera quando rientro dall'Uni nel tardo pomeriggio. Lì, oltre che a dormire, mangia ascoltando musica o guardando la tv. Fa sport come molti Tedeschi, in special modo nel weekend, e ama cucinare. Almeno sembra. Prepara ogni tanto muffin e altri dolcetti che offre a tutti. A volte, però, meglio rifiutare. Possiamo concludere, quindi, che le montagne di pentolami e piatti lasciati nella cucina erano opera sua.
Ed è stata lei, il giorno dopo il mio arrivo, a riverlarmi le regole della pseudo-convivenza nell'appartamento 07.01. Tipo? Per esempio come si puliscono i bagni (grazie, ma faccio a modo mio), la spartizione degli scompartimenti della cucina (il 90% a loro, il 10% a chi tardi arriva e guai se ti permetti di chiedere dopo qualche settimana una spazietto nel freezer, potrebbe essere messa in scena una tragedia greca degna di Euripide e con tanto di coro con alte grida miste a pianti e disperazioni, ma non laceratevi le vesti che, allora sì, mi potrei impressionare un poco), che è luogo pure di "party" (ma siete sicuri?...) e che nessuno l'usa per mangiare, e le spese comuni (ogni tanto qualcuno compra qualcosa, per es. carta-igienica anche se ce ne sono due pacchi di scorta...). E soprattutto è la portavoce più autorevole dell'ideologia del "qui si fa come diciamo noi, tu ti adegui". Sicuro.
La sera del mio arrivo, mentre riposavo nella mia stanza, sentii l'ingresso in casa di un altro personaggio.
Un botto all'ingresso aveva fatto tremare le pareti e i mobili intorno a me facendomi pensare a un attentato kamikaze proprio davanti all'appartamento. I passi di tacco paragonabili soltanto a un tirannus-saurus rex mi fecero sobbalzare disteso sul letto. Ero sprofondanto in Jurassik Park? La mano che infilava la chiave nella toppa della porta della stanza accanto alla mia e apriva la serratura scatenava un terremoto con esplosioni di tritolo in stile Zabriskie Point. La porta che sbatteva era l'esperimento del primo ordigno nucleare a Los Alamos.
Era arrivata da una giornata fuori casa, come quasi sempre, Elisabeth. 
Tutti i giorni, quando si sveglia, si muove e rientra nell'alloggio, mette in scena questa sua manifestazione sobria e riservata.
Al di là di questo difetto, che ho esagerato un pochetto (chiedo venia, chi di noi non fa un po' di quel chiasso esplosivo e tellurico, rimbombato dal silenzio notturno, quando si alza alle 4,30 per fare un po' di bucato, stirature, doccia, trucco e parrucco?), è una persona veramente squisita.
Piccola con carnagione chiara e capelli biondi lunghi ondulati, tenera e con un cuore così!
Abbiamo avuto uno scontro, però. Un dì notai che qualcuno non aveva adeguatamento schiacciato lo sciacquone del wc del bagno principale. Allora decisi di lasciare una piccola nota ironica chiedendo la cortesia di non lasciare regali nel bagno. Non la prese bene pensando magari che era rivolta soltanto a lei. Non ci fu bisogno di chiarirsi. Prese il biglietto e lo stracciò.
Nonostante ciò, fin dai primi contatti, ho potuto constare che, come già anticipato, è una a modo.
Una mattina era in bagno da 30 minuti. Le bussai dicendo che era tardi. E lei che ha fatto? Ha compreso la situazione, vive da parecchio con altre persone per cui è consapevole dei problemi della convivenza. E' uscita subito dopo altri 18 minuti. Ce ne fossero di ragazze come lei!
A volte è pure timida. Sì, per dire, quando sto facendo colazione ed entra in cucina tutta presa dalla fretta, non mi saluta neanche. Poverina, non riesce a spiaccicare parola. La capisco. Tra estranei è proprio dura dire due frasi fatte.
Credo che sia anche religiosa. Un'altra volta ci siamo incrociati nell'andito e le ho sentita bisbigliare il rosario che dedicava proprio a me. Che pia fanciulla. Le accenderò un cero alla Peterskirche.
Basta ora con elogi intonati in onore di belle punzelle da cavalier servante! Non sarà mai lei con la sua docile indole di iena e con quel visetto dolce di mangusta a scatenare una guerra intestina.
Andiamo avanti, dunque, nella presentazione con l'ultimo gagliardo coinquilino.
Lui era fuori per il weekend.
Ero curioso di conoscerlo. Sapevo, dalla lettura del suo nome nella tabella delle spese e dei compiti domestici appesa in cucina, che viene dall'Asia.
Sandokan occupa la camera davanti all'ingresso. Una volta ho intravisto una scritta lungo una parete della stanza.  "I have a dream".
Si tratta di un ragazzo che è, sì, originario del grande continente orientale ma vive qui, in Germania, da tanto tempo tant'è che è ben a suo agio, almeno, qui dentro. E' alto, moro, con gli occhiali e veste alla moda come tanti giovani moderni teutonici. Sentire parlare lui in tedesco è affascinante, ha una pronuncia molto delicata a differenza degli autoctoni, che danno talvolta l'impressione di dichiarare guerra al mondo anche se vi stanno soltanto salutando. Sembra uno tranquillo, alla mano e simpatico. Potrebbe essere il volto presentabile di un regime.
Nel nostro primo dialogo mi ha rivelato ch'è stato a Cagliari e ha un bel ricordo, sottolineato da un grande sorriso, del Poetto. 
Anche lui ama indugiare in bagno impegnato in mille preparativi e belletti e ha l'abitudine di mangiare in camera sua dove si trattiene, quando può e soprattutto nel weekend dopo lunghe notti in giro per locali e disco, in compagnia della sua "Perla di Labuan". Che, incredibilmente, ho conosciuto prima di lui. Ma com'è possibile?
Una mattina, uscendo dal bagno, notai che c'erano due paia di scarpe in più davanti all'uscio della sua stanza. E mentre preparavo la colazione vidi nell'immondizia due scatole di pizza. Nel frattempo qualcuno era uscito senza troppo rumore dalla sua stanza ed entrava nel primo bagno. E poi ancora un altro ingresso in quel bagno e poi nell'altro ancora. Da entrambi sentivo l'acqua scorrere. Mi chiesi se non ci fosse qualcuno di troppo nell'appartamento. Chi si paleserà all'uscita del primo bagno? E del secondo?
E uscii a riveder le stelle...

Paul_Blau_Vierzig

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