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Red e i piaceri della cucina


Quando Red era piccina e il suo vestito rosso più bello era quello da cappuccetto rosso a volte la mamma le diceva “dai, cerca di finire la pasta” e il pediatra bofonchiava “è un po’ sotto peso”. Non mangiava tanto ed era anche una piccola fatica, ma quando qualcosa di buono andava dal piatto alla sua bocca una musica improvvisamente si spandeva per la cucina: non poteva fare a meno di cantare! Non si accorgeva nemmeno, ma diventava felice e canticchiava melodie inventate: sarà stato poco quel che riusciva ad entrare nel suo pancino, ma produceva meravigliose magie!
Ora Red è grande, sono grande, insomma, dico in giro di avere trent’anni e me ne vanto pure, ma il mio rapporto con il cibo non è cambiato. Non sono una da grandi abbuffate, anche se non sono nemmeno più da porzioni ridotte (quelle ormai mi fanno piangere), ma quando mangio qualcosa di buono mi si scatenano una felicità e un sorriso così naturali e puri che mi dimentico di tutto il resto, e se non mi concentro miagolo, mugolo, canto, racconto storie incredibili, mi vien la pelle d’oca (cose che d’altra parte, chiedetelo a Pink, faccio anche al solo pensare al cibo).
Nel cibo e nella cucina penso ci sia tutto ciò che può servire a una persona per essere felice: c’è la stimolazione di tutti i sensi, c’è convivialità, c’è senso della misura e delle proporzioni, c’è cultura, tradizione, ma anche innovazione e invenzioni, c’è senso estetico, c’è lo spazio e il tempo per rilassarsi e sfogarsi, ci sono ricordi, affetti, arte.
Pensate cosa c’è dietro e dentro un buon pranzo, prima di sedersi, prima anche di accendere i fornelli. C’è una passeggiata che ti porta al mercato, c’è un girare i banchi in cerca delle cose giuste, ci sono un profumo o un colore che improvvisamente diventano fondamentali, c’è una chiacchierata col verduraio o col macellaio, c’è un ritorno a casa con le buste che racchiudono un po’ di felicità in fieri e, a seconda della compagnia che si aspetta al convivio, la speranza e la presunzione di poter preparare la pozione che susciterà più di un sorriso, la tenerezza di prendersi in qualche modo cura delle persone che si hanno intorno.
Prima di mangiare il piacere si manifesta in anteprima premiando chi fatica in cucina, e procurando dei momenti di estasi completa e irrinunciabile. Non sono una grandissima cuoca ma vi faccio qualche esempio di cose che capitano mentre si cucina e rendono la vita meravigliosa: tornare in cucina dopo aver risposto al telefono con soffritto sul fuoco e sentire un profumo intenso di olio d’oliva e aglio; il momento di “sfumare” col vino, con l’olio che prima ruggisce e poi si rilassa e la successiva vampata di vapore profumato; sentire dal cucchiaio di legno se il sale va bene; assaggiare il condimento per la pasta su un pezzo di pane; aggiungere la farina all’impasto ancora semiliquido di una torta e incantarsi nel sentirne cambiare la consistenza, lasciarsi investire dal profumo di “abbardente” mentre si “spongia” l’impasto delle zeppole (non mi chiedete di tradurre il virgolettato, non saprei come fare); guardare e annusare estaticamente una cioccolata un attimo prima che bolla, quando diventa vellutata e cambia colore passando a un marron intenso con striature d’oro a spirale, create dal cucchiaio; mangiare un raviolo di ricotta e zafferano crudo anziché sistemarlo nel vassoio con gli altri; giocare con i colori e i profumi delle spezie come se si stesse dipingendo una tela.
Già la pancia mi brontola e sto perdendo il ben dell’intelletto, ma devo ancora dirvi la soddisfazione di preparare una bella tavola e gustarsi il pranzo, la cena o quel che è in buona compagnia. Diciamolo che è bello, viziare amici, familiari, fidanzati, amanti, vari ed eventuali con una tavola perfettamente apparecchiata e abbinata, magari con dei fiori, così come è bello sentirsi coccolati da un ristorante curato o da un vino scelto con intelligenza e delle belle candele accese.
E finalmente ci siamo, via con i cibi! Miaooooooooooooooooooooo! Ricordate la vecchia pubblicità del Magnum? Per i prossimi dieci minuti non ci sono (o se la compagnia è valida non ci siamo) per nessuno!
Ci vediamo per lavare i piatti… e chi mi regala una lavastoviglie conquisterà il mio cuore!

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